
Inizia con una pagina di testo, Mule Boy e il Troll dal cuore strappato. È un incipit che sembra asportato da un libro di fiabe di seconda fascia, di quelli senza autori e con testi di provenienza mista. Niente di speciale, tutto già letto. È il primo passo di una strada battuta miliardi di volte: Mule Boy, l’ultimo di sette principi si imbarca in un’avventura per salvare i sei fratelli – e le rispettive compagne – trasformati in statue di pietra da un malvagio troll.
Poi però inizia il fumetto che, sì, prosegue in un canovaccio che dire classico sarebbe una vistosa minimizzazione del concetto di classicità, ma che è disegnato in maniera talmente distante dalle aspettative da far dimenticare tutto il resto. Mule Boy è il prodotto di una fiaba dei fratelli Grimm se l’avesse illustrata David Lynch. La copertina lo preannuncia bene: attorno al mondo di Mule Boy ci sono grovigli di spine e fiori, di paure e bellezza.
Il suo autore è Øyvind Torseter, un fumettista e illustratore norvegese nato nel 1972 e vincitore di numerosi premi. Ha firmato Avstikkere, un libro illustrato senza parole in cui il lettore è invitato a usare la sua immaginazione per decifrare le cinque parti del volume, Il buco e altre storie con protagonista Mule Boy, questo personaggio allampanato con la faccia un po’ da asino un po’ da ippopotamo che finisce per essere la tela su cui dipingere storie d’avventura ma con strane sfumature adulte.

Giusto per dare due coordinate: Mulysses (2017) mostrava il viaggio per mare di Mule Boy, che si imbarcava in una spedizione per far fronte ai suoi problemi economici. Mulanosaurus Rex (2021) lo vedeva invece partire alla ricerca di un dinosauro per una mostra organizzata dal museo di storia naturale in cui lavora, con la speranza di non venire licenziato, insieme al Presidente, un figuro interessato all’animale (ultimo della sua specie) per poter produrre petrolio.
In Mule Boy e il Troll dal cuore strappato il commento sociale è assente, ma c’è comunque la volontà di giocare ibridando il genere con il contemporaneo e la realtà pratica di tutti i giorni: Mule Boy gira con un sacco a pelo e uno zaino moderno, la caverna del troll è piena di oggetti d’uso comune (lampade da scrivania, sacchi di cibo etichettati), e anche se vive avventure fantastiche, ci sono sempre momenti di pausa in cui Mule Boy deve mangiare o andare in bagno.
Soprattutto, è l’inquietudine – quella sana miscela di paura, ignoto e inadeguatezza tipica dei grandi libri per l’infanzia – a rimanere una costante del lavoro di Torseter. Lo si vede nelle piccole scelte narrative (la didascalia finale ci avverte che Mule Boy e la principessa che ha incontrato nel castello del troll «vissero per lo più felici e contenti») e ovviamente nei disegni.

La storia è lineare, ma è riempita con così tante idee da lasciare il lettore – specie quello più piccolo – frastornato, tale è la quantità di visioni indelebili a cui è stato esposto. C’è lo sporco e il senso di morte della caverna del troll, piena di teschi parlanti che provano a dissuadere Mule Boy dal compiere qualsiasi gesto, il candore del protagonista e della sua relazione con la principessa, c’è una piovra gigante che suona il sassofono e altre visioni uscite da un libro di Ralph Steadman.
Le scelte che fa Torseter in Mule Boy sono proprio strane. Capita che il cavallo che accompagna Mule Boy si alzi in piedi e Torseter gli dedichi tavole intere, o che la pagina diventi di colpo nera, con del testo urlato. Il libro non sta mai fermo, alterna doppie paginate a tavole fumettistiche con la scansione in vignette, momenti a tutto testo, altri a tutto disegno, collage, pecette, astrazioni, macchie di colore, forme, design paurosissimi e personaggi disegnati con l’innocenza di due segni. La varietà di stili è impressionante: Mule Boy appartiene a un mondo bambinesco, la ragazza di cui è innamorato guarda più all’infanzia prescolare, dove le forme sono essenziali e sgraziate, il troll è un incubo da fumetto underground. E tutto coesiste insieme sulla stessa pagina, dando una vivacità schizofrenica unica al testo.
Spalmato su una trama convenzionale, questo mosaico di scelte spiazzanti e inconsuete rende Mule Boy e il Troll dal cuore strappato un oggetto spigoloso, da maneggiare con attenzione ma che darà grande soddisfazioni ai suoi lettori.
Mule Boy e il Troll dal cuore strappato
di Øyvind Torseter
traduzione di Alice Tonzig
Beisler, settembre 2021
cartonato, 112 pp., colori
24,00 € (acquista online)
Entra nel canale WhatsApp di Fumettologica, clicca qui. O seguici su Telegram, Instagram, Facebook e Twitter.