MTV Anime Night, un programma che fece la storia

Fino alla fine degli anni Novanta, gli anime che arrivavano sui canali nazionali della tv italiana erano in buona parte destinati ai più piccoli – tra adattamenti di manga shonen e shojo – con poco spazio per serie in grado di intercettare un pubblico più maturo. Tutto questo cambiò esattamente 20 anni fa, giovedì 21 ottobre 1999, quando il canale televisivo MTV trasmise per la prima volta un contenitore che avrebbe continuato a lasciare forti tracce nell’immaginario dei giovani italiani anche dopo la sua conclusione: Anime Night.

golden boy anime night mtv

Violenza ed erotismo
Alle ore 21 di quella sera, a inaugurare un format che sarebbe durato circa 11 anni, fu la prima puntata di Cowboy Bebop, anime fantascientifico che aveva esordito in Giappone appena un anno e mezzo prima, ma che era diventato presto famoso per le scene particolarmente cruente, che gli erano costate censure in Giappone. La serie è ambientata nell’anno 2071, in un futuro in cui l’umanità ha abbandonato il pianeta Terra in seguito a una catastrofe per rifugiarsi su altri pianeti del sistema solare e in particolare su Marte. I due protagonisti, Spike Spiegel e Jet Black, sono due cacciatori di taglie che, come se fossero nel vecchio West, danno la caccia a criminali spaziali.

Quella stessa sera, il programma continuò con il primo episodio di Golden Boy, che, pur non sconfinando nel genere pornografico degli hentai, includeva nudità ed erotismo a cui gli spettatori non erano stati abituati fino a quel momento. La storia segue le vicende di Kintaro Oe, un venticinquenne di Tokyo che lascia l’università per girare il Giappone in bicicletta, guadagnandosi da vivere con piccoli lavoretti. Lungo il percorso si ritrova spesso in situazioni imbarazzanti, soprattutto quando ci sono di mezzo delle ragazze.

Con Cowboy Bebop e Golden Boy, Anime Night chiarì così fin da subito quali sarebbero stati i due elementi che avrebbero a grandi spanne distinto gli anime di MTV da quelli dei canali Mediaset: violenza ed erotismo.

Il contesto
Tra la fine degli anni Novanta e i primi anni Duemila, MTV – la cui versione italiana era stata inaugurata nel 1997 – era il canale dei giovani per eccellenza. In un’epoca dove i social non esistevano e l’avvento di Internet era ancora nella sua fase embrionale, la televisione restava un pilastro fondamentale nella trasmissione della cultura pop. Basti pensare che nel marzo 2000 l’Espresso riportò che MTV contava 22 canali in tutto il mondo, i quali ogni mese raggiungevano 218 milioni di spettatori di età compresa tra i 12 e i 34 anni. Nel nostro paese, poi, esso rivestiva una particolare importanza in quanto era l’unico canale interamente rivolto in modo specifico a ragazzi e adolescenti.

In quel periodo Italia 1 era riuscita a portare sul piccolo schermo alcuni successi dell’animazione giapponese, da Dragon Ball a One Piece, da Detective Conan a Pokémon, che però si rivolgevano soprattutto ai più piccoli, spesso con censure molto evidenti. Non a caso, tutti questi programmi venivano proiettati poco dopo l’ora di pranzo. A detenere il monopolio di queste serie erano Mediaset e altre emittenti private. MTV, invece, decise di rivolgersi a un pubblico forse più di nicchia ma comunque numeroso, trasmettendo i suoi anime ogni martedì in prima serata, per la precisione dalle ore 21 alle 22:30, e proiettando tre episodi di tre serie diverse di 25 minuti circa ciascuno. Il programma fu creato anche grazie alla collaborazione con la casa editrice Dynamic Italia (oggi Dynit).

Una differenza che saltava subito all’occhio tra i modelli dei due canali stava nel fatto che, mentre su Italia 1 gli episodi uscivano ogni giorno, su Anime Night uscivano a cadenza settimanale, esattamente come sulla televisione nipponica. Inoltre, anziché produrre nuove sigle in italiano come si era fatto fino a quel momento, nel nuovo contenitore furono mantenute le sigle originali in giapponese.

slam dunk anime night mtv

I primi anni
Dopo il successo delle due serie iniziali, il repertorio del programma si ampliò con altri anime destinati a ottenere un grande successo di pubblico: dal 2000 al 2001, ad esempio, la serie Slam Dunk, con protagonista un liceale che gioca a pallacanestro, divenne tra i programmi con il più alto share di MTV.

Tra le serie che debuttarono nel 2001 due in particolare vanno ricordate. La prima è Inuyasha, ambientata nel Giappone feudale e incentrata sulle avventure di un guerriero per metà umano e per metà demone, che assieme a Kagome, una ragazza proveniente dai giorni nostri, deve ritrovare tutti i frammenti di un gioiello noto come la Sfera dei Quattro Spiriti, che dona al suo possessore poteri smisurati. La serie fu trasmessa negli anni anche da altre emittenti televisive, sia nazionali che locali, fino al 2010, quando l’ultima stagione fu mandata in onda dalla stessa MTV.

L’altro anime di successo uscito nel 2001 fu Neon Genesis Evangelion, una serie fantascientifica ambientata in un futuro distopico in cui l’adolescente Shinji Ikari viene scelto assieme a due coetanee per pilotare dei giganteschi robot chiamati Eva per difendere l’umanità da enormi creature chiamate Angeli. L’anime e il manga hanno riscontrato nel corso degli anni un successo di vasta portata, tanto che ancor oggi continuano a uscire film e spin-off dedicati, e di recente la serie animata è tornata disponibile anche su Netflix, causando forti polemiche e la decisione di eliminare il doppiaggio italiano.

L’età dell’oro
Su MTV arrivarono poi anche serie già trasmesse da anni su altri canali italiani come Ranma ½ (creato da Rumiko Takahashi autrice anche di Inuyasha), con protagonista un sedicenne esperto di arti marziali che a causa di una maledizione si trasforma in una ragazza quando si bagna con l’acqua fredda. Portata su MTV nel 2003, Ranma ½ era già apparsa su alcune emittenti locali e su TMC.

Sempre nel 2003 invece fece la sua apparizione una serie che avrebbe fatto molto discutere soprattutto per i suoi risvolti sexy: Great Teacher Onizuka, più conosciuto come GTO, che parla di un ex-teppista divenuto insegnante solo per provarci con le studentesse. E infatti l’anime fu al centro di numerose polemiche per le inquadrature sulle parti intime delle studentesse.

Tra il 2003 e il 2007 l’offerta si arricchì con altre serie tra cui Full Metal Panic!, Aquarion, Black Lagoon e, soprattutto, Fullmetal Alchemist, che racconta le avventure dei fratelli alchimisti Edward e Alphonse Elric, che cercano di riavere i loro corpi persi a causa di un esperimento fallito per riportare in vita la loro defunta madre. Per il resto, il programma ripropose sempre più spesso repliche di anime già trasmessi. Inoltre, in alcune serate gli episodi furono sostituiti da film e OAV: tra settembre e ottobre 2005, ad esempio, furono proiettati tre film tratti dall’anime di Inuyasha.

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La prima crisi e la fine
Per quasi nove anni l’appuntamento settimanale con il programma continuò ogni martedì (quasi) senza interruzioni. Il primo segnale di crisi arrivò il 9 giugno 2008, quando un comunicato apparso sul sito del canale annunciò che «quella di martedì 17 giugno sarà una data davvero cruciale anche per un altro motivo: sarà l’ultima sera di Anime Night. Proprio così… l’appuntamento settimanale del martedì sera con Anime Night di MTV giunge al termine».

E in effetti Anime Night si interruppe, salvo poi tornare il 28 ottobre dello stesso anno con la terza serie di Full Metal Panic! e, ancor più importante, con il primo episodio di Death Note. Diventata un cult in breve tempo, la storia parla di uno studente liceale, Light Yagami, che scopre un misterioso quaderno dove se scrivi il nome di una persona questa muore e decide di usarlo per liberare il mondo dai malvagi.

Nel 2009 iniziò l’undicesima e ultima stagione di Anime Night: dal 13 ottobre di quell’anno la fascia oraria si ampliò, passando da 3 a 4 episodi a settimana, e oltre alle repliche di Death Note e Black Lagoon fu inaugurato Fullmetal Alchemist: Brotherhood, che a differenza della prima serie era molto più fedele al manga originale di Hiromu Arakawa. Inoltre, il 16 febbraio 2010 debuttò anche il documentario Nadia SK Cosplay Documentary, che mirava a far conoscere il fenomeno dei cosplay giapponesi. Il 17 agosto 2010 fu mandato in onda l’ultimo appuntamento diAnime Night, con la puntata conclusiva di Brotherhood e nuovamente il documentario sui cosplay.

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Dopo quella sera Anime Night non fu più rinnovato. Tuttavia, gli anime non smisero di essere trasmessi su MTV: a partire dal 13 novembre fu proiettato Inuyasha The Final Act, ultima serie sul mezzo demone, che però anziché il martedì sera fu trasmessa il sabato pomeriggio.

L’eredità
A distanza di tanti anni, il modo di fruire gli anime in Italia è molto cambiato rispetto a ciò che era alla fine degli anni Novanta: dal 2008, gli anime hanno prima iniziato a spostarsi sul digitale terrestre, e in particolare su Rai 4 o su canali Sky come Man-ga, per poi trovare ampio spazio sulle piattaforme streaming come Netflix, Amazon Prime Video e VVVVID; quest’ultima in particolare ha una significativa importanza anche perché è legata a Dynit, lo stesso editore che contribuì alla nascita di Anime Night e che ora ha avviato una collaborazione con Prime Video.

Ma, nonostante tutti questi cambiamenti, è innegabile che quei martedì sera che radunavano innumerevoli ragazzi davanti allo schermo hanno lasciato una traccia profonda nell’immaginario di molti italiani, poiché hanno dimostrato anche ai profani che gli anime non erano solo un prodotto per bambini. Basti pensare che persino il critico televisivo Aldo Grasso, nella sua Enciclopedia della Televisione edita nel 2008 da Garzanti, alla voce “anime” parla del ruolo svolto da MTV nel diffondere questa cultura in Italia.

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