Ogni settimana su Sunday Page un ospite ci spiega una tavola a cui è particolarmente legato o che lo ha colpito per motivi tecnici, artistici o emotivi. Le conversazioni possono divagare nelle acque aperte del fumetto, ma parte tutto dalla stessa domanda: «Se ora ti chiedessi di indicare una pagina che ami di un fumetto, quale sceglieresti e perché?».
Questa domenica è ospite, Mike Allred. Creatore di Madman, Allred inizia a lavorare come fumettista alla fine degli anni Ottanta, dopo una serie di lavori disparati (insegnante, conduttore radiofonico, reporter televisivo), distinguendosi per il tratto ispirato alla pop art e allo stile dei fumetti degli anni Cinquanta e Sassanta. Attivo nel campo supereroistico, tra i suoi incarichi più celebri compaiono X-Force, X-Statix, FF e Silver Surfer. Il suo ultimo lavoro, in coppia con la moglie Laura, fida colorista, è Bowie, la biografia a fumetti di David Bowie.

Ci sarebbero così tante scelte da fare, ma alla fine ho optato per Love & Rockets, e poi ho scelto una storia di Jaime, e poi ancora una pagina imprescindibile da una sua storia imprescindibile, Mechanics. Avrei potuto scegliere tante altre pagine, ma eccoci qui… Love & Rockets rimane uno dei fumetti che più mi hanno ispirato, aprendomi gli occhi sulla possibilità di scrivere e disegnare dei fumetti tutti miei.
In questa avventura Maggie, Rand Race sono in Zimbodia per riparare un razzo spaziale atterrano nella giungla anni prima. Perché hai scelto proprio questa storia?
Jaime Hernandez con Mechanics, tratta da Love & Rockets 2, mi sconvolse con un’avventura entusiasmante raccontata attraverso le lettere che Maggie scrive a Hopey. Non avevo mai visto nulla di simile. Era uno stile nuovo, naturale, speziato con elementi fantascientifici. Jaime poteva passare da istantanee, come le foto inviate insieme alle lettere di Maggie, agli eventi veri e proprio descritti in quelle lettere, e tutto scorre a meraviglia. È tutto così semplice, il modo in cui racconta l’attrazione tra Maggie e Race, eppure l’ambiente attorno a loro è ricco di piccole e grandi scoperte.
Ti ricordi come hai scoperto questo fumetto?
Negli anni Ottanta insegnavo “Television production” alla Air Force Academy di Colorado Springs e il figlio di un collega che mi aveva preceduto come insegnante aveva appena iniziato la propria carriera come fumettista. Era Steven T. Seagle, che poi sarebbe finito a creare Ben 10 e Big Hero 6.
Mi avevano regalato i primi numeri di Mister X, una serie realizzata dai fratelli Hernandez, e l’avevo amata alla follia. Quando lo conobbi, Steve mi disse che se mi piaceva Mister X allora Love & Rockets mi avrebbe mandato in pappa il cervello. Presi il primo volume che raccoglieva le storie, Steve aveva ragione. Sviluppai un’ossessione per quel fumetto, cercando ogni loro pubblicazione. Ancora oggi, compro e ricompro ogni loro fumetto.
Cosa ti ha colpito al punto da spingerti a trasformare i fumetti nel tuo lavoro?
Love & Rockets mi ha aperto gli occhi al potenziale illimitato della narrazione a fumetti. Quei primi numeri non solo erano realizzati da tre fratelli impegnati a creare il loro mondo, ma erano il parto di tre menti molto diverse, con stili, generi, tecniche e argomenti diversi. Tutti molto naturali, rilassati e allo stesso tempo elettrici. Io volevo la libertà di raccontare ogni tipo di storia senza restrizioni, per questo creai la mia etichetta Graphique Musique, quando vivevo in Europa, e poi le cambiai nome in Grafik Muzik quando tornai negli Stati Uniti. E presto il mio hobby si trasformò in una carriera.
C’è una lezione che, da autore, hai imparato leggendo Love & Rockets?
I fratelli Hernandez mi hanno mostrato che non ci sono limiti quando si tratta di raccontare una storia a fumetti. È stimolante poter sperimentare ed espandere il potenziale di questa forma d’arte. Ho capito che bisogna seguire le proprie passioni e cercare di realizzare ogni cosa al meglio delle proprie capacità.
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