“L’ombra venuta dal tempo”: l’orrore di H.P. Lovecraft in un manga

All’interno del Ciclo di Cthulhu di H.P. Lovecraft – una lunga serie di storie con protagoniste creature mitologiche e misteriose – L’ombra venuta dal tempo è tra i racconti più metafisici e onirici. Stilisticamente, si avvicina molto di più alle opere del Ciclo dei sogni – racconti ambientati in dimensioni oniriche – che a certe storie classiche di Cthulhu.

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Come mai prima d’allora, con questa storia lo scrittore di Providence evocò un orrore non tangibile, inafferrabile e cosmico. Questa storia è anche la più recente nella serie di adattamenti di Lovecraft realizzati dal fumettista giapponese Gou Tanabe, che lo scorso anno ha ottenuto la vittoria al Festival d’Angoulême nella categoria Miglior serie.

L’ombra venuta dal tempo è incentrato sulle disavventure affrontate da un professore della Mistatonik University (uno dei luoghi immaginari ricorrenti dell’universo narrativo di Lovecraft), che per cinque anni subisce un vuoto mentale, assumendo un atteggiamento inconsueto e comportamenti ossessivi e restando distante dalla realtà, in stato quasi catatonico.

Tornato in sé cerca in tutti i modi di dare un senso a quegli anni, studiando quanto più possibile testi che possano spiegare le visioni che ha avuto. Riesce a organizzare una spedizione in Australia, e in un deserto scopre le rovine di una città le cui origini si perdono nel tempo. Lì dentro rinviene  testi che rivelano come quelle visioni non nascessero dalla sua mente, ma fossero indotte da creature capaci di viaggiare nel tempo arrivando da un passato lontanissimo.

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Il racconto va a scavare nelle viscere della mitologia lovecraftiana, giustificando le origini di tutto un bestiario sovrannaturale e suggerendo uno scontro primordiale tra razze aliene. Si tratta di un’opera complessa e sfaccettata, di cui Tanabe dimostra di saper gestire i ritmi narrativi sincopati e asfissianti e soprattutto rappresentare con efficacia gli scenari e le creature inquietanti.

Una biblioteca dalle architetture labirintiche e creature dalle sembianze di polipi mostruosi prendono forma grazie a un efficace uso dei retini, che danno dimensione e profondità alle figure. Ci sono brevi sequenze composte di varie splash page consecutive che avvolgono il lettore e lo gettano nell’incubo del protagonista. Ma si tratta di sogni talmente intriganti da spingere ad attendere con trepidazione la successiva serie di splash, con quella fascinazione masochista tipica dei migliori horror.

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Sebbene siano stati in molti a sfruttare opere di Lovecraft per realizzare adattamenti a fumetti, la sostanza viscida e fugace di cui è fatta la sua narrativa è difficile da maneggiare, ed è invece facile uscirne fuori con un compitino banale. Più di molti altri scrittori gotici e horror, Lovecraft amava evocare l’orrore grazie a descrizioni tanto verbose quanto fumose, e solo alcuni maestri del fumetto sono usciti vincitori dal confronto con lo scrittore di Providence. Si pensi per esempio ai lavori di Alberto Breccia o Richard Corben, ma più di recente anche Tanabe si è dimostrato all’altezza dell’impresa avviata con Il mastino e altre storie e proseguita con Il colore venuto dallo spazio, L’abitatore del buio e Le montagne della follia.

L’ombra venuta dal tempo è un manga che, con segno preciso, dettagliato e immaginifico, condensa in due volumi dal ritmo efficace e sincopato un racconto quintessenziale per la mitologia di Lovecraft, senza darsi a inutili concessioni o digressioni, ma con fedeltà e dedizione per il maestro dell’horror.

L’ombra venuta dal tempo 1-2
di Gou Tanabe
traduzione di Silvia Ricci
J-Pop, 2020
brossura
to, 192 pp. a vol., b/n
6,90 € cad.

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