Le 10 migliori serie a fumetti del 2021

Keep Your Hands Off Eizouken! 1-2, di Sumito Ōwara (Star Comics)

Due studentesse – una modella amatoriale e una nerd senza speranza – decidono di unire le proprie forze per realizzare il loro grande sogno: realizzare un anime. A completare la squadra c’è l’energica Sayaka Kanamori, ossessionata dai soldi e perfetta nel suo ruolo di spietata e risoluta amministratrice dello sgangherato studio. 

Keep Your Hand Off Eizouken! è il primo lavoro di Sumito Oowara, mangaka classe 1993  cresciuto con il sogno di lavorare lui stesso nel mondo dell’animazione. Il suo debutto è una commedia frizzante e piena di idee, dove la realtà e l’immaginazione sfrenata delle protagoniste continuano a confondersi. Come succedeva in Bakuman di Takeshi Obata e Tsugumi Ohba l’approccio all’industria culturale è decisamente tecnico, e il manga è pieno di riferimenti precisi e puntuali all’apparato produttivo.

Si parla delle tecniche utilizzate così come della gestione del budget e delle tempistiche di lavorazione. Anche se tutto viene vissuto in maniera ridotta – le ragazze producono i loro lavori nella fatiscente sede del club scolastico dedicato alle produzioni audiovisive – le difficoltà incontrate dalla strampalata squadra sono le stesse delle grandi produzioni. Che si tratti di rientrare nei tempi, di animare in maniera convincente la rotazione di una ventola o di affrontare le assurdità di progettazione di un robot gigante.

Queste parentesi così precise e rigorose si alternano a momenti da commedia surreale, mentre il worldbuilding realistico dell’ambientazione liceale e quello da post-atomico ecologista immaginato dalle studentesse per il loro anime si fondono sempre più. Così non è difficile passare, senza soluzione di continuità, da sequenze dove le nostre devono incontrare il consiglio scolastico per discutere del budget annuale a schede tecniche di mezzi corazzati che paiono presi di peso da qualche Metal Slug.

Il disegno è nervoso e piacevolmente poco rifinito, quasi da sketch, in una specie di versione ultra-pop di quanto fatto da Taiyō Matsumoto. Il risultato è già fresco e graffiante di suo, ma acquista ancora più valore quando i fondali si arricchiscono improvvisamente di particolari fuori contesto, come macerie invase da una vegetazione selvaggia. Un simile alternanza di stili garantisce un continuo flusso di idee e una gestione del ritmo dinamica e mai noiosa, rafforzando l’aspetto leggero e disimpegnato della sceneggiatura senza mai cadere nella banalità o nel già visto.

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