Ayako, la ragazza prigioniera

ayako osamu tezuka manga jpop

Osamu Tezuka, il dio del manga, è famoso per la sua mole immensa di tavole prodotte. Le sue opere, che spaziano dal manga sino agli anime, sono sempre un fiume in piena. Solitamente si ritiene che la principale dote di Tezuka sia proprio la sterminata produzione. La quale, in questa epoca di fast food culturale, dovrebbe essere oltre che riconoscibile anche assolutamente identica, fordista, per essere sempre assimilabile. Invece non è così, come dimostra Ayako.

Tezuka era solito alternare storie molto diverse e spaziare attraverso campi molto diversi. Dall’imponente biografia storico-spirituale offerta da Buddha all’indagine sociale sulla storia contemporanea del Giappone. Come in Shumari e, appunto, in Ayako, un piccolo gioiello di durezza e temi adulti. L’autore di Astro Boy e della Principessa Zaffiro non era alieno ai temi sociali né alla rappresentazione della malvagità dell’uomo. Però la storia di Ayako è complessa, nella sua linearità, e a tratti tremenda. Pubblicata nel 1972 sino al 1973 su una rivista di manga più adulti, Big Comic, è arrivata da noi nel 2004 e poi con questa nuova edizione del 2019.

È la storia dei Tenge, una famiglia di coltivatori latifondisti, che si svolge sullo sfondo di un momento storico molto particolare per il Giappone. Dopo aver perso la guerra, in realtà l’Impero Nipponico perse anche la natura divina del suo imperatore, che ammise con uno shoccante discorso radiofonico di non avere natura ultraumana. Il generale Douglas MacArthur, che aveva trattato il Pacifico come il suo personale regno, tra Filippine e Giappone, fermandosi solo sulla porta della Cina e dell’Unione Sovietica, non solo dettò la costituzione giapponese e costruì le premesse per la ricostruzione del Paese secondo ritmi e idee americane, ma disegnò anche le principali riforme interne dell’arcipelago. A partire da quella agraria del 1946, che come è immaginabile ebbe un impatto profondissimo sugli agricoltori e i latifondisti: furono confiscati e redistribuiti due milioni di ettari (un terzo della terra coltivata), lasciando a ciascun latifondista al massimo quattro ettari.

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Inoltre, mentre scoppiava la guerra di Corea (quella messa in scena da Robert Altman nel film M*A*S*H, per dire), le ferrovie nipponiche, prima composte da varie aziende private, venivano nazionalizzate (era la nascita delle Japan National Railways, oggi gestite da una holding che controlla le reti suddivise tra JR East, JR West e JR Central più altre sei divisioni. Questo portò a un’ondata di licenziamenti (più di trentamila persone) e ai conseguenti scioperi e scontri: una vera e propria guerra sociale che portò alla morte del presidente dell’azienda e a due gravi incidenti ritenuti sabotaggi, i quali a loro volta innescarono una durissima repressione anti-sindacale e contro gli esponenti del partito comunista giapponese.

Su questo scenario cruento scorre la storia di Ayako, bambina che scopre che il secondogenito della famiglia, l’ex militare Jiro diventato dopo la guerra una spia per gli americani, ha ucciso un sindacalista del partito dei lavoratori. Sembra una buona trama per svelare le complessità dei rapporti all’interno della famiglia, ma il meglio deve ancora venire. La piccola Ayako in realtà è la figlia illegittima del padre Sakuemon con la nuora, cioè con la moglie del primogenito Ichiro. Il quale è un cinico arrivista che, pur di ricevere tutta l’eredità, non ha esitato a mandare la propria mogie a letto con il padre.

Per questo Ichiro, assieme al padre, decide di cancellare la vergogna e rinchiudere la piccola Ayako nella cantina di casa per non farla uscire mai più. Si oppongono la madre e Shiro, il fratello minore e il quarto dei cinque figli (c’è anche una sorella, che è comunista e fidanzata con il sindacalista ucciso da Jiro), mentre fuori dalla cantina, prigione neanche troppo dorata, il Giappone subisce una trasformazione profonda che lo renderà irriconoscibile. La piccola Akyo, però, nella cantina della casa paterna cresce e attraversa le fasi del cambiamento di una giovane donna che però ha una dimensione psicologica diversa, molto particolare.

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La storia si dipana su strade diverse, con colpi di sorpresa, indagini, delitti, tradimenti. Mette soprattutto a fuoco la fibra morale dei “cattivi” giapponesi, abbrutiti dalla guerra e dalla fame del possesso della terra, della “roba” per noi di verghiana memoria. La moralità del fratello che fa la spia per gli americani è corrotta sin dal tradimento dei commilitoni giapponesi durante la prigionia comune a Manila. Il padre è una figura narcisistica e vuota, dedita solo a se stesso. La madre è succube, schiacciata in una relazione di sottomissione, svuotata da qualsiasi anelito di volontà o desiderio di autodeterminazione. Gli altri fratelli e sorelle sono egoisti.

Dall’alchimia genetica di due genitori che non dovevano esserlo, il patriarca e la giovane nuora Sue, nasce però una bambina innocente che rappresenta un sogno fragile e delicato, un modo di intendere la vita imprigionato dal Giappone dei gattopardi che, decimati dagli americani, cercano di gestire il dopoguerra azzannando crudelmente tutto quello che possono, mentre l’occupazione militare americana li schiaccia ancora di più per evitare il rischio che anche il Giappone si trasformi in un altro tassello dell’Asia rossa sotto il controllo cinese. Ci sono un naturalismo impressionante e uno stile maturo, completo, a rendore questa storia molto potente oltre che ricca di piani e possibili prospettive di lettura.

Ayako si legge infatti come una storia psicologica, come un romanzo dell’orrore di Stephen King, come una feroce critica agli effetti della guerra, come una via di fuga dalle narrazioni “delicate” e kawaii tipiche del manga tradizionalmente esportato in Italia negli anni Settanta-Ottanta e in parte nei Novanta. È considerato uno dei lavori più profondi e psicologicamente complessi dell’autore, una perla nascosta perché poco visibile rispetto alle opere più famose e popolari. Due volumi – che raccolgono per l’Italia tutta la serie – da non perdere, a mio avviso.

Ayako 1-2 (completa)
di Osamu Tezuka
traduzione di Hazard Edizioni
J-Pop, 2019
brossura, 352 pagine a volume, b/n
14,00 € a volume
(acquista online)

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