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FocusIl cinema di Moebius

Il cinema di Moebius

Jean Giraud, noto anche con il nome d’arte di Moebius, è uno dei maestri del fumetto francese e della nona arte in generale. Autore de L’Incal, Arzach, Garage ermetico e Blueberry è stato uno degli artisti che hanno maggiormente influenzato l’immaginario fantascientifico.

La sua ombra si è allungata non solo sui fumetti e l’illustrazione ma anche sul cinema. Non solo perché molti registi e scenografi hanno depredato i suoi lavori in cerca di ispirazioni, ma anche perché, a partire dagli anni Settanta, Giraud ha lavorato come concept artist su una miriade di produzioni ad alto budget. L’affair tra Moebius e Hollywood ha generato alcune delle immagini più evocative della Storia del cinema.

Dune

A metà degli anni Settanta, Alejandro Jodorowsky lavorò a un monumentale adattamento da dodici ore di Dune di Frank Herbert. Come racconta il documentario Jodorowsky’s Dune, il progetto prevedeva la partecipazione di Mick Jagger, David Carradine, Orson Welles, Udo Kier, Salvador Dalì, i Pink Floyd, Gong, Tangerine Dream e Sun Ra. «Già a questo punto si potrebbero capire le ambizioni sfrenate del regista» scrive Marco Andreoletti, «eppure il vero cuore del progetto si trovava negli artisti di cui Jodorowsky si circondò per riuscire a mettere su carta le sue visioni».

jodorowsky moebius incal

Uno di questi fu proprio Moebius, che, oltre a realizzare concept art per personaggi, pianeti e astronavi, disegnò l’intero storyboard del film. Jodorowsky e Giraud se ne uscirono con qualcosa come 3.000 disegni − a cui andavano aggiunti anche i contributi del resto della squadra − nei quali la visione di Dune di Jodorowsky assunse una forma destinata a cambiare la fantascienza per sempre. L’operazione sforava ovviamente qualsiasi budget racimolabile e la produzione si bloccò. Quello che rimase fu una bibbia da cui Hollywood avrebbe attinto per moltissimo tempo.

Alien

Grazie a Dune, il nome di Moebius iniziò a girare nell’ambiente cinematografico. Ridley Scott, già fan dei suoi lavori fumettistici, lo invitò a lavorare sul thriller fantascientifico Alien. Giraud lavorò al film soltanto per qualche giorno ma la sua firma è rintracciabile nei design della nave Nostromo e delle tute spaziali. Scott userà le immagini di Moebius (in particolare il fumetto The Long Tomorrow) come punti di partenza anche per Blade Runner e Legend.

L’impero colpisce ancora

The Long Tomorrow fu d’aiuto anche a un altro regista appassionato di fumetti, George Lucas. Il papà di Star Wars portò il lavoro di Moebius agli artisti concettuali affinché lo usassero come punto di partenza per dare vita alle linee morbide della Città delle Nuvole, dei veicoli che volavano nella cittadella amministrata da Lando Calrissian e alla sonda imperiale che atterra sul pianeta di ghiaccio Hoth.

Tron

All’inizio degli anni Ottanta, Moebius riceve moltissime proposte da case di produzioni innamorate del suo stile. Il francese rifiuta parte degli ingaggi ma resta affascinato da un film fantascientifico in cantiere alla Disney, Tron. Se da una parte il film di Steven Lisberger è diventato iconico per il contributo del futurista Syd Mead, dall’altra si deve a Moebius la creazione del guardaroba e in generale dell’atmosfera allucinatoria.

I dominatori dell’universo

Il guilty pleasure tratto dall’omonima linea di giocattoli con protagonista Dolph Lundgren nei panni dell’eroe He-Man si avvalse dei servigi di Moebius, che nel 1984 era ormai un nome noto e viveva in California, cercando di raccogliere fondi per il proprio progetto cinematografico.

Lo scenografo del film, William Stout, ricorda sul proprio blog di aver ingaggiato Moebius per «risolvere i problemi di design più difficili del film». Secondo Stout, il francese modernizzò l’aspetto del personaggio, rendendolo contemporaneo per gli spettatori dell’epoca. «Ebbe un’idea brillante per l’armatura: teorizzò che fosse fatta di scarti di metallo che aveva raccolto da battaglie precedenti». Purtroppo le sue proposte si scontrarono con il veto di Mattel, che aveva l’ultima parola su ogni scelta di design e annacquò le soluzioni ambiziose del team.

Willow

Un’altra produzione di George Lucas assumerà Giraud, questa volta per un film fantasy. Diretto da Ron Howard, Willow avrebbe dovuto fondare il proprio impianto estetico sulle intuizioni del francese, che aveva intercettato la passione di Lucas per Akira Kurosawa e il teatro Nō e li aveva incorporati nei concept art. Le sue illustrazioni per il film mischiano influenze giapponesi a visioni medievalistiche di stampo classico. Il risultato fu uno stile fusion che nel prodotto finale venne sfortunatamente diluito con scelte più convenzionali.

The Abyss

Per l’avanguardistico racconto fantascientifico di James Cameron, il fumettista visualizzò esseri alieni bioluminescenti. Anche per la difficoltà di rendere quel design sullo schermo, il regista andò in direzione opposta, ma riguardando quei disegni non può sfuggire la somiglianza con alcuni aspetti della resa degli alieni di Avatar, segno che le immagini di Moebius dovevano aver fatto breccia nella memoria di Cameron.

Il quinto elemento

Impossibile pensare che il francese Luc Besson, cercando di realizzare il suo primo film di fantascienza negli anni Novanta, non pescasse dalle risorse del suo paese. Ecco allora che Il quinto elemento si avvalse dei costumi di Jean Paul Gaultier, delle musiche di Eric Serra e dei design di Jean Claude Mezieres, creatore di Valerian, e Giraud.

Moebius si focalizzò sull’ideazione di astronavi e costumi. Se in certi casi il film presenta visioni molto diverse da quelle immaginate dall’autore, in altri casi – come il design della Diva – Besson ha conservato intatto il fascino dei suoi disegni.

Space Jam

Tra i tanti talenti assoldati per il blockbuster che metteva insieme un Michael Jordan all’apice della sua fama e i Looney Tunes compaiono diversi fumettisti: Kevin Nowlan, Arthur Adams, Mike Mignola e Moebius. Della sua partecipazione non si conoscono molti dettagli (anzi, la notizia è nota soltanto per la presenza del suo nome dei titoli di coda) ma sappiamo che il suo contributo in realtà si limitò a qualche design per i mostri che sfidano a pallacanestro Bugs Bunny e soci.

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