Per la nostra rubrica Lo scaffale di…, abbiamo chiesto a Paolo Cattaneo (Non mi posso lamentare, Manuelone, L’estate scorsa) di scegliere e commentare 5 fumetti dalle sue letture più recenti.
Rufolo e il grande evento, di Fabio Tonetto

È un fumetto che ancora una volta conferma quanto l’universo che Tonetto ha costruito intorno ai suoi personaggi sia sorprendentemente lucido. Un mondo, quello di Rufolo, qui al suo secondo libro, ma alla sua prima storia lunga, assolutamente coerente e meccanicamente plausibile. Esistono infatti delle regole precisissime e molto distanti dalle certe derive lisergiche che magari di primo acchito possono trarre in inganno. Tonetto invece è uno Fantasbirro della fantasia che manganella senza pietà tutti quelli che non rispettano le Fantaregole. Ma se siete dei lettori attenti questo già lo sapete.
Sì, certo, anche io inizialmente ho patito l’assenza del Signor Atti (personaggio centrale della saga rufoliana), ma poi ho capito che invece è un’assenza necessaria a far funzionare svizzeramente la dittatura Tonettiana.
Un fumetto esotico come una pentolaccia (o pignatta) con una bellissima foggia, ma che va bastonata tutta fino a romperla e poi frugare nelle sue viscere di dolciumi sparse al suolo per capirla veramente. Vengono tirati in ballo dei concetti che io non sono la persona giusta per tentare di spiegare, ma sono comunque convinto che questo fumetto dovrebbe stare su più mensole possibili, con o senza il primo Rufolo.
Italo, di Vincenzo Filosa

Ho avuto la fortuna di assistere alla magia di sensei Filosa che compilava le tavole di Italo, al suo fianco, ascoltandoci i video di Sabaku No Maiku, sognando videogame che non avevamo modo di giocare per colpa dei fumetti.
Italo è un libro con dentro una storia che pesa come un mattone, ma uno di quei mattoni che si impilano sotto il semiasse di un’Audi per fottersi le gomme. Anzi di una Mercedes (come l’auto che guida Italo). Una storia nera, vera, in cui Vincenzo e Italo si scambiano di abito in continuazione, davanti al pubblico, senza nessun pudore a rimanere nudi tra un costume e l’altro. Ma anche noi siamo tutti degli Itali, soprattutto se siamo sicuri del contrario. Italo è l’Italia, abbronzata e seduta sulla sdraio con la pancia piena del cibo più buono, ma che al cesso piscia fuori e non tira la catena. Italo sono io che mi lamento forsennatamente dei disperati che si fanno sotto casa, Italo sei tu che dici che Italo è un grande pezzo di merda.
Italo è un libro importante, coraggioso, che va dritto al punto, una storia che prende a pugni nel cuore senza nessuna redenzione, proprio come la vita vera.
E poi è pure disegnato con tutta la sapienza dal pennino più sudato d’Italia, e se state attenti se ne sente l’odore.
Cosma e Mito, di Vincenzo Filosa e Nicola Zurlo

Quello sulla mia mensola è il primo numero di una serie di quattro (mi pare) ed è tutto a colori. E che colori: vivacissimi, calibratissimi, calabresissimi. Una festa per gli occhi.
Cosma e Mito è entusiasmante per almeno 10 diversi motivi:
- È un fumetto di botte vere, fatto da uno degli autori più fighi e più riconoscibili d’Italia.
- È una serie manga italiana, uno shonen, proprio!
- Ci sono i mostri, tantissimi mostri, tutti diversi, gruppi giganteschi di mostri tutti da guardare uno per uno.
- C’è una femmina letale armata di katana fighissima da innamorarsi.
- Ci sono le leggende misteriose della Calabria che affondano le radici nella regione più misteriosa d’Italia.
- È il primo manga italiano ad avere una sigla ufficiale animata (la trovate su YouTube).
- C’è il giusto numero di lupi mannari.
- C’è la giusta dose di gastronomia tradizionale.
- Ci sono i paesaggi dell’Italia Meridionale.
- Cè la MAGIA.
Recentemente, ho avuto il privilegio di sbirciare un po’ delle tavole del secondo numero mentre è in lavorazione, ed è stato come mangiarsi una pizza con sopra un’impepata di cozze con sopra delle linguine allo scoglio.
Gli sprecati, di Michelangelo Setola

Sulla mia mensola non ci sta, ma ce lo metto lo stesso, anzi: Gli sprecati è la mia mensola. Il formato gigante eroicamente folle di Canicola si sposa maledettamente con il tratto tormentato di Michelangelo. Senza accorgercene, ci ritroviamo pure noi invischiati fino ai polpacci nelle sue pozzanghere oleose, a tossire miasmi di aria marcia, circondati dai figuranti atroci di quel mondo del cazzo che ci fa visitare, durante la gita più pacco di sempre, facendoci stare più scomodi possibile sul retro di un autocarro, come dei Don Goffi.
Al contempo però il maledetto cane bastardo (e miglior disegnatore dell’Unione europea) ci fa meravigliare della coerenza marcia delle Sue atmosfere specificissime che solo un vero grande artista del dolore come Michelangelo Setola riesce a portare dentro le pagine di un fumetto.
Se l’Italia ha il suo Tadao Tsuge in Vincenzo Filosa, Michelangelo Setola è il suo Yoshiharu Tsuge. Magari sarebbe il caso di accorgersene e ribadirlo forte e chiaro a tutti i distratti, prima che Michelangelo si metta a vendere pietre di fiume.
I gioielli di Elsa, di Sarah Mazzetti

È un libro per bambini – a detta della collana dell’editore – (Canicola bambini). Sarah si sbottona l’uniforme da illustratrice di successo solo per mostrarci quella di gagliardissima fumettista. Scrive una storia solida, originale, con una trama ben ordita e divertente, cucita perfettamente su una bicromia complementare (rosso + verde) che è un vero calcio negli occhi. Come mi diceva Roberto La Forgia (esperto in materia di colori): «la Mazzetti sa usare bene il verde, e il verde è un colore difficile da gestire nell’illustrazione». I gioielli di Elsa è un ottimo esempio che avvalora la dichiarazione calzante dell’esperto Roberto.
Mazzetti riesce anche a dare alle pagine un andamento ordinatamente caotico e vibrante, sperimentando soluzioni che un fumettista puro – devoto servo della vignetta – faticherebbe ad azzardare, questo si traduce in un fumetto per bambini, nel senso per tutti quelli che lo sono stati o che lo sono ancora.
Bonus Track: Tex. sulla mia mensola c’è sempre un Tex. Anche se non mi capacito del fatto che non abbiano ancora assegnato un Texone a Paolo Bacilieri: l’Eroe dei due mondi del fumetto (edicola e libreria).
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