La pirateria dei manga è aumentata esponenzialmente durante la pandemia

manga pirateria

Il successo internazionale dei manga durante la pandemia viaggia di pari passo alla pirateria e ai siti che li diffondono online illegalmente. Un report diffuso dall’ABJ (Authorized Books of Japan), un’associazione di editori giapponesi che si occupa di monitorare il mercato del libro e del fumetto, ha stilato una lista di oltre 400 siti di pirateria di manga mettendo in evidenza come tra il 2020 e il 2021 il loro traffico web sia aumentato vertiginosamente. 

A gennaio 2020 il traffico dei tre siti più popolari arrivava a 12,5 milioni di visite. Nell’ottobre 2021 è salito fino a 326 milioni. ABJ stima che il danno economico causato dai primi dieci siti sia passato da circa 1,6 miliardi di euro del 2019 a circa 6 miliardi di euro tra gennaio e ottobre 2021.

«La qualità dell’immagine delle versioni piratate viste di recente è molto alta e quasi pari a quella degli e-book, e le opere non autorizzate di alcuni manga si trovano su Internet proprio nelle date in cui le loro versioni ufficiali sono messe in vendita», ha commentato al Japan Times il fumettista Ken Akamatsu, noto per manga come Love Hina, sottolineando il danno economico non solo per gli editori ma anche per gli autori.

Da anni i principali editori giapponesi di manga si battono insieme al governo contro la pirateria online. Tra i casi più recenti e discussi c’è stato quello riguardante la chiusura di Manga-Mura, ritenuto uno dei più grandi siti di manga pirata, e l’arresto nel 2019 del suo responsabile.

Mentre nel 2021 è avvenuta la chiusura di Manga Bank, un altro grande sito pirata che al 2019 si è stimato raggiungesse il miliardo di visite. Gli editori giapponesi, tra cui Shueisha (One Piece, Naturo), avevano accusato il sito di violazione di copyright con conseguente richiesta a Google di divulgare le informazione riguardo al suo proprietario, che nel frattempo ha messo offline il sito e si è reso irreperibile.

«Non c’è una soluzione, Tutto quello che possiamo fare è continuare a fermarli», aveva spiegato ad Asahi.com Atsushi Ito, responsabile della sezione antipirateria di Shueisha e membro dell’ABJ. «Se molliamo è finita».

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