Non mi sei mai piaciuto, di Chester Brown (Rizzoli Lizard)

Tra i graphic novel più importanti degli anni Novanta, Non mi sei mai piaciuto fu realizzato da Chester Brown tra il 1991 e il 1993, in un periodo in cui il fumetto nordamericano indipendente stava vedendo fiorire i suoi talenti migliori, tra i quali Seth, Joe Matt, Daniel Clowes, Adrian Tomine, Charles Burns, oltre allo stesso Brown.
Non mi sei mai piaciuto è un racconto autobiografico, la storia intensa e romantica di un’amicizia adolescenziale che non riesce mai a sfociare in amore. A fare da contorno c’è un contesto familiare tanto ordinario quanto travagliato, segnato da rapporti fragili, su tutti quello tra Brown e la madre. Siamo negli anni Settanta, in Canada. Chester è un ragazzino un po’ nerd e introverso e trascorre molto tempo con le sue due vicine. Una delle due ha una cotta non ricambiata per lui, mentre lui prova qualcosa per l’altra, così fra i tre nascono continue incomprensioni. A rendere particolarmente instabile il comportamento del ragazzo ci sono poi le gravi condizioni di salute della madre e l’incapacità del giovane di manifestarle il proprio affetto.
Il segno esile e traballante dell’autore mette in scena una storia commovente, un coming of age messo sulla pagina a cuore aperto, un lavoro che ha significato molto per il fumetto d’autore degli anni successivi, aprendo la strada ad altri graphic novel introspettivi e romantici (uno su tutti, il popolare Blankets di Craig Thompson).
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