Il regno invisibile 1, di G. Willow Wilson e Christian Ward (Magic Press)

In un sistema stellare lontano dal nostro, un’enorme corporazione interplanetaria provvede ai bisogni materiali di tutti i cittadini della galassia, come una sorta di Amazon su scala cosmica i cui fattorini attraversano l’intero universo pur di garantire consegne puntuali ai clienti desiderosi di ricevere i loro pacchi. A fare da contraltare a un’entità così mastodontica c’è un culto di monache dedite alla rinuncia e alla povertà. Questo fino a quando verità scomode cominceranno a emergere dalle crepe di un meccanismo forse non così perfetto come sembra.
Queste in sintesi le premesse di Il regno invisibile, serie ideata e scritta da G. Willow Wilson (Miss Marvel) e disegnata da Christian Ward (ODY-C), che negli Stati Uniti è pubblicata da Dark Horse Comics nella linea Berger Books diretta da Karen Berger (la “signora Vertigo“). Una lettura appassionante, che mescola con intelligenza e consapevolezza gli ingredienti classici dell’epopea sci-fi da 40 anni a questa parte, inserendo al loro interno richiami espliciti all’attualità.
Con Il regno invisibile, Wilson si dimostra una scrittrice in grado di toccare argomenti delicati in maniera adulta mantenendo al contempo una grande leggerezza. L’intelligenza di tale approccio si manifesta anche nella scrittura dei dialoghi e dei rapporti tra i vari personaggi, probabilmente l’aspetto a cui la sceneggiatrice tiene di più.
La percezione è quella di un progetto a lunghissima gittata, dove le migliori idee devono ancora essere svelate, ma già dal primo volume la serie è in grado di svettare sul resto delle serie mainstream statunitensi senza bisogno di specchietti per le allodole e colpi bassi.
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