
La casa editrice Edizioni Star Comics, attiva da oltre 30 anni e tra i principali editori di manga in Italia con in catalogo opere come Dragon Ball, One Piece, My Hero Academia e Demon Slayer, ha annunciato un restyling del proprio logo. Questo cambiamento grafico è inoltre accompagnato da una nuova suddivisione editoriale in due etichette: Star per il fumetto orientale e Astra per il fumetto occidentale.

Il nuovo logo è stato realizzato dal designer Fabrizio Verrocchi, così come quelli delle nuove etichette. Per quanto riguarda Star, il logo riprenderà quello della casa editrice, la “S” che rappresenta l’editore sin dal suo debutto nel 1987 e che era stato disegnato da Sergio Cavallerin. Per quanto riguarda Astra, invece, è stato pensato un logo ad hoc, basato sul nome dell’etichetta.
I nuovi loghi compariranno sui titoli Star Comics a partire dal 3 marzo 2021. I primi fumetti su cui verranno stampati saranno: Dragon Ball GT, Dr. Stone e Haikyu!! (Star) e Year Zero e Red Border (Astra).


«Star e Astra nascono per andare incontro alle esigenze di lettori – vecchi e nuovi – permettendo a chi si avvicina al fumetto di muoversi con più facilità all’interno del catalogo Star Comics, ma senza trascurare i lettori che ci accompagnano da tempo e che collezionano i nostri prodotti. Per rappresentare i manga abbiamo pensato di ufficializzare un nome che per la community era già così, da sempre: tra lettori e lettrici, Star Comics è “la Star” o, appunto, Star. Subito dopo abbiamo dato vita “all’altra stella”: è nata così Astra, per rappresentare l’altra importantissima parte del nostro catalogo, quella dedicata al fumetto occidentale» ha spiegato Claudia Bovini, Direttore Editoriale e Responsabile della casa editrice in un comunicato stampa.

«Rinnovare un marchio storico è sempre un’operazione molto delicata. Il design è cruciale, certo, ma quando parliamo di qualcosa che si è impresso per decenni nell’immaginario di una grandissima community ci sono di mezzo i ricordi, le esperienze, l’affetto: tante storie accomunate da un Segno» racconta Fabrizio Verrocchi. «Per rappresentare un catalogo sterminato composto da titoli di ogni genere, il marchio doveva essere immediato, diretto e al contempo il più onnicomprensivo possibile. Non c’era alcun bisogno di inventare alcun nome, era già tutto lì, in quelle poche lettere che racchiudono un mondo. Lavorare a un refresh dell’immagine di una realtà così importante per il mondo del fumetto è stato un grandissimo privilegio.»

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