La solitudine del fumettista errante, di Adrian Tomine (Rizzoli Lizard)
Definito dal Guardian «l’Alice Munro dei fumetti», Adrian Tomine è uno degli esponenti di primo piano della scena americana del fumetto, grazie a opere intimiste come Scene da un matrimonio imminente e Morire in piedi. Questa volta, invece, con la sua voce pacata e minimalista, ha voluto raccontare sé stesso in La solitudine del fumettista errante.
Presentato come «un memoir comico su fandom, fama e altri momenti imbarazzanti della vita», il fumetto ha un’impostazione diaristica – le tavole sono stampate su fogli a quadretti che evocano quelle di un quaderno scolastico – e un andamento episodico che accompagna il lettore nella vita di Tomine, scandagliando paure, insicurezze e tormenti personali legati sempre al proprio lavoro come fumettista.
Che sia il primo giorno di scuola, una visita medica o una cena tra amici, il fumetto è una costante nella vita di Tomine e, raccontandone gli aspetti negativi, l’autore non fa che ribadire il suo amore per la forma espressiva che si è scelto come lavoro.
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