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FocusListeIl meglio dell'animazione del 2021

Il meglio dell’animazione del 2021

Arcane 

Nella florida e avanzata città di Piltover le tensioni col distretto sotterraneo Zaun portano a rivolte sempre più violente. Le sorelle Violet e Powder rimangono coinvolte in uno scontro particolarmente duro, perdendo entrambi i genitori. Ormai orfane, cresceranno come ladre, finendo coinvolte in affari più grandi di loro. Divise dal corso degli eventi, le due si incontreranno di nuovo da adulte, con la guerra civile ormai alle porte.

Arcane, tie-in del popolare videogame League of Legends, è stata senza dubbio una delle sorprese dell’anno. Nonostante il moba (massive online battle arena) targato Riot Games possa vantare numeri da capogiro (180 milioni di giocatori attivi nel mese di ottobre) e collaborazioni con brand come Louis Vuitton, l’accesso al suo fandom rimane difficile per i neofiti. Per ovviare a questo problema e continuare la sua crescita la software house losangelina ha pensato bene di espandere la propria popolarità con un prodotto di estrema qualità, maturo e distribuito in tutto il mondo da Netflix (in Cina è stato invece diffuso dalla consociata Tencent Video).

A livello artistico Arcane setta nuovi standard per un prodotto non pensato per il cinema. Il 3D si arricchisce di colorazioni quasi pittoriche, da concept art, mentre effetti tradizionali vanno a definire sbuffi di vapore e colpi di luce. Il risultato pesca tanto da Spiderman – Un nuovo universo quanto da videogiochi come Zelda Breath of the Wild, il tutto immerso in un setting sospeso tra art-deco e steampunk. La colonna sonora vanta, tra gli altri, brani di Imagine Dragons, Woodkid e Denzel Curry. Eppure, nonostante asset di regia così indiscutibili, quello che colpisce di più è la maturità e la solidità della sceneggiatura.

In Arcane si picchia poco e si parla un sacco. Le vicende sono complesse, ricche di personaggi e sfaccettature. La violenza non è mai gratuita e viene mostrata solo quando ha valore drammatico. Questa consapevolezza permette di mettere in piedi un cast che va a colmare ogni singolo slot di diversity management (genere, orientamento sessuale, etnia, malattia fisica o mentale) senza che questa cosa risulti pesante, retorica o vincolante per la narrazione. Un bel rischio, considerando quanto può essere tossico l’ambiente dei gamer.

Quella di Riot Games è una scommessa vinta a tutti gli effetti, portata avanti da una squadra praticamente esordiente nel mondo dell’animazione. Questa freschezza ha avuto ripercussioni anche sulla distribuzione della serie. Se la prima puntata è stata trasmessa in anteprima su Twitch, una volta arrivate su Netflix le puntate sono state diffuse raggruppate in atti a cadenza settimanale. Il successo è stato istantaneo, e la seconda stagione è già confermata.

(Marco Andreoletti)

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