Graveyard Kids 1, di Davide Minciaroni (Edizioni BD)

Rob e suo fratello si sono trasferiti da poco alla scuola media “Cipollo II”. Appena arrivati finiscono per pestare i piedi al terribile Bill e alla sua ghenga. Sarà l’inizio di una guerra tra bande sempre più spietata e surreale, tra vecchie ferite mai completamente rimarginate, alleanze improbabili e botte da orbi.
Graveyard Kids è nata come autoproduzione fotocopiata per il collettivo Doner Club nel 2017. Dopo un paio di uscite – e un Premio Micheluzzi come Miglior serie dal tratto non realistico nel 2018 – il fumetto è passato sotto l’egida di Edizioni BD, che ha deciso di pubblicarne una versione rivista ed estesa in formato tankobon. Una scelta non casuale, visto come il fumetto di Davide Minciaroni riesca fare suoi alcuni dei generi nipponici più rappresentativi.
Dentro Graveyard Kids si può trovare il classico filone della delinquenza giovanile – quello di Crows, Clover o di esempi più leggeri come Cromartie High School – ma anche lo shonen puro e duro alla Jojo. In più abbiamo un’estetica che pare presa di peso da Adventure Time, declinata in mille modi e arricchita da una serie di trovate tipiche del manga più dinamico. Il risultato è un fumetto assolutamente sopra le righe, dove convivono ingredienti diversissimi tra loro come il teen-drama, un world building quasi fantasy e una propensione per la deformazione del corpo a un passo dall’horror. Il tutto reso omogeneo da una narrazione in grado di sorprendere in continuazione, tra combattenti con il potere del tabagismo cronico e terribili gatti liceali.