Lo scorso 8 ottobre, all’età di 89 anni, è morto il fumettista giapponese Sanpei Shirato (pseudonimo di Noboru Okamoto), noto in particolare per manga come Sasuke e Kamui, sui quali sono state basate anche popolari serie animate.
Nato nel 1932 a Tokyo, Sanpei Shirato esordì come autore di manga nel 1957, specializzandosi subito in storie con protagonisti ninja e samurai, ambientate nel Medioevo giapponese ma incentrate su tematiche sociali d’attualità. Il suo primo titolo importante arrivò nel 1959 con Kagemaru Den – La leggenda di un ninja, a cui fece seguito nel 1961 Akame – The Red Eyes, pubblicati in Italia da Hazard Edizioni.
Nel 1964, Shirato contribuì a fondare la rivista Garo, tra le più importanti del fumetto indipendente giapponese, sulla quale avrebbero trovato spazio anche importanti esponenti del gekiga come i fratelli Tadao e Yoshiharu Tsuge, Yoshihiro Tatsumi e Suehiro Maruo. Su Garo, l’autore serializzò Kamui, manga che in Italia fu pubblicato nei primi anni Novanta su Mangazine di Granata Press.
In Italia, i personaggi di Shirato sono diventati famosi soprattutto grazie alle loro trasposizioni animate: Sasuke, il piccolo ninja (andata in onda in Giappone fra il 1968 e il 1969) arrivò infatti per la prima volta nel nostro paese nel 1982 su Canale 5, mentre L’invincibile Ninja Kamui (del 1969) fu trasmessa lo stesso anno su Rete 4.
La casa editrice Shogakugan ha inoltre comunicato che quattro giorni dopo la scomparsa di Shirato è morto anche suo fratello Tetsuji Okamoto, disegnatore nel 1988 del manga Kamui Den Dai Ni-bu (seguito di Kamui).
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