Mule Boy e il Troll dal cuore strappato, Øyvind Torseter (Beisler)

Mule Boy e il Troll dal cuore strappato è una favola scritta e disegnata dal norvegese Øyvind Torseter, un fumettista e illustratore nato nel 1972 e vincitore di numerosi premi, che in Italia era già arrivato qualche anno fa con Il buco.
Le sue opere mescolano illustrazione e fumetto all’interno di vicende che in superficie sembrano avventure per bambini ma che poi si rivelano racconti con risvolti adulti. Al centro c’è sempre Mule Boy, questo personaggio allampanato con la faccia un po’ da asino un po’ da ippopotamo, che finisce in situazioni disparate, da spedizioni marittime (Mulysses) a missioni alla ricerca di dinosauri (Mulanosaurus Rex). Ne Il Troll da cuore strappato, Mule Boy è l’ultimo di sette principi in una terra desolata e lontana che si imbarca in un’impresa per salvare i sei fratelli – e le rispettive compagne – trasformati in statue di pietra da un malvagio troll.
È un canovaccio che dire classico sarebbe una vistosa minimizzazione del concetto di classicità, ma Torseter lo stravolge con disegni talmente distanti dalle aspettative da farlo sembrare una storia nuova. Mule Boy è il prodotto di una fiaba dei fratelli Grimm se l’avesse illustrata David Lynch.
Il libro non sta mai fermo, alterna collage, pecette, astrazioni, visioni uscite da un libro di Ralph Steadman, design paurosissimi e personaggi disegnati con l’innocenza di due segni. E tutto coesiste insieme sulla stessa pagina, dando una vivacità schizofrenica unica al testo. Spalmato su una trama convenzionale, questo mosaico di scelte spiazzanti e inconsuete rende Mule Boy e il Troll dal cuore strappato un oggetto spigoloso, da maneggiare con attenzione ma che darà grande soddisfazioni ai suoi lettori.