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Nel film Black Widow attualmente al cinema e in streaming su Disney+, i Marvel Studios hanno rivelato una parte del passato di Vedova Nera a cui si accennava fin da The Avengers del 2012, riguardante una fantomatica missione a Budapest con Occhio di Falco.
In Black Widow viene raccontato che, dopo aver lasciato la Russia, Natasha Romanoff fu aiutata da Clint Barton/Occhio di Falco a entrare nello S.H.I.E.L.D., dovendo però partecipare a una serie di missioni per dimostrare di non essere una spia. Una di queste riguardò l’uccisione del generale Dreykov e la distruzione della Stanza Rossa, la base militare segreta in cui lei stessa era stata addestrata.
La missione si svolse proprio a Budapest, dove Natasha utilizzò la giovane figlia di Dreykov per rintracciarlo. La Vedova Nera a quel punto sacrificò la bambina stessa, pur di poter completare la missione e garantire fedeltà allo S.H.I.E.L.D., dando a Occhio di Falco il via libera per far saltare in aria con una freccia esplosiva l’edificio in cui si trovava Dreykov.

Per anni, Natasha ha così convissuto con il senso di colpa per aver ucciso Dreykov – che l’aveva addestrata – e soprattutto sua figlia, come era già stato evidenziato da Loki in un dialogo fra i due in The Avengers. In realtà, in Black Widow si scopre che Dreykov era sopravvissuto a quell’attentato e ha in seguito creato una nuova Stanza Rossa. Sua figlia invece è rimasta sfigurata ed è stata trasformata nel sicario mascherato noto come Taskmaster.
Nel film è mostrata anche la base delle operazioni utilizzata da Natasha e Clint per quella missione – un appartamento all’interno di un edificio di Budapest – e anche un rifugio temporaneo nei condotti d’aria della metropolitana in cui i due si erano ritrovati a nascondersi per due giorni, giocando a tris e all’impiccato per passare il tempo.
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