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ComicsCome sono i rilanci dei Fantastici Quattro e Iron Man

Come sono i rilanci dei Fantastici Quattro e Iron Man

ATTENZIONE: QUESTO ARTICOLO CONTIENE SPOILER

Dopo aver firmato centinaia di numeri di Spider-Man, con buone vendite ma pure con totale alienazione di molti lettori, Dan Slott è passato nel nuovo rilancio della Casa delle Idee a dirigere due serie a dir poco di punta: da una parte Tony Stark – Iron Man e dall’altra Fanstatic Four, finalmente tornata in pista dopo molti anni di limbo (che i maligni attribuiscono, probabilmente a ragione, ai diritti cinematografici in mano alla Fox, questione ora risolta dall’acquisizione da parte di Disney).

Iron Man
La testata dedicata a Tony Stark ci riporta dalle parti del Peter Parker milionario a capo di una multinazionale del settore tecnologico con innovativi e avveniristici progetti, e tutto il primo arco vede susseguirsi invenzioni, con Jocasta in crisi d’identità che vuole difendere i diritti delle IA mentre però vive una relazione difficile con il più radicale Machine Man.

Limitiamoci a dire che le rivendicazioni di Jocasta sembrano una versione di cattivo gusto di quelle di #timesup e movimenti affini, che Machine Man non meritava un trattamento del genere, e che il fronte avventuroso è pressoché azzerato dalle continue invenzioni di Stark.

Le cose non migliorano nel numero dedicato al fratello di Tony, Arno, che inizialmente appare come un filantropo ma alla fine dell’episodio somiglia più a uno scienziato pazzo. Insomma, una partenza tutt’altro che entusiasmante.

Fantastici Quattro
Più interessante e anche molto più attesa è la gestione di Slott dei Fantastici Quattro, che per altro parte molto bene, con Sara Pichelli alle matite e un primo episodio che si concentra su Ben e Johnny e solo alla fine mostra gli altri personaggi.

fantastici quattro slott alex ross copertina fumetto marvel

Anche il secondo numero fa ben sperare nel coniugare il meraviglioso della creazione di universi a questioni famigliari trattate con ottimismo e delicatezza. Ci ricorda lo Slott migliore, quello del Silver Surfer realizzato in coppia con Allred. Almeno finché non ha inizio lo scontro con la cattivissima Griever, incarnazione dell’entropia che distrugge quasi tutti gli universi creati da Franklin Richards e che come prima cosa elimina l’uomo Molecola. Griever è un avversario apparentemente inarrestabile che però ha una enorme limitazione e come tale finisce per essere arginato nel numero successivo, dove Sara Pichelli disegna solo alcune tavole e in cui subentra alle matite Nico Leon.

Oltre che visivamente meno spettacolare ed energico, il terzo albo svela le gambe corte di Slott la cui trovata convince poco perché, rispetto alle altre entità dell’universo cui viene paragonata Griever, la sua limitazione è davvero macroscopica. A ogni modo si trattava di un passaggio quasi obbligato per riunire il team, celebrarlo portando in scena tutti i personaggi che hanno mai militato nei Fantastici Quattro (più l’uomo ghiaccio che vedremo nel team in un prossimo flashback) e ricalibrare i poteri ingestibili di Franklin oltre che togliere di torno Molecola. Se la soluzione non è geniale ci si può pure passare sopra. 

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Purtroppo poi arriva il quarto numero che, disegnato da Nico Leon e Stefano Caselli, riporta finalmente il team sulla Terra, dove scoprono che però un nuovo gruppo, i Fantastix, ha preso possesso del Baxter Building. Questi si battono contro la solita squadra di demolizione, finché Valeria non scopre il loro segreto, in realtà così maldestramente custodito che sembra di leggere una storia all-ages, per giovanissimi insomma. A un lettore che abbia più di dieci anni l’episodio appare di sconcertante ovvietà, quasi un fill-in d’altri tempi e non certo dei migliori

Si arriva quindi al numero speciale dedicato al matrimonio di Ben e Alicia, con una storia di Gail Simone e Laura Braga dedicata all’addio al nubilato di Alicia insieme a varie supereroine, ma è roba a dir poco trascurabile con la serata che si conclude all’insegna dei buoni sentimenti e invece di festeggiare Alicia si festeggia l’anniversario di matrimonio dell’autista della nottata. Inoltre i disegni sono davvero mediocri.

La seconda storia dello speciale, scritta da Dan Slott e disegnata da Mark Buckingham, è invece più interessante, perché vede Ben chiedere la mano di Alicia a suo padre, il Burattinaio, in un carcere di massima sicurezza. Il colpo di scena conclusivo è ben piazzato e per una volta convincente, inoltre i disegni di Buckingham hanno una classicità calzante a un villain tanto storico, ma per quanto si tratti di un capitolo positivo parliamo comunque di sole 8 pagine.

Si arriva quindi al numero del matrimonio, che Ben vuole piuttosto privato, senza troppi supereroi intorno per evitare che le cose finiscano in una super zuffa come accade normalmente in queste occasioni. La storia è disegnata dall’ottimo Aaron Kuder, con inserti di Mike e Laura Allred e di Adam Hughes, insomma una qualità produttiva ineccepibile.

Il flashback degli Allred è di taglio mélo, come si addice al loro gusto pop, e vede Sue Storm ricordare il suo complesso rapporto con Ben Grimm, mentre la parte di Hughes è dedicata all’addio al celibato organizzato dalla Torcia Umana – e qui non manca la super rissa – con inevitabile momento di sincera amicizia tra Johnny e Ben.

Infine al matrimonio vero e proprio Reed arriva all’ultimo minuto utile, ma ha escogitato un sistema per far sì che la cerimonia non possa essere interrotta nemmeno da un’emergenza cosmica (che terrà banco nei prossimi numeri). Che Reed potesse davvero saltare il matrimonio non era ovviamente un reale elemento di tensione, ma Slott ci ha provato lo stesso e pure in modo artificioso perché far spiegare allo scienziato la ragione del suo chiudersi in laboratorio non era certo difficile e la “sorpresa” del suo arrivo e della sua soluzione non meraviglierà nessuno. 

dottor destino fantastici quattro galactus

Insomma se sul versante grafico, pur con alti e bassi dovuti all’addio di Sara Pichelli, Fantastici Quattro si è mantenuta su un buon livello, e soprattutto nel numero del matrimonio vanta un tris di artisti di razza, dal punto di vista narrativo questi cinque episodi più uno speciale sono stati una delusione dietro l’altra.

Prima con la soluzione della minaccia della Griever, poi con i Fantastix e poi pure con l’addio al nubilato e il matrimonio, la serie non ha mai davvero stupito e anzi si è progressivamente assestata su un registro di banale ottimismo, pressoché privo del sense of wonder che dovrebbe invece essere la forza della testata. È vero che si può considerare tutto questo come una sorta di prologo e i prossimi numeri con il Dottor Destino e Galactus dovrebbero entrare nel vivo, ma rimane una partenza diesel, indegna di una serie rimasta ferma tanto a lungo. Presupposti che non fanno affatto ben sperare che Slott sappia scrivere avventure del quartetto capaci di andare oltre i suoi quadretti famigliari vagamente stucchevoli. 

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