Rorschach 1-8, di Tom King e Jorge Fornés (Panini Comics)

Durante un comizio per la corsa alla presidenza degli Stati Uniti un uomo vestito da Rorschach e una giovane ragazza agghindata come una cowgirl vengono uccisi dalla sorveglianza prima di poter attentare alla vita del candidato. Un detective senza nome sarà chiamato a indagare sui moventi della coppia di criminali, calandosi in un incubo di cospirazioni e paranoie.
Rorschach, scritto da Tom King per le matite di Jorge Fornés e i colori di Dave Stewart, è a tutti gli effetti un fumetto investigativo, dal ritmo lento e compassato, dove seguiamo passo dopo passo le indagini portate avanti dal risoluto investigatore. Nello scorrere della narrazione superpoteri e costumi bizzarri quasi non vengono neppure menzionati, preferendo concentrarsi piuttosto sulla psicologia dei personaggi e su una disincantata descrizione del presente. Nonostante questa scelta, così realistica e cruda, la serie rappresenta l’incursione nell’universo di Watchmen più vicina alla fonte originale, sia come tematiche che come stile.
King si mette al servizio della storia e sceglie una scrittura asciutta, figlia di certo poliziesco anni Settanta. I piani temporali scorrono con agilità uno sopra l’altro – aspetto facilitato dalla colorazione di Stewart, che guida in continuazione il lettore – mentre indizi e svolte investigative vengono a galla poco a poco. Non si tratta di un fumetto pieno di effetti speciali o di svolte drammatiche troppo forzate, ma la regia sicura di Fornés lo rende una lettura soddisfacente e appassionante.
Questa nuova iterazione del capolavoro di Moore e Gibbons trova però nel tempismo con cui è stata lanciata la sua principale ragione d’essere. A conti fatti Walter Joseph Kovacs – il Rorschach originale – è una sorta di esponente in anticipo sui tempi della moderna alt-right. Vive in un mondo tutto suo, dove ogni aspetto della nostra società cade a pezzi sotto l’influenza di una presunta e inarrestabile decadenza. Se lo racconta in continuazione e alimenta le sue convinzioni leggendo tabloid populisti. La completa immersione in una narrazione pervasiva e soffocante può convincerci di qualsiasi cosa, impiantando sotto pelle il seme della violenza e dell’intolleranza.
Ed è proprio questo il punto di tutta la serie. King, Fornés e Stewart raccontano di come l’eredità di Rorschach si estenda di persona in persona seguendo un’intricata serie di collegamenti, arrivando infine a intaccare la capacità di valutare la realtà. Nulla di troppo diverso rispetto a quello a cui assistiamo ogni giorno in questi anni così strani e complessi.