“Seven to Eternity”, storia fantastica sulle tentazioni del potere

Con il tredicesimo episodio Seven to Eternity arriva alla conclusione del suo terzo arco, incentrato sulla vicenda dei nemici – ma alleati – Adam Osiris e il Dio dei sussurri. Il primo aveva giurato al padre di non ascoltare mai una proposta del secondo, perché questi è capace di vedere nella mente di chi ha di fronte, conosce i suoi desideri più profondi meglio di chi lo ascolta e quindi le sue offerte sono irresistibili e spesso solo apparentemente innocue.

Il prezzo da pagare può essere limitato a un piccolo legame telepatico, che permette al Dio dei sussurri di continuare a osservare chi ha patteggiato con lui e di vedere il mondo attraverso i suoi occhi. Insomma fare un patto con il Dio dei sussurri è un po’ come iscriversi a un social network, solo manipolato da un’entità malvagia che usa le informazioni raccolte per aumentare il proprio potere. Forse non c’è davvero differenza!

Il Dio dei sussurri ha anche una vena particolarmente sadica, e spesso i suoi patti hanno un prezzo molto salato: arriva perfino a maledire un’intera città impedendo ai suoi abitanti di toccare terra e obbligandoli a vivere tra le nuvole. Adam e una setta di guerrieri di varie origini ha trovato il modo di sconfiggerlo, riuscendo a tenere a bada anche il suo quasi inarrestabile figlio, il Piper, demoniaco suonatore di flauto che evoca forze spaventose attraverso la musica.

C’è però un grosso problema: uccidere il Dio dei sussurri causerebbe uno shock letale a tutti coloro che hanno accettato una sua offerta, porterebbe cioè alla morte milioni di persone visto che ormai il mondo intero è caduto sotto il suo subdolo controllo. Il gruppo dei sette eroi deve quindi prima raggiungere un mago capace di rompere questo legame, e solo allora l’antagonista potrà essere ucciso. Ma per quanto appartengano a strane razze fantastiche, anche coloro che hanno catturato il Dio dei sussurri sono solo umani, con le loro debolezze, e nessuno più di Adam: afflitto da una malattia terminale e molto preoccupato per la sopravvivenza della sua famiglia, costretta da anni a vivere di stenti in una terra arida.

Questo il complesso assunto di Seven to Eternity, fantasy scritto da Rick Remender per i disegni di Jerome Opeña e i colori di Matt Hollingsworth, un progetto a cui i primi due pensavano già da molti anni e la cui pubblicazione è iniziata nel 2016. Remender nelle interviste non nasconde il senso di responsabilità nel lavorare con un talento mostruoso come quello di Opeña, cosciente di non poterlo sprecare e di doverlo anzi valorizzare al massimo, offrendogli situazioni fantastiche e spettacolari cui dare vita insieme ai colori brillanti di Hollingsworth.

Il risultato è una sequela di scene spesso impressionanti, sempre attraversate da figure di grande plasticità, personaggi espressivi anche se inumani e con un design curatissimo in ogni dettaglio, dalle varie specie cui appartengono fino ai costumi e ai poteri. Purtroppo, nonostante il ritmo di pubblicazione sia relativamente placido, Opeña non è comunque riuscito a tenere il passo e due numeri (il settimo e l’ottavo) sono stati realizzati dal pur buon James Harren, ma davvero non c’è confronto tra i due disegnatori.

La forza di Seven to Eternity non è comunque solo nei disegni, ma pure in un approccio al fantasy che è sia tradizionale, con tanto di quest per cui bisogna attraversare terre impervie mentre si cerca di resistere alla tentazione (come per Frodo nel Signore degli Anelli), sia moderno in un protagonista che cerca di agire nel modo migliore possibile ma finisce per compromettersi irrimediabilmente.

Del resto quella di Adam è una situazione senza speranza: il fatto di non poter essere ucciso – pena una sorta di genocidio – permette al Dio dei sussurri di usare le situazioni rischiose a proprio vantaggio, obbligando Adam a scelte terribili. Tanto che una profezia vede in Adam stesso il vero male che dominerà il futuro del mondo di Zhal.

Altro tema al cuore di Seven to Eternity – e che ne fa una storia intima oltre che fantastica – è quello della famiglia, per il rapporto di Adam sia con il severo padre, sia con la moglie, sia con i figli. In particolare, una figlia assiste – a insaputa di Adam – alle drammatiche conseguenze delle scelte paterne, da cui è sempre più sconcertata. Allo stesso modo il Dio dei sussurri ha complesse relazioni con la propria progenie: ha maledetto un suo bastardo segnandone il destino in modo irreversibile, ma pure del prediletto Piper dimostra di fidarsi solo fino a un certo punto.

I figli stessi sono d’altra parte forgiati da una figura paterna che, in quanto signore del mondo, davvero non potrebbe essere più ingombrante, così come la famiglia di Adam è schiacciata da una virtù senza compromessi come quella del nonno, di cui però tutti loro hanno dovuto pagare il prezzo.

Seven to Eternity è dunque un racconto morale e familiare tanto quanto un’opera dell’immaginario fantastico e una storia sulle tentazioni del potere, di chi lo vuole come di chi cerca di conservarlo. E la posta in gioco si fa sempre più alta di episodio in episodio.

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