Nel piccolo villaggio Shishikari, l’azienda agricola di Keita Izumi ha risollevato le sorti economiche e sociali di tutti. Per questo motivo, Keita è molto amato e rispettato. Ma l’arrivo di un personaggio pericoloso appena uscito dal carcere costringerà lui e il suo amico Jun a pensare a una strategia, almeno fino a quando le cose non peggioreranno drasticamente. A quel punto la sopravvivenza diventa l’unica tattica possibile. Questa, è in sintesi, la sinossi di Noise, il nuovo manga di Tetsuya Tsutsui pubblicato da J-Pop.
Noise è un thriller anomalo, nonostante si muova in un contesto di genere ben preciso. Innanzitutto per quanto riguarda l’ambientazione: la scelta di raccontare di un omicidio che sconvolge la vita di una piccola comunità, lontana dalle frenesie e dalle idiosincrasie della metropoli, permette all’autore di mettere in scena un’immagine della periferia ben lontana da quella stereotipata presente in molta produzione fumettistica giapponese. Qui la comunità è piccola, compatta, ma spietata quando si tratta della propria sopravvivenza. E il primo, interessante elemento di pregio di Noise è la capacità di Tsutsui di descrivere con naturalezza e lucidità le dinamiche quotidiane di un microcosmo sociale come quello della campagna. L’apparente tranquillità cela tensioni mai sopite o, come in questo caso, un’unità comunitaria che va oltre la legge, oltre lo stato, oltre la morte.
Da una parte c’è quindi un ambiente pacifico e sereno, ai bordi della frizzante vita cittadina. Dall’altra, un elemento di disturbo, la pedina che scombussola tutto. In questo caso Matsuo Suzuki – o almeno così si fa chiamare – che gratta via la superficie di un mondo che tutti considerano perfetto e monotono, quasi noioso. La bellezza di Noise sta proprio nel riuscire a presentare una situazione straordinaria in un contesto molto ordinario, cioè nel raccontare una comunità periferica che si ritrova a vivere casi di omicidio, di tentato suicidio, di contraffazione delle prove, corruzione e altro ancora.
Noise ci tiene a proporre situazioni di tensione, di suspense, di colpi di scena come da tradizione per un thriller. L’abilità di Tsutsui – che aveva già mostrato le sue doti in opere come il recente Manhole o Poison City – sta proprio nel gestire con tempismo perfetto la tensione che si accumula nelle sue storie. Ma se nei titoli appena citati il quadro era più globale e il respiro più epico, qui la dimensione privata, raccontata tramite le dinamiche dei gesti quotidiani, quasi sussurrata, assume un valore ancora più intrigante.
L’autore gestisce ottimamente personaggi e situazioni. Nei tre volumi – la cui lettura scivola veloce e diventa emozionante proprio come in un thriller – ciascun personaggio ha un suo background specifico, un passato che lo delinea e che, nella storia, non emerge ma rimane sotto traccia. Ciascun personaggio, dunque, è credibile: dal detective all’amico Jun, dal protagonista Keita fino alla recluta Moriya. È evidente come, al di là della storia principale, per Tsutsui contino le singole storie, quelle che vanno a comporre l’universo narrativo e grazie alle quali Noise acquisisce profondità.
La cifra stilistica dell’autore si assesta sempre su un approccio minimalista: non c’è virtuosismo e il segno è asservito alla storia. Primi piani, piani medi, piani americani, qualche panoramica. Poco altro, nessun dinamismo, nemmeno nelle sequenze più movimentate. Ma la regia è attenta ed è quella a creare la tensione. Anche per questo, Tetsuya Tsutsui è da considerare uno degli autori di punta del panorama fumettistico giapponese contemporaneo, sicuramente tra quelli da seguire con più interesse.
Noise
di Tetsuya Tsutsui
traduzione di Federica Bruniera
J-Pop, settembre 2020
3 voll. brossurati con cofanetto
552 pp, b/n e colore
22,50 € (acquista online)
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