
Nelle foto della scrivania di Joe Biden circolate online negli ultimi mesi è possibile notare come il neo eletto presidente degli Stati Uniti abbia su di essa, proprio dietro al suo computer, una striscia a fumetti incorniciata della serie umoristica Hagar l’Orribile di Dik Browne, con protagonista un vichingo dalla barba rossa e l’elmo bicornuto.
Nel fumetto, in due vignette, Hagar – all’interno di una barca devastata da una tempesta – urla verso il cielo «Perché io?!», per sentirsi subito rispondere dal suo dio «Perché no?». Come riferisce il giornalista britannico Piers Morgan sulla versione online del Daily Mail, Biden ha un legame molto profondo con questa striscia, che l’ha aiutato a superare due grosse tragedie famigliari: un incidente d’auto nel 1972 in cui morirono la prima moglie Neilia e la figlia Naomi e la scomparsa del figlio Beau nel 2015 a 46 anni per un tumore al cervello.
«Ho sulla mia scrivania un fumetto che mio padre mi diede dopo l’incidente automobilistico» raccontò Biden a Morgan dopo la morte del figlio, nel corso di una telefonata privata. «Riuscì ad avvertire che stavo iniziando a perdere la fede per la prima volta nella mia vita, ma non voleva permettere che questo accadesse. Così andò in uno di quei negozi Hallmark e mi comprò una cornice rettangolare contenente questo fumetto.»

«Quando eravamo giù per qualcosa, mio padre ci diceva sempre: “Dov’è scritto che il mondo ti deve qualcosa, amico? Rialzati”. Questo fumetto era il suo modo per dire che non c’è modo di razionalizzare quello che è successo. Può succedere a chiunque, in qualsiasi momento», continuò poi a raccontare Biden. «Ora guardo questo fumetto e il suo messaggio mi appare più chiaro che mai. È davvero importante ricordare che, per quanto le cose possano sembrare brutte, ci sono tante persone che attraversano momenti peggiori del tuo.»
Tra le strisce a fumetti più popolari di tutti i tempi, Hagar l’Orribile esordì negli Stati Uniti il 4 febbraio 1973 e raggiunse presto una grande notorietà, finendo negli anni per essere pubblicata su circa 2.000 quotidiani in 56 paesi e tradotta in 12 lingue. Dal pensionamento di Dik Browne nel 1988 è suo figlio Chris a realizzare ancora oggi la striscia.
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