5 fumetti scelti e commentati da Tommy Gun

Per la nostra rubrica Lo scaffale di…, abbiamo chiesto al fumettista Tommy Gun (Sostanza densa) di scegliere e commentare 5 fumetti dalle sue letture più recenti.

Il tramonto del Sea Breeze, di Vitt Moretta

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Sarà che sono di parte. Perché l’ambientazione mi è familiare, ha molti tratti in comune con le opaca coste adriatiche: una grossa struttura di cemento nel bel mezzo della vegetazione, canneti ovunque, le vestigia di quella che fu una Fiat da soma spuntano da una fratta, fango screpolato. E poi, impronte di sconosciuti, una gioventù sbandata e da arresto, avventure alle quali nessuno crederà mai, purtroppo neanche tu che sarai cresciuto così in fretta. E calore, un casino di calore dentro e fuori. È estate.

Tú me has matado, di David Sánchez

Immagina che tutti si siano dimenticati di premere “stop” e questo film americano anni Settanta ancora giri indisturbato nel videoregistratore. Una caccia al tesoro alla ricerca di Dio nell’ultimo angolo di mondo rimasto, in un tripudio di razzismo, puritanesimo e gente morta che continua a tornare. La gabbia fissa a sei vignette dà la stessa sensazione di trovarsi su un tappeto trasportatore che ti strattona, una vignetta alla volta, sotto il pistone idraulico di un qualche stravagante rituale satanico, lucido e architettato malissimo.

Mister Morgen, di Igor Hofbauer

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Un incubo grafico nel quale accade di tutto, al ritmo di un contrabbasso lontanissimo e una tromba che ti fischia dietro la testa a sorpresa. In Mister Morgen tutti hanno un piano, che sia una misteriosa inquilina di una gabbia dello zoo che commissiona un omicidio oppure una coppia di operai di una fonderia che si danno istruzioni mute per un rapido incontro sessuale nei bagni. Nel frattempo, in periferia, un tizio in guanti neri di gomma coccola gli avventori di una frequentatissima fumeria d’oppio, sostituendo i tamponi esausti da sotto nasi assetati e curandosi delle proiezioni sperimentali a pellicola. Ad un tratto, arrivano gli zombi.

The Artist, di Anna Haifisch

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Questo è il fumetto che tutti gli artisti dovrebbero leggere, per una crescita artistica sana e affettuosa. Ci sono tutti i dubbi di un professionista del settore confessati al pubblico, per un viaggio labirintico alla ricerca dei “se”, dei “ma” e dei “ma che cazzo”, ma troppo spesso degli “scusa”. Tutto sta nell’essere sensibili in un mondo che va a rotoli con un’autoironia da premio Nobel, per trovare il modo, anche soltanto per pietà, di far coincidere una passione con la decisione della vita, ed esserne felici.

The Lost Art of Ah Pook Is Here, di Malcolm McNeill e William Burroughs

Questo libro lo devo guardare ciclicamente come una bussola. Sconcertante che in pochissimi lo conoscano, è un fumetto in potenza scritto da William Burroughs e disegnato da un pittore prestato alla missione, Malcolm McNeill. Dato che questo fumetto non è mai andato in porto, o meglio, non è ancora pronto (perché diamo per scontato che sarà compiuto non appena W.Burroughs sarà tornato dall’interzona o da una qualche umida nube elettromagnetica) ci perdiamo in una meraviglia di versioni alternative della stessa storia, bozzetti allucinogeni fini a se stessi in un riuscitissimo cut-up a immagini degno del migliore dei documentari onirici.

Mentre Mr. Hart ammazza tutti alla ricerca della vita eterna, ci sono divinità maya richiamate sulla terra che incedono sicure sui corpi sudati di un’orgia a Times Square, mentre l’art déco delle architetture si costringe a una nuova soluzione che invita gli antichi mostri distruttori a sedere sui propri scranni alti come ziggurat. Lì dove c’era un’insegna del Cinzano e della Coca-Cola. Il mondo è sovrapposto, sostituito. Il tempo è distrutto. È giustamente l’agguato finale perpetrato dal discendente dei più noti produttori delle prime calcolatrici meccaniche della storia dell’uomo, in lotta suicida per il controllo della realtà.

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