5 motivi per leggere “Trottole” di Tillie Walden

bbb consiglia bilbolbul

Nella rubrica ‘BBB Consiglia’, ogni mese, il festival bolognese BilBOlbul seleziona un’opera a fumetti di particolare valore e interesse, offrendo una lista di buone ragioni per leggerlo. Questo mese parliamo di Trottole di Tillie Walden, pubblicato da Mondadori Oscar Ink.

1 | Un’autobiografia caotica

Trottole è l’autobiografia di una ragazza di diciassette anni, scritta da una ragazza di ventitré. Fa sorridere a dirlo, ma è uno degli aspetti più affascinanti del libro, perché l’assenza di una reale prospettiva che permetta all’autrice di costruire un memoir coerente è insieme un pregio e un difetto. Trottole è (come ammette la stessa Walden nella postfazione) un libro caotico, che sovrappone piani della narrazione, argomenti, situazioni diverse. Si presenta come un libro sul pattinaggio, ma scivola presto in una riflessione sulla costruzione dell’identità, sulla scoperta dell’amore, delle relazioni e delle dinamiche di potere che si portano dietro, sulla paura e la fretta di diventare adulte. La confusione e gli incroci di Trottole parlano la lingua dei ragazzi e delle ragazze, e disegnano un ritratto credibile di un periodo della vita in cui ogni cosa è fondamentale e intrecciata a tutto il resto.

trottole tillie walden

2 | Il giallo e il blu

Tanto è caotica e frammentaria la narrazione, tanto è preciso e chirurgico l’uso del colore: Walden alterna blu e giallo per creare un’intermittenza senza sosta tra momenti di chiusura e grandi aperture. Mentre il racconto procede in un blu notte che rende l’atmosfera opprimente e claustrofobica, tratti di giallo illuminano certe vignette, a sottolineare la soglia tra il dentro e il fuori, i riflettori che illuminano la protagonista durante le gare di pattinaggio (nei rari momenti in cui lo sport diventa spazio di libertà e di espressione), e poi i primi baci, le discussioni, le esplosioni, reali o metaforiche, che segnano punti di soglia nell’andamento della storia. Una geometria cromatica che lascia intuire il talento di Walden e la sua consapevolezza profonda dell’uso del linguaggio del fumetto.

3 | Formazione di un’identità

Trottole è la storia di una ragazza che a diciassette anni si chiede «quali sono le mie passioni?, quali i miei obiettivi?, di chi mi innamoro?, cosa di brutto mi è successo nella vita?». È una riflessione non programmatica sull’identità personale, nel senso più ampio del termine, che mette in fila emozioni ed eventi allo scopo di esplorarli, senza una tesi da dimostrare.

Così Tillie Walden racconta di essere omosessuale – e delle reazioni dei suoi amici e familiari alla scoperta del suo orientamento – senza che Trottole diventi “un libro sull’essere omosessuali”, racconta della violenza subita dal ragazzo che le dà ripetizioni senza che diventi “un libro sulla violenza”. Questi argomenti, questi temi che tanto sono centrali nella società attuale, si infilano intrecciati a tutto il resto nel racconto della vita di questa giovane ragazza. Ci entrano con tutta la naturalezza possibile, senza diventare elementi definitori né slogan.

trottole tillie walden

4 | Il rapporto con lo sport

Uno degli aspetti più interessanti di Trottole è il modo in cui è rappresentato il complicato rapporto tra la protagonista e il pattinaggio, una delle componenti principali della storia che però non prende mai il sopravvento, non diventa il centro dell’attenzione, andando ad aggiungere corpo all’intricata autobiografia di cui si diceva al punto uno.

E, come per tutti gli altri aspetti di questo bel libro, anche il racconto attorno allo sport è restituito al lettore con molti strati di complessità, senza eccedere nell’entusiasmo e nelle piroette verso il futuro di tanta narrazione di genere: il pattinaggio è per l’autrice sì una passione ma anche un peso, un’attività portata avanti un po’ per abitudine e un po’ per un bisogno d’eccellere che non riesce bene a capire da dove venga, un po’ per senso d’appartenenza ma anche per il bisogno di distinguersi. Un misto di sensazioni contrastanti che non mancano di trovare identificazione in qualsiasi lettore abbia praticato da giovane, come l’autrice, uno sport trovandosi a un certo punto a chiedersi “è vero che mi piace, ma perché lo sto facendo?”.

5 | Una giovane promessa

Se nell’approccio alla narrazione Trottole mantiene una struttura caotica, una sorta di mancanza di prospettiva e di distacco dagli eventi narrati, sul piano linguistico Tillie Walden mostra una maturità e una competenza – nel segno, nel colore, nella regia – che non ci si aspetterebbe da una fumettista della sua età. E infatti Walden ha già vinto tra gli altri due Ignatz e un Eisner Award.

Trottole è il suo primo libro a essere tradotto in italiano e vale la pena leggerlo, oltre che per i motivi già citati e i mille altri nei quali ci si potrebbe dilungare, anche solo per iniziare ad approcciarsi all’opera di una delle autrici di fumetto più rilevanti della sua generazione, autrice della quale a giudicare dal livello attuale della sua produzione si sentirà parlare con sempre maggior insistenza. Siamo solo all’inizio, e il livello è già questo.