La stazza di un orso, gli occhi grandi e pieni di nulla, i denti aguzzi, la lingua da rettile luccicante di bava. Il corpo nero, sporcato solo da un simbolo bianco raffigurante un ragno. Basta poco per descrivere Venom, uno dei cattivi più popolari di Spider-Man e, in generale, uno dei simboli della Marvel Comics anni Novanta.

Dopo una sfortunata trasposizione datata 2007, Venom è pronto a tornare sul grande schermo da protagonista. In attesa del film, ecco una mappa per districarsi nella storia editoriale del personaggio.

Le origini

Nella saga a fumetti Guerre segrete il costume classico dell’Uomo Ragno viene ridotto a brandelli. Per ovviare alla mancanza di un indumento di riserva, Peter crea, tramite un macchinario alieno, un nuovo costume, di colore nero e bianco. Tornato sulla Terra, l’eroe utilizza quel tessuto come nuova divisa, dotata di poteri propri: risponde telepaticamente a Peter, lo riveste come una seconda pelle e si adatta alle sue esigenze.

Una notte, però, il costume prende possesso del corpo del ragazzo mentre questi sta dormendo e lo obbliga a volteggiare per la città. La mattina dopo un Peter incomprensibilmente stanco e tormentato da strani incubi porta il costume da Reed Richards dei Fantastici Quattro, affinché lo analizzi.

Lo scienziato scopre che la divisa è in realtà un simbionte alieno, un organismo extraterrestre che vive in un rapporto di scambio reciproco con il proprio ospite. Spaventato, l’Uomo Ragno si libera del costume solo grazie all’intuizione di Reed, che individua due punti deboli del simbionte: le onde soniche ad alta frequenza e il fuoco. Il simbionte riesce a scappare e tenta di ricongiungersi con Peter, il quale si disfa definitivamente dell’organismo grazie al suono delle campane di una chiesa.

L’essere alieno, ferito dal rifiuto, trova un nuovo ospite in Eddie Brock, un giornalista caduto in disgrazia per colpa di Peter Parker. Brock ha scritto una serie di articoli in cui affermava di aver svelato l’identità del serial killer noto come Mangiapeccati. È stato invece Peter a smascherare pubblicamente l’assassino, facendo perdere credibilità a Brock e riducendolo a scrivere articoli infamanti per tabloid scandalistici.

Sprofondato in una spirale depressiva, Brock entra nella chiesa in cui Spider-Man si è appena liberato del simbionte. I due, uniti dall’odio verso il supereroe, si uniscono formando un nuovo essere dall’aspetto mostruoso. «Puoi chiamarmi Venom… Cioè “veleno”…» dice il personaggio nella sua prima apparizione, su Amazing Spider-Man #300 dello sceneggiatore David Michelinie e del disegnatore Todd McFarlane, «perché sono pagato per sputare questo, oramai!».

Venom diventa uno degli avversari principali di Spider-Man, ma con il tempo diventa così popolare da guadagnarsi un posto sotto i riflettori anche lontano dal suo rivale, assumendo più un ruolo da anti-eroe.

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Protettore letale

Nella sua prima storia da protagonista, Protettore letale di Michelinie, Mark Bagley e Ron Lim, Brock si trasferisce a San Francisco dopo un accordo stretto con Spider-Man. L’eroe ha salvato l’ex-moglie di Brock, e questi in cambio ha promesso di non commettere crimini. Nella città californiana, Brock combatte con la Fondazione per la Vita, un’organizzazione che lo ha derubato di cinque campioni del simbionte per creare altrettanti esseri da usare come milizie. Aiutato da Spider-Man, Venom sconfigge i cinque simbionti Phage, Lasher, Scream, Riot e Agony (i loro nomi verranno rivelati solo nella serie del 2012 Carnage, U.S.A.).

Il rapporto tra Brock e l’alieno inizia ad acquisire sfumature di dominanza e dipendenza. Spaventato, Eddie interrompe la relazione con il simbionte. Questi, in preda alla disperazione, lancia un urlo telepatico che viene captato dalla razza aliena di simbionti a cui appartiene Venom. La specie invade il pianeta e, per impedire che la Terra finisca soggiogata dagli alieni, Brock riaccetta il parassita, unendosi a lui permanentemente.

La faida con Spider-Man si riaccende quando l’ex-moglie di Eddie, Anne Weying – entrata in contatto per un breve periodo con il simbionte − si suicida e l’uomo imputa la colpa al suo storico rivale.

Tempo dopo, un Brock in fin di vita rivela a Spider-Man di essere malato di cancro da poco prima della sua trasformazione in Venom. Cibandosi di adrenalina e ormoni, il simbionte lo ha tenuto in vita, e per questo Eddie è sempre stato riluttante a separarsene (in precedenza si pensava invece che Brock non volesse lasciar andare Venom perché temeva che avrebbe cercato di ricongiungersi a Peter Parker). Ora che Brock è agli ultimi stadi della malattia, l’alieno sta cercando un altro ospite. Peter inganna il simbionte per farlo tornare da Eddie, salvandogli la vita.

Nuovi ospiti

Brock scende a patti con la morte e, sapendo che una volta deceduto Venom troverà comunque un altro corpo da insediare, decide di vendere il parassita per donare il ricavato in beneficenza. Il simbionte passa a Mac Gargan, lo Scorpione. Attaccato a Gargan, Venom milita negli Oscuri Vendicatori di Norman Osborn.

Da qui in poi le strade del simbionte e di Brock si separano. Il primo trova ospitalità presso Flash Thompson. Il bullo che tormentava Peter Parker da giovane diventa l’Agente Venom, una versione del simbionte in assetto militare, ingaggiato dal governo americano per missioni segrete e poi finito nelle fila di Secret Avengers, Thunderbolts e Guardiani della Galassia. Lee Price, un ranger congedato, assume poi le fattezze di Venom, ma è lo stesso Brock a separare i due.

Eddie, invece, guarisce dal cancro grazie ai poteri curativi di Martin Li, anche conosciuto come il criminale Mr. Negativo. Sfortunatamente tracce del simbionte rimaste nel corpo di Eddie reagiscono ai globuli bianchi dando vita all’Anti-Venom, altro personaggio moralmente grigio. Durante la saga Spider-Island, Anti-Venom si sacrifica per curare la popolazione di New York, che ha acquisito i poteri dell’Uomo Ragno per colpa di un virus diffuso dallo Sciacallo.

Negli ultimi anni nuovi dettagli sono emersi sulle origini della razza aliena di Venom che ora sappiamo chiamarsi Klyntar, e recenti sviluppi hanno fatto ulteriore luce sull’argomento. Per ora, Eddie Brock è tornato nei panni di Venom ed è più che mai in conflitto con la natura ambigua del simbionte.

La creazione di Venom

Nel 1982 Marvel Comics indisse un concorso per aspiranti fumettisti. Randy Schueller, un lettore dell’Illinois, propose una storia in cui Spider-Man aggiornava il proprio costume con l’aiuto di Reed Richards e delle molecole instabili intessute nelle tute dei Fantastici Quattro.

L’idea piacque all’allora caporedattore della casa editrice Jim Shooter, che inviò un assegno di 220 dollari a Schueller per comprargliela. Gli offrì anche la possibilità di sceneggiare la storia. Schueller non si dimostrò ferrato nella scrittura e così Shooter rielaborò di proprio pugno l’idea, concretizzata poi su carta da Mike Zeck nel crossover Guerre segrete.

La nascita di Venom fu altrettanto pragmatica. L’editor di Amazing Spider-Man chiese allo sceneggiatore David Michelinie di inventarsi un nuovo temibile cattivo per il celebrativo numero 300 della serie. L’allora disegnatore della testata, Todd McFarlane, era un giovane emergente il cui stile al passo coi tempi aveva infuso di contemporaneità l’Uomo Ragno. Quando inventò l’aspetto di Venom, il disegnatore fece lo stesso, puntando sull’esagerazione delle anatomie e la sgangheratezza delle pose.

Negli anni Ottanta fumetti come Watchmen e Il ritorno del Cavaliere Oscuro avevano introdotto l’idea di supereroi adulti, distanti dalla leggerezza – anche visiva – del passato. Una delle prime (e più superficiali) reazioni a queste opere fu l’impennata di violenza. Venom, personaggio truce ed efferato, fu uno dei simboli della nuova ondata.

Il “V-Man” debuttò su Amazing Spider-Man #300, sceneggiato da Michelinie e disegnato da McFarlane. Il disegnatore canadese era arrivato in Marvel vedendo rappresentazioni dei personaggi ferme agli anni Settanta. Al grido di «perché questa cosa non può essere più figa?» aveva già ripensato l’immagine di Spider-Man. Allo stesso modo aveva le idee abbastanza chiare su questo mostro nero dagli occhi enormi e il sorriso diabolico, la sua unica incertezza fu sui denti, ma già dalla seconda apparizione del personaggio molari e incisivi lasciarono spazio a terminazioni irrealisticamente aguzze.

Il successore di McFarlane, Erik Larsen, spinse oltre questo dettaglio, riempiendo la bocca del simbionte di denti acuminati e inserendo due elementi utili al fattore raccapricciante: la bava e la lunga lingua appuntita, incorniciata da mascelle sproporzionate.

L’autore aveva visto una copertina disegnata da McFarlane per una raccolta in cui Venom aveva la bocca spalancata. Larsen interpretò male l’immagine e pensò che il collega avesse dato al personaggio una lingua enorme. «Dissi “Ora Todd gli ha dato una lingua”» ha raccontato in seguito su Twitter, «”Lo devo superare… Devo disegnare una lingua ancora più grande”». A partire dalla storia del 1990 A spasso con Venom (che si apriva proprio sul dettaglio della bocca), Venom iniziò a sfoggiare una lingua che, a seconda dei disegnatori, avrebbe assunto le forme più bizzarre.

A definire poi l’aspetto del personaggio negli anni Novanta fu Mark Bagley, che pulì il design non sempre coerente di Larsen e, mantenendo i suoi elementi mostruosi, raffinò la figura del simbionte. Guizzante di muscoli, con una mandibola meno esagerata ma comunque stipata di denti, bava e lingua tentacolare, pronta per reggere il ruolo di attore principale nelle storie che la Marvel gli stava dedicando.

Tra le rappresentazioni più estrema si segnala quella di Humberto Ramos, disegnatore messicano che nei primi anni Duemila realizzò Venom si sveglia a mezzanotte, una storia scritta da Peter Jenkins che, se da una parte approfondiva il lato drammatico del personaggio, dall’altro esplorava un’estetica horror inedita.

Ramos, in quel periodo totalmente fuori controllo per via della deriva manga dal suo stile (mascelle squadrate, occhi enormi, volumi giganteschi), disegnò Venom come un grumo di malvagità, materiale cartilaginoso e fluidi, una sostanza che si espandeva su tutta la pagina e le cui forme aguzze incutevano una generosa dose di timore.

Il successo

Una serie di ragioni spiegano il successo di Venom presso i lettori. Innanzitutto il suo design esagerato e l’indole violenta intercettarono il gusto del pubblico per atmosfere più spinte, come fecero i coevi Hellboy e Spawn. La sua fama è legata in parte anche ai suoi autori.

Il suo co-creatore, McFarlane (non a caso papà anche di Spawn), e il disegnatore che ha curato Venom dopo di lui, Larsen, erano rockstar del fumetto, capaci di muovere un seguito nutritissimo di appassionati su qualsiasi testata firmassero. Naturale dunque che, comparendo in albi realizzati da McFarlane o Larsen, Venom ottenne da subito una schiera di seguaci folta.

Inoltre, in quegli anni il fumetto americano stava vivendo un periodo felice. Un rinnovato interesse da parte dei media generalisti portò molta gente a leggere i comic book e altrettanti speculatori a investirci. I supereroi diventarono protagonisti di serie televisive, cartoni animati e videogiochi. La celebrità fumettistica di Venom lo rese il personaggio migliore da adattare nelle storie dell’Uomo Ragno prodotte per altri mezzi.

La sua presenza fu spalmata su videogiochi, action figure, carte collezionabili, e soprattutto sulla serie animata di Spider-Man del 1994. Lo show raccolse un vasto consenso di pubblico e ciò contribuì a renderlo popolare anche tra coloro che non leggevano i fumetti dell’Uomo Ragno.

Gli altri simbionti

Data la popolarità, le ramificazioni di Venom negli anni sono tante e variegate (il blogger Dr. Manhattan le ha elencate quasi tutte). Tra le più fertili in termini di storie vanno citate lo psicopatico Carnage, nato quando il simbionte entrò in contatto con il serial killer Cletus Kasady, compagno di cella di Brock, anch’egli nel corso degli anni passato di ospite in ospite.

Carnage è un cattivo puro, una versione ancora più crudele del padre Venom. A sua volte, Carnage ha figliato un terzo simbionte, Toxin, che dei tre è il personaggio mosso dalle intenzioni migliori. A ospitare Toxin fu per primo il poliziotto newyorchese Patrick Mulligan e, in un secondo momento, un Eddie Brock sprovvisto di simbionte.

Nel film Venom è invece presente come avversario principale Riot, uno dei cinque esseri creati dalla Fondazione per la Vita. Caratterizzato da un colore violaceo, il suo primo ospite fu Trevor Cole, un agente di sicurezza della Fondazione.

Un personaggio speciale

Sarebbe facile ridurre la fama di un personaggio alle pur azzeccatissime intuizioni estetiche dei suoi disegnatori e allo zeitgeist. La realtà è che Venom, nella sua concezione originaria, era il personaggio in completa opposizione – e quindi per questo più vicino – all’Uomo Ragno.

Dove questi era integrità morale, carattere che cerca con ogni fibra del proprio animo di non lasciarsi tentare dalla scelta più facile o più remunerativa se entra in contrasto con il bene superiore, Venom era il male gioioso, essenza lasciva e abbandono completo al piacere, quello più immediato, quello più appagante.

Ma spostare il peso narrativo del cattivo da comprimario a personaggio principale obbligò a qualche aggiustamento. Gli autori elaborarono un retroterra per Brock e lo resero una persona priva di mire malvage. Così facendo, il conflitto tra il suo desiderio di fare del bene e la crudeltà del simbionte lo rese un anti-eroe e fornì benzina per le storie future, complicando anche la natura del rapporto con l’Uomo Ragno.

Il meccanismo, se non gestito da scrittori sensibili, si riduceva però a ben poco. Fu Paul Jenkins con la storia Venom si sveglia a mezzanotte a riportare il conflitto tra Eddie e il simbionte a un livello profondo, introducendo la malattia.

Invece che escamotage per facili pietismi, Jenkins utilizzò il cancro come metafora del rapporto tra i due esseri e concentrò gli sforzi nel rendere la loro convivenza una tortura per entrambe le parti. Da lì, la situazione tornò ai canoni consueti (tanto che Comic Book Resources intitolò un articolo Venom è ancora rilevante?), ma Venom si sveglia a mezzanotte dimostrò quanto ricche possono essere le storie del V-Man.

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