Quasi è un’opera giovanile di Manu Larcenet e proprio per questo motivo lo stesso autore ci consiglia di leggerla in quanto tale, come un’opera d’occasione. È comunque indubbio che questo libercolo stampato à l’italienne rappresenta un passaggio obbligato per chi ama il fumettista francese. Inoltre, se letto retrospettivamente, contiene tutti i germi delle opere della maturità e che ne hanno sancito il successo.
Leggi un’anteprima del fumetto

Come spiegato nella postilla a fumetti, il libro nasce come una catarsi. Larcenet sfoga su carta la rabbia accumulata in uno dei periodi più oscuri della sua vita: quello della leva obbligatoria a cui fu costretto nei primi anni Novanta.
Chi scrive, purtroppo o per fortuna, è stato esentato dalla leva. Dopo l’ennesimo inoltro della domanda di rinvio per motivazioni di studio, finalmente arrivò quella che sembrava una specie di liberazione: infatti non era più necessario sottomettersi alla visita dei tre giorni e al conseguente periodo di leva forzata.
All’epoca salutammo l’evento come un atto di clemenza. Con il senno di poi quel periodo, nei racconti degli ultimi a cui toccò in sorte, ha assunto una sfumatura romantica e si è trasformato in una narrazione generazionale e un discrimine tra chi ha fatto la naja e chi invece non ha mai conosciuto l’ebbrezza delle armi. In realtà, scavando nei ricordi di chi ha vissuto quell’esperienza, salta fuori quasi sempre un aneddoto che nasconde risvolti spesso non piacevoli.

Larcenet ha lasciato per l’appunto decantare quei ricordi, facendo evaporare l’odio e la rabbia. Dinanzi al tavolo di disegno, quasi obbligato da Nicolas Lebedel, boss delle edizioni Les Rêveurs, si scopre disarmato, privo di quella collera che gli era rimasta appiccicata addosso. Eppure, nonostante ciò, si lancia in una scrittura quasi automatica con un segno che di volta in volta si fa a tratti nervoso e di colpo leggero (più vicino a quello utilizzato per le opere apparse sulle pagine di Fluide Glacial).
La lettura scorre veloce, assecondando il ritmo della narrazione che procede tutta d’un fiato, come se sentissimo nella voce di Larcenet una certa urgenza, come se vomitasse d’un colpo tutto quello che si era tenuto dentro per anni. Contemporaneamente, le pagine si sedimentano in profondità, siamo chiamati a fermarci e interrogarle anche nei momenti più leggeri dove il giovane Larcenet parla con la propria madre o con i suoi superiori.
Le vignette incorniciano volti emaciati e scavati, immobili nella loro anonimia segnata da un grado e da una matricola, in cui vediamo il pingue Manu muoversi cercando di conservare una propria identità. In questi volti, in cui il gesto del pennello tocca una dimensione primitiva ed ancestrale, Larcenet traccia i confini di quell’esplorazione del male che sarà al centro de Il rapporto di Brodeck: c’è la stessa solida e inespressiva alienazione. Sono quasi un contrappunto a quell’indagine, invece, sociale e storica che affronterà nello Scontro quotidiano, dove l’epifania del volto diventerà traccia di una legge morale. Nei momenti di estasi c’è anche traccia della metafisica vista in Blast: dinanzi al volo di un rapace, l’autore si smarrisce nella contemplazione e qualcosa di altro e primitivo lo avvolge, risalendo dal profondo.

In un racconto a metà strada da il romanzo di formazione di Full Metal Jacket e la disperazione del Woyzeck di Büchner, Larcenet parla di un abisso, in cui alcuni si perdono e che altri attraversano indenni, ma che per decenni ha rappresentato un rito di passaggio obbligatorio e spesso violento.
Larcenet, con la giusta distanza, descrive quel periodo, provando anche una forma di stupore, ma non vergognandosi dei propri sentimenti, anzi mettendoli a nudo e denunciando una prassi violenta e disumana di destituzione dell’identità attraverso il controllo del corpo: questo è la leva obbligatoria per il fumettista francese.
Un’opera minore, ma rilevante per il percorso autoriale di Larcenet, che si iscrive nella grande stagione dell’autobiografia a fumetti francese, inaugurata da autori come David B. e Blutch.
Leggi anche: Scontri e ritorni: i 50 anni di Manu Larcenet
Entra nel canale WhatsApp di Fumettologica, clicca qui. O seguici su Telegram, Instagram, Facebook e Twitter.