“Nausicaä della Valle del vento” di Miyazaki ha 40 anni

Nausicaa della Valle del vento manga Miyazaki

40 anni sono una bella prova, una giusta misura per capire quanto è invecchiata un’opera, quanto è rimasta attuale, come si colloca all’interno del percorso del suo autore. Il 2022 segna proprio i 40 anni dall’esordio di Nausicaä della Valle del vento (Kaze no tani no Naushika in originale), manga che in qualche modo denotava fin da subito il desiderio febbrile di Hayao Miyazaki di percorrere la sua strada a prescindere dagli stilemi, dal contesto, dal mercato.

La storia è ambientata in un futuro post-apocalittico, circa mille anni dopo una famigerata guerra che ha reso il mondo sterile, deserto e persino tossico. Ci sono zone inaccessibili all’uomo, come la giungla tossica nota con il nome di Mare della Putrefazione. È qui che è nato una sorta di mondo parallelo, un ecosistema con insetti giganti verso i quali Nausicaä, una ragazza che è la principessa del piccolo regno della Valle del Vento, sente di avere un legame particolare. 

In questo mondo, l’imminente guerra fra il regno di Tolmekia e l’impero di Dorok scombina i già fragili equilibri del pianeta, che rischia la distruzione per mano di un robot gigante dormiente, noto come il Soldato Titano. Nausicaä tenterà in tutti i modi di portare la pace e far sì che il mondo stesso diventi un luogo di armonia e serenità.

La genesi del manga Nausicaä della Valle del Vento è piuttosto articolata ma importante ai fini del destino di un autore come Miyazaki. La proposta di pubblicazione avvenne dalla stessa Tokuma Shoten, la casa editrice di Animage, rivista dedicata al mondo del fumetto e dell’animazione, che pubblica sia manga che articoli specializzati sulle varie produzioni animate e non. Durante un’intervista condotta da Toshio Suzuki e Osamu Kameyama, fu chiesto a Miyazaki di proporre progetti per opere animate alla stessa Tokuma Shoten.

Nausicaa della Valle del vento manga Miyazaki

Eravamo agli inizi degli anni Ottanta, e Miyazaki era un nome già piuttosto noto nel settore. Aveva già lavorato alla Toei, era cresciuto sotto l’ala protettiva di Yasuo Ōtsuka, aveva imparato dal grande Yasuji Mori e creato un importante sodalizio con Isao Takahata, futuro co-fondatore dello Studio Ghibli. Aveva dato vita – o quantomeno aveva contribuito in maniera fondamentale – a film cruciali come La grande avventura del piccolo principe Valiant e a serie come Heidi, Marco, Anna dai capelli rossi e Le avventure di Lupin III. Aveva diretto e curato opere come Lupin III – Il castello di Cagliostro – il suo esordio nel lungometraggio – e soprattutto Conan il ragazzo del futuro. Insomma, Miyazaki era un nome caldo e sulle sue potenzialità c’era chi intendeva investire molto se non tutto: quel Toshio Suzuki che lo intervistò per Animage sarebbe non a caso diventato il produttore di quasi tutti i film dello Studio Ghibli.

Tra i vari progetti proposti, alcuni furono rifiutati (Sengoku ma-jō, ambientato nell’epoca Sengoku, e l’adattamento del fumetto Rowlf), mentre uno in particolare destò l’interesse della redazione, che propose all’autore di svilupparlo in forma cartacea. Di dar vita a un manga, insomma.

Non era la prima volta che Miyazaki si confrontava con il manga. Tra la fine degli anni Sessanta e tutti gli anni Settanta aveva realizzato i manga promozionali de Il gatto con gli stivali e Gli allegri pirati dell’isola del tesoro, opere animate targate Toei a cui aveva collaborato. Ma aveva realizzato anche un manga tutto suo, intitolato Sabaku no tami (Il popolo del deserto), sotto lo pseudonimo di Akitsu Saburō, e pubblicato dalla rivista Shōnen shōjo shinbun tra il 1969 e il 1970. Era stato un manga importante (qui le cose da sapere) perché aveva definito le linee guida da cui si sarebbe sviluppata la poetica miyazakiana, contenendo elementi che sarebbero confluiti in altri progetti, dallo stesso Nausicaä della Valle del Vento fino a Laputa – Castello nel cielo.

Insomma, nel 1982 ebbe inizio la serializzazione di Nausicaä della Valle del Vento, che si sarebbe conclusa, a causa dei numerosi impegni del suo autore, solo nel 1994. Un’opera anomala, a partire dal grande formato, fino ad arrivare alle scelte stilistiche, così vicine alla sensibilità miyazakiana ma molto lontane dall’estetica manga (e più prossime al fumetto europea).

Il manga di Nausicaä della Valle del Vento è innanzitutto una gioia per gli occhi. Presenta tavole di rara bellezza, capaci di alternare con il giusto equilibrio l’estasi di un momento poetico e la frenesia di sequenze action adrenaliniche. Gli studi preparatori e l’immane lavorazione dietro questo manga sono incredibili: questo materiale è in parte stato raccolto in un Artbook pubblicato anche in Italia da Panini Comics (qui i dettagli), sottolineando come fosse lo stesso Miyazaki a criticare il proprio lavoro, dimostrando il suo ossessivo desiderio di perfezione.

Se quindi nella composizione della tavola, nella gestione delle vignette, nell’uso della china, Miyazaki si dimostrò un virtuoso, un autore capace di gestire con facilità ritmo e visionarietà, è altrettanto vero che fu nel contenuto che riuscì a far confluire tutti quegli elementi tematici che erano la struttura portante della sua opera: la sensibilità ecologica e il profondo pacifismo, la fascinazione per eroine forti e l’amore per le macchine e il design (anche militare), nonché la tendenza a una rappresentazione dell’universo narrativo che ibridi elementi fantastici con altri più realistici. 

Nausicaa della Valle del vento manga Miyazaki

Nausicaä della Valle del Vento fu il naturale prosieguo di Conan il ragazzo del futuro e soprattutto una riflessione sul ruolo dell’uomo (e della scienza) nel mondo, sul suo modo in interfacciarsi, in una forma spesso aggressiva e antropocentrica, con ciò che lo circonda: la Natura (animale e vegetale). Temi presenti anche in Laputa – Castello nel cielo, Il mio vicino Totoro e soprattutto Princess Mononoke.

Il successo del manga fu immediato e clamoroso, tanto da permettere a Miyazaki di trasporlo in un lungometraggio animato i cui introiti avrebbero permesso la genesi dello Studio Ghibli. Chi oggi si ritrova a leggere Nausicaä della Valle del Vento può constatare non solo la bellezza visuale ma anche tutta la contemporaneità dei temi trattati. Si ritrova a parteggiare con personaggi credibili, per nulla invecchiati dal tempo, non stereotipati. Si ritrova a sfogliare con grande coinvolgimento una storia che non è prettamente giapponese ma è dell’intero mondo. E dell’uomo. 

Qualcosa che ci sfiora oggi, che ci ricorda domande fatte in passato e che ci costringe a farcene altre per il futuro. Ecco perché Nausicaä della Valle del Vento è sopravvissuto alla prova del tempo, mantenendosi ancora oggi lucido nel suo essere contemporaneo e avvincente e dimostrando quanto Hayao Miyazaki sia a tutti gli effetti tra gli autori più cruciali, radicali e lungimiranti degli ultimi 40 anni.

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