I 10 migliori graphic novel italiani del 2021

Sindrome Italia, di Tiziana Francesca Vaccaro ed Elena Mistrello (BeccoGiallo)

sindrome italia

“Sindorme Italia” è il nome di una malattia riscontrata nelle donne dell’Est che hanno lavorato per anni in Italia come colf e badanti. Lontane dalla propria casa e dalle proprie famiglie, queste persone hanno vissuto in Italia come fantasmi passando tutto il loro tempo alle dipendenze di estranei, spesso subendo maltrattamenti. Una volta ritornate al proprio paese di provenienza hanno iniziato a soffrire di profonda depressione, inappetenza, insonnia, perdita di peso e fantasie suicide.

In Italia sono quasi due milioni le donne migranti che hanno abbandonato la propria famiglia per occuparsi di quella di qualcun altro. Ma chi sono queste donne? Qual è la loro storia? E sopratuttto, perché soffrono di questa sindrome? Sindrome Italia affronta questa questione delicata e poco conosciuta ispirandosi liberamente alla testimonianza di Vasilica, una donna che come tante altre ha deciso di migrare per lavoro nella speranza di dare un futuro migliore ai propri figli. E che poi, invece, si è ammalata.

Il progetto è stato ideato da Tiziana Francesca Vaccaro ed è nato come spettacolo teatrale. In un secondo momento, grazie all’incontro dell’autrice con la fumettista Elena Mistrello, è diventato un graphic novel toccante e profondo, che fa riflettere sulla condizione lavorativa e umana di persone che sotto i nostri occhi passano inosservate, raccontando un problema reale ma poco noto.

Il lavoro di Mistrello, autrice esperta nel campo del graphic journalism (Milano, fermata Isola, Quartieri e diverse storie su riviste come Tracce Urbane, Jacobin e QCode Magazine), traccia la cruda esperienza di Vasilica. Tra cambi di lavoro, annientamento emotivo e crisi esistenziali, la protagonista della storia si move dal Sud al Nord Italia attraversando molte difficoltà e vivendo poche gioie. Tutta la disperazione di questa storia emerge nella rappresentazione di un anfibio antropomorfo in cui la protagonista si riconosce. Un mostro all’apparenza terrificante ma profondamente triste, solo e spaventato.

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