In scena!, il fumetto di Raina Telgemeier originariamente pubblicato nel 2012 da Scholastic con il titolo Drama e in Italia tradotto da Editrice Il Castoro, è uno dei fumetti statunitensi più venduti del decennio scorso e, contemporaneamente, uno dei più criticati e censurati.

La storia prende spunto da esperienze realmente vissute dall’autrice – come quasi tutti i suoi lavori – e racconta di Callie e del suo impegno nella preparazione di un musical scolastico. Sullo sfondo, Callie vive sentimenti d’amore contrastanti nei confronti di Greg e, nel frattempo, i suoi amici scoprono la propria identità sessuale.
In scena! è stato tra i libri più banditi e censurati dalle biblioteche americane poiché, secondo loro, è sessualmente esplicito in riferimento all’età dei lettori a cui è rivolto, ovvero i ragazzi. Sorvolando la questione francamente retrograda e persino bigotta, segno di un conservatorismo politico, sociale e mentale che pare non limitarsi ai soli Stati Uniti, In scena! è l’ennesima dimostrazione delle doti di autrice di Raina Telgemeier.
Negli Stati Uniti il successo che interessa la Telgemeier ha a che fare probabilmente con il linguaggio che utilizza per raccontare le sue storie, perfettamente sincronizzato con lo stile adottato. L’autrice racconta l’adolescenza e la pre-adolescenza e lo fa con la sensibilità di chi ben conosce quella fase cruciale della nostra vita. I dialoghi che costruiscono le sue storie sono reali, sentiti, credibili; gli struggimenti, per quanto leggeri, concreti; le dinamiche interpersonali, come i rapporti di amicizia, con gli adulti, con la persona amata, sono intrisi di un realismo grazie al quale è impossibile non immedesimarsi in situazioni che, per quanto distanti negli anni e diverse negli sviluppi, abbiamo vissuto tutti.

La sincerità con cui Raina Telgemeier racconta le sue storie, derivante proprio da una porzione di verità da lei stessa vissuta, hanno reso opere come Smile, Sorelle e Fantasmi enormi successi editoriali, permettendole di vincere diverse volte l’ambito Eisner Award. In scena! non si discosta da tutto questo e anzi osa di più, su almeno due fronti, divenendo base per il futuro Fantasmi (In scena!, infatti, è stato pubblicato nel 2012 ed è il secondo graphic novel in ordine cronologico scritto dall’autrice).
Il primo è quello tecnico: in In scena! ci si possono ritrovare tutti i topoi della produzione telgemeieriana, come il character design, la colorazione, persino un “mood” nel raccontare le piccole tragedie quotidiane degli adolescenti. Ma è anche vero che quest’opera presenta momenti che si distanziano dalla linearità narrativa degli altri suoi titoli. In scena!, infatti, intreccia reale e rappresentazione, in questo modo la storia di Callie si collega con il musical a cui sta lavorando. Ecco che vita e messa in scena si confondono e magari si scambiano di posto, trasformando In scena! in una sorta di riflessione metalinguistica.

L’altro aspetto interessante riguarda i temi affrontati. Raina Telgemeier non si è mai tirata indietro nell’affrontare argomenti anche difficili, come il bullismo, l’emarginazione, la paura della separazione genitoriale, il desiderio di integrazione, la paura della morte o quello di una morale che corregga le storture del mondo-scuola. Lo ha fatto grazie alle sue abilità di narratrice trasparente e sincera, che le permette di proporre argomenti anche complessi con una delicatezza imbevuta di umanità e rispetto. Dopo In scena! lo farà in Fantasmi, dove la protagonista Catrina affronta la malattia della sorella Maya (fibrosa cistica) e la consapevolezza della morte. Tra le pagine di In scena!, invece, l’identità sessuale diventa il centro di un discorso che non perde mai di vista i personaggi e la loro necessità di amare in un mondo che spesso faticano a comprendere.
In scena!, nonostante le critiche da parte dell’ala più conservatrice dell’opinione pubblica statunitense, ha venduto centinaia di migliaia di copie e ha conquistato buona parte della critica. Forse il successo di Raina Telgemeier sta proprio qui: andare oltre le convenzioni, i pregiudizi, le pressioni, le categorie. Parlare direttamente al cuore, con la purezza di chi rispetta la storia che sta narrando.
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