Per la rubrica #tavolidadisegno siamo entrati nello studio di Daniele Di Nicuolo, fumettista milanese classe 1987. Molto attivo nel mercato statunitense, Di Nicuolo ha lavorato per IDW e Marvel Comics, realizzando diversi numeri dei fumetti dei Power Rangers per Boom! Studios. Per quell’ultima ha inoltre co-creato assieme allo sceneggiatore Tom Taylor (Injustice, DCeased) la serie action e fantasy Seven Secrets, di recente tradotta in Italia da Edizioni BD.

Quali sono i progetti a cui stai lavorando attualmente?
Attualmente mi sto dedicando esclusivamente a Seven Secrets. È il tipo di storia che ho sempre desiderato disegnare e raccontare, scritta da uno dei più forti e validi autori in circolazione, e dedicarci tutta la mia concentrazione e tutte le mie energie mi è subito sembrata la cosa più giusta da fare. Anche perché comunque si tratta di un lavoro molto impegnativo, visto che c’è da stare dietro non solo allo script, ma anche al design e al world building che, numero dopo numero, io e Tom stiamo costruendo. Per non parlare delle main cover della serie (dove ho iniziato anche a colorarmi da solo) e dell’approvazione delle variant, visto che, da co-creatore assieme a Taylor, spetta la nostra parola anche su questo lato del progetto.
Al momento, preferisco quindi dedicarmi anima e corpo a questo titolo senza dover correre e potendo ragionare su ogni singola pagina e vignetta, portando avanti un discorso di evoluzione narrativa e stilistica che mi sono imposto fin da prima dell’inizio dei lavori. Mi sono arrivate molte proposte interessanti in questi mesi, ma ho preferito declinare per evitare di dover fare troppe cose, di corsa e male.
Parallelamente, mi sto occupando anche delle Legacy variant della serie Power Rangers, sempre per il Boom! Studios, che è la testata che vede protagonisti gli Omega Rangers da me creati sulla mia ultima run, con ai disegni il bravissimo Francesco Mortarino.
Faccio anche altri lavori legati all’illustrazione e al character design per Hasbro e Marvel, ma questi li uso soprattutto per spaziare il più possibile a livello di esperienze lavorative e di contatti.
Di recente ho avuto un’interessante parentesi nell’animazione e anche se mi era stato proposto di proseguire e di assumere un ruolo più alto, ho preferito dedicarmi a Seven Secrets. Ho anche insegnato fumetto USA, per 2-3 mesi, alla Scuola Internazionale di Comics di Torino.
Sì, devo dire che mi piace decisamente tenermi impegnato.

Quali sono gli strumenti che usi per disegnare?
Lavoro ormai esclusivamente in digitale da circa 8 anni. Non tornerei mai indietro. Non credo riuscirei a stare appresso a tutto ciò che faccio se non avessi la comodità della mia Cintiq.
Onestamente, inoltre, mi diverto molto più così che in analogico. Non sono mai stato un grande appassionato di china, pennelli e carta, mi diverte altro quando disegno, ed è qualcosa di cui mi sono reso conto proprio negli ultimi mesi, mentre insegnavo alla Scuola Comics di Torino.

C’è qualche abitudine che ami predisporre prima di metterti a disegnare?
Nulla di particolare, la mia routine pre-Covid era allenarmi in palestra il mattino presto (con il lockdown mi alleno a casa), per poi iniziare la giornata bello carico.
Prima di iniziare la pagina effettiva, mi piace fare degli sketch molto rapidi con delle immagini che cambiano ogni 30 secondi, in modo da costringermi a catturare le linee di forza delle pose che vedo, nel modo più dinamico possibile.

Ci sono libri o fumetti che devono essere a portata di mano mentre disegni?
Assolutamente! Oltre agli onnipresenti libri di anatomia (in particolare uno di Anatomia per Scultori, ottimo) tengo sempre accanto dei libri di reference di pose che ho comprato in Giappone e che sono utilissimi per coreografare alcune scene di combattimento.
Autori come Dan Mora, Roger Ibanez, Ryan Ottley, Cory Walker, Trad Moore, Katsuhiro Otomo ed Eiichirō Oda (e molti altri mangaka) non possono mai mancare dalla mia libreria di fianco al tavolo di lavoro. Ma come non possono mancare reference di animatori e sakuga come Sushio, Yoh Yoshinari o Yutaka Nakamura, che sono diventati fondamentali e di incredibile ispirazione per la direzione stilistica che ho deciso di intraprendere.

Cosa ha di speciale per te questa statuina che tieni vicino al tuo spazio di lavoro?
Quella di Do Flamingo, personaggio di One Piece, credo sia una delle mia action figure preferite, perché adoro lui come villain all’interno della saga del manga, ma soprattutto adoro il suo design.
Semplice, efficace, sopra le righe: averla davanti è diventato un promemoria costante e un esempio di come un design ragionato e studiato possa essere di una potenza e iconicità incredibili.
Eiichirō Oda per me è fonte di grande ispirazione, non solo a livello di storytelling e disegno, ma anche come character designer: la sua opera è piena di personaggi esteticamente molto interessanti, ogni pagina è ricca di figure uniche e riconoscibili, anche per i personaggi che in One Piece compaiono una sola volta. Per questo adoro questa action figure: mi ispira a impegnarmi sempre nella creazione di ciò che per me è il reale motore di ogni storia, ossia i personaggi.
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