“Gli anni difficili”, Max de Radiguès racconta (bene) l’adolescenza

anni difficili max de radigues

Il fumettista belga Max de Radiguès è ormai da anni uno dei talenti più vivaci e influenti della scena franco-belga contemporanea. Autore prolifico, ha dimostrato di saper fondere con efficacia influenze della bande dessinée con le tendenze indie americane degli ultimi due o tre decenni, attingendo anche dalla tradizione delle strisce umoristiche. Inoltre, a latere dell’attività di fumettista, de Radiguès è editore con il marchio L’employé du Moi e curatore di una collana per la casa editrice belga Sarbacane.

Della sua ormai ampia produzione in Italia si sono visti soltanto Hobo Mom – realizzato a quattro mani con Charles Forsman (The End of the Fucking World, I Am Not Okay With This) e pubblicato da Delebile – e Gli anni difficili, pubblicato online nel 2017 su Banana Oil.

Quest’ultimo è da poco arrivato in Italia anche in edizione cartacea, in un albo ottimamente realizzato da MalEdizioni nel formato originale tascabile. Il fumetto mostra de Radiguès alle prese con ciò che sa fare al meglio: raccontare l’adolescenza con leggerezza e profondità, concentrandosi sul quotidiano e su ciò che di più ordinario si vive nella più cruciale età di passaggio. 

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Al centro di Gli anni difficili ci sono ragazzi ritratti nei loro contorni più essenziali, con un segno minimale e colori piatti, quasi da far pensare a un felice incontro tra la linea chiara e l’immaginario dei Peanuts. Tra di loro, i protagonisti si esprimono con fare asciutto e spietato, ricordando anche in questo i protagonisti delle strisce di Schultz. Ma la schiettezza dell’impronta narrativa di de Radiguès non può far a meno di rammentare fumetti contemporanei come quelli del suo sodale Charles Forsman, un altro autore che ha saputo abilmente affrontare un tema inflazionato come quello dell’adolescenza con rinnovata originalità.

I protagonisti di Gli anni difficili sono ragazzini intenti a fare quello che fanno i ragazzini, il che vuol dire a volte anche un bel niente di particolare, ma lo fanno sempre con la stessa convinzione ed enfasi che avrebbero se facessero la cosa più importante del mondo. In brevi storie di poche pagine li vediamo seduti ai banchi di scuola distratti da battutine e dispetti, o in casa, concentrati su segreti o cose non dette, o ancora in giro a cazzeggiare. 

De Radiguès sa bene che ciò che è davvero importante per ragazzi e ragazze sono le piccole cose, come le parole scambiate di sfuggita e gli sguardi fraintesi, ed è su tutto questo che si imbastiscono (piccoli) drammi e (grandi) tragedie. Con spiccata raffinatezza narrativa, l’autore sceglie di non architettare una trama ingombrante, ma si concentra appunto su ciò che parrebbe insignificante, restituendo così delicata poesia alla rappresentazione di una età che vista da una certa distanza sa altrimenti apparire ricca di momenti goffi e grotteschi.

Non è da tutti i giorni imbattersi (perlomeno in traduzione italiana) in fumettisti francofoni così rilevanti e dalla produzione vivace e originale come Max de Radiguès, e ciò rende questo albo una lettura imprescindibile per chiunque sia interessato a cosa è successo negli ultimi anni nel fumetto indipendente europeo.

Gli anni difficili
di Max de Radiguès
traduzione di Elisabetta Mongardi
MalEdizioni, novembre 2021
brossurato, 144 pp., colori
14,00 €
(acquista online)

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