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NewsÈ morto Mino Milani, grande firma del Corriere dei Piccoli

È morto Mino Milani, grande firma del Corriere dei Piccoli

Nel pomeriggio del 10 febbraio è morto Mino Milani, giornalista, romanziere e fumettista, colonna portante del Corriere dei Piccoli e del Corriere dei Ragazzi. Aveva 94 anni, compiuti da una settimana.

Personalità poliedrica, è stato uno dei protagonisti del fumetto Italiano tra gli anni Cinquanta e Settanta, contribuendo a sviluppare il genere del fumetto storico-pedagogico protagonista del Corriere dei Ragazzi e del Giornalino, oltre che a collaborare con autori come Hugo Pratt, Sergio Toppi, Grazia Nidasio e Attilio Micheluzzi, che esordì come fumettista su una sceneggiatura firmata proprio da Milani.

Mino Milani ritratto dal fotografo Simone Florena per il libro “Ri-tratti” pubblicato da Comicon

Nato il 3 febbraio 1928 a Pavia, città in cui vivrà per tutta la sua vita e che sarà al centro delle sue narrazioni («Sono nato qui, qui ho vissuto, da qui non sono mai voluto andarmene» disse a Il colophon), si iscrisse alla facoltà di medicina ma si disinnamorò della materia e preferì laurearsi in lettere moderne. In seguito fu direttore della Biblioteca Civica di Pavia, ruolo che manterrà fino al 1964. Nel 1953, presentato dallo zio Guido al direttore del Corriere dei Piccoli Giovanni Mosca, iniziò a collaborare con il giornale con una serie di racconti – il primo narrava la storia di un ragazzo che, aiutando malvolentieri il nonno noleggiatore di barche sul Ticino, finisce nei guai vendendo soccorso proprio dall’avo.

«Dissi a Mosca: basta con queste storie che finiscono sempre bene, facciamone invece una della vita di oggi, vera, autentica e in effetti gliene mandai una ispirata proprio alla vita pavese. Gliela inviai e la pubblicò e poi gliene inviai un’altra dove ebbi il coraggio di metterci anche un morto» raccontò Milani.

Poco entusiasta nei confronti della strisce a fumetti, Mosca trasformò i contenuti del Corrierino per avvicinarli a prodotti più letterari (racconti in prosa, articoli, reportage). Seguendo queste direttive, Milani compose romanzi a puntate molto popolari come quelli con protagonista Tommy River.

Per il Corriere dei Piccoli firmò racconti in prosa e fumetti illustrati da autori come Grazia Nidasio, Hugo Pratt, Milo Manara, Dino Battaglia, Sergio Toppi, Mario Uggeri. Quando il Corriere dei Piccoli cambiò nome in Corriere dei Ragazzi, Milani, diventato nel frattempo redattore, accompagnò la rivista in una crescita che spinse il Corrierino in una dimensione moderna. Insieme al direttore Giancarlo Francesconi e al sodale Alfredo Castelli rivoluzionò il giornale, recuperando l’apparato fumettistico e facendolo diventare un progetto che voleva essere informativo e critico sui fatti del mondo. Scrisse serie come I grandi nel giallo e Dal nostro inviato nel tempo Mino Milani, fumetti che partivano da spunti storici per costruire racconti fantastici.

«Narratore animato dal bisogno di insegnare», come lo descrive Sergio Brancato nel volume Mino Milani. L’inviato nel tempo, Milani piegò il fumetto allo scopo educativo, senza mai dimenticarne l’aspetto ludico, attraverso formule anche inusuali, come Uomini contro e Uomini pro, serie dedicate rispettivamente a figure storiche famigerate o illustri, o La parola alla giuria disegnata da un giovane Milo Manara. In La parola alla giuria un personaggio storico era messo di fronte a un pubblico ministero per raccontare le proprie imprese, coinvolgendo il lettore nel giudizio morale del protagonista tramite un tagliando che si poteva inviare alla redazione.

Tra le altre sue opere vanno segnalate Il Maestro (un precursore di Martin Mystère) con Aldo Di Gennaro, I quattro delle Pleiadi con Alberto Breccia, la fantascientifica I cinque della Selena (con Dino Battaglia) e la rilettura di Dottor Oss di Jules Verne, illustrato da Grazia Nidasio. Con Hugo Pratt realizzò inoltre l’incompiuto Sandokan, Fanfulla e gli adattamenti di Robert Louis Stevenson L’isola del tesoro e Il ragazzo rapito.

Mai animato da spirito nostalgico («quelli della giovinezza non sono stati per nulla i miei anni migliori, né me la sento di rimpiangere quelle tristezze e quei tanti giorni gettati via nel tentativo di non gettarli» scrisse nell’autobiografia L’autore si racconta), cercò nelle vicende storiche stimoli per decodificare il presente, attraverso la lente dell’avventura.

«Credo fermamente che, forse di più che in altri campi, in quello dell’avventura è necessaria la rappresentazione della realtà» disse in un intervento a Lucca Comics & Games nel 2012. «Si possono scrivere storie magnifiche e mozzafiato su uomini che cadono indenni anche da trenta metri però non saranno storie d’avventure. […] Pensando di vincere sempre e credendosi illusi immortali non si va da nessuna parte.»

Quando il Corriere dei Ragazzi si trasformò nuovamente in Corrier Boy Milani consegnò le proprie dimissioni poiché non condivideva le nuove politiche editoriali. Per un breve periodo scrisse per Il Giornalino, per poi allontanarsi definitivamente dal fumetto, senza apparenti esitazioni (era «il tipo narrativo che ho dismesso senza rimpianto» disse nel 2016).

Rimase comunque in contatto con la redazione del Corriere della Sera, curando dal 1964 al 1977 la rubrica La realtà romanzesca su La Domenica del Corriere, in cui, come accadeva in Dal nostro inviato nel tempo Mino Milani, romanzava un fatto realmente accaduto, sdoganando generi letterari poco frequentati in Italia. «Quelli erano i tempi in cui un italiano che scrivesse un libro giallo doveva ambientarlo oltre confine e firmarlo con un nome inglese. Come il giallo, l’avventura non aveva nessuna possibilità in Italia. Poteva essere narrata solo ai ragazzi, ed è per quello che ho dedicato ad essa tanto tempo.» Milani stesso nella sua carriera utilizzò diversi pseudonimi (Eugenio Ventura, Piero Selva, Stelio Martelli, Mungo Graham Alcesti, T. Maggio). La realtà romanzesca diventò così popolare che Milani la ripropose sul supplemento Corriere Salute con il titolo La vita in gioco, in cui raccontava episodi legati alla medicina.

Dopo l’addio al mondo dei fumetti diresse il quotidiano La Provincia Pavese, scrisse romanzi fantasy e di ambientazione storica, per ragazzi (Efrem soldato di ventura) e adulti (Fantasma d’amore e il ciclo delle indagini di Melchiorre Ferrari), nonché saggi riguardanti il Risorgimento – celebre la biografia Giuseppe Garibaldi. Biografia critica.

«In Mino Milani convivono da sempre il ragazzo appassionato di avventure, di mitologie, di storia, avventurosa anch’essa, e l’adulto umanista, attento ai valori di fondo e nemico dei guerrafondai e degli eroi ad ogni costo» scrisse Paolo Mauri su Repubblica. «Per Milani i veri eroi devono anche saper perdere. Tutto sommato una lezione preziosa.»

*Si ringrazia Comicon Edizioni per l’aiuto bibliografico

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