Dall’altra parte della frontiera, di Jean-Luc Fromental e Philippe Berthet (Baldini & Castoldi)

Durante le ricerche per un nuovo libro, un autore di romanzi polizieschi che risiede nei pressi di Nogales, città di confine tra Messico e Stati Uniti, si ritrova coinvolto in una serie di omicidi di prostitute. Quando un suo amico è indicato come il sospettato principale, a lui tocca aggirarsi tra i bassifondi messicani alla ricerca della verità, attraversando i confini geografici ma anche quelli invisibili – ma forse più spessi – tra ricchezza e povertà.
Dopo la conclusione dell’avventura di Blueberry realizzata da Joann Sfar e Christophe Blain, la rivista Linus continua a serializzare la bande dessinée più colta e raffinata con Dall’altra parte della frontiera, un album autoconclusivo scritto da Jean-Luc Fromental – sceneggiatore televisivo e cinematografico nonché ex caporedattore della storica rivista Métal Hurlant – e disegnato da Philippe Berthet, noto in Italia soprattutto per la serie Pin-Up. Ambientato negli anni Quaranta del Novecento, questo fumetto è liberamente ispirato al soggiorno che lo scrittore Georges Simenon fece nel 1948 nella Santa Cruz Valley, parco giochi dei ricchi e dei potenti.
Un thriller che riflette brillantemente l’atmosfera tesa e esplosiva che regnava in quegli anni in quelle zone dell’America del Nord in cui convivevano etnie diverse, raffigurato con un tratto pulito e luminoso da uno dei migliori esponenti della linea chiara contemporanea, in grado di restituire bene allo stesso tempo sia gli scenari più lussuosi e scintillanti che quelli più decadenti e polverosi. Senza dimenticare – come già in Pin-Up – l’affascinante galleria di donne raffigurate da Berthet, una più indimenticabile dell’altra.