“True Beauty” di Yaongyi è il fumetto più seguito su Webtoon

true beauty Yaongyi webtoon

La storia della ragazza bruttina che con il giusto trucco e abbigliamento trova il modo di esprimere il suo buon carattere, ottenere il posto che merita e incontrare il vero amore è un grande classico del romance. Ed è anche l’idea alla base di True Beauty dell’autrice sudcoreana Yaongyi, il webtoon che con i suoi 7 milioni di iscritti è attualmente il più grande successo della principale piattaforma online dedicata a questo tipo di fumetto, Webtoon.

Bersaglio preferito delle bulle della classe, Jugyeong si convince che se vuole una vita sociale – e sentimentale – normale deve fare qualcosa per il suo aspetto. Partendo dai consigli degli utenti di un forum, durante le vacanze fa binge watching di tutorial di make-up, scoprendo di avere un certo talento. E in effetti quando fa il suo ingresso nella nuova scuola è irriconoscibile: additata da tutti come una delle studentesse più carine, in breve tempo diventa popolare, guadagna migliaia di follower sui social e fa nuove amicizie.

Eppure i problemi per Jugyeong non sono finiti, anzi. La sua immagine esterna è così costruita e distante dalla sua reale quotidianità di nerd brufolosa da farla sentire ancora più inadeguata, e ogni volta che, per prendersi una vacanza da quella perfezione che non le appartiene, decide di uscire senza trucco, ha il terrore di essere smascherata. 

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E in effetti qualcuno scopre il suo segreto: si tratta di Suho, un algido e bellissimo ragazzo appena arrivato dal Giappone che condivide con lei la passione per i manga horror e che, incredibilmente, comincia a interessarsi a lei. Le cose si complicano ancora di più quando a Jugyeong si affeziona anche Seojun, un aspirante idol che odia Suho dopo aver affrontato con lui la perdita di un amico comune. Per quanto Jugyeong continui a sentirsi brutta e insicura, occupa presto il cuore e i pensieri di entrambi i ragazzi, intrecciando con loro un legame molto più profondo di una semplice amicizia, legame che si rafforzerà nel passaggio dall’adolescenza alla vita adulta.

True Beauty è un romance che gioca in modo del tutto casto sul cliché del triangolo amoroso, senza esporre in modo particolarmente delicato o toccante il tema attorno a cui ruota, ossia come sia facile trasformare l’amicizia in amore e come sia poi difficile, per non dire impossibile, fare il percorso inverso.

Nel corso degli oltre 180 episodi finora pubblicati, Jugyeong, Suho e Seojun crescono diventando ventenni pronti a entrare nella vita adulta, ma di fatto non maturano nella dinamica dei loro rapporti e, pur condividendo esperienze abbastanza forti, restano cristallizzati nell’inseguire le rispettive ossessioni.

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In particolare, la protagonista resta imprigionata nel suo complesso di inferiorità nei confronti del mondo, e pur mostrando col tempo un carattere buono e generoso, appare sempre in balia di eventi e sentimenti (altrui, soprattutto) e quasi mai padrona delle sue azioni, posizionandosi più vicina alle eroine tradizionali – innocue e immobili – che alle figure femminili volitive cui siamo abituati oggi. A questi elementi si aggiunge anche la bidimensionalità dei personaggi secondari, che sembrano comparire solo quando sono funzionali a dare nuovi spunti alla narrazione e che, se sono negativi, sono destinati a una completa redenzione o a una giusta punizione.

Eppure in True Beauty qualcosa di interessante c’è, anche se emerge come sottofondo della trama romance, ed è il contesto. La quotidianità che vivono Jugyeong, Suho e Seojun non è fatta solo di pranzi e cene nei locali in o nei convenience store, di passeggiate notturne e diurne nelle vie di Seul, di gite fuori porta o nei centri commerciali, anzi presenta spesso aspetti problematici cui tutti sembrano adattarsi, senza mai metterli autenticamente in discussione. 

Yaongyi e i suoi personaggi

Per esempio, l’ambiente scolastico appare dominato da bulle oppure da allievi senior che si sentono in diritto di molestare le matricole, e l’unica forma di reazione ammissibile è girare al largo, mostrarsi educate e, al limite, sperare nell’intervento miracoloso di un fidanzato pronto a proteggerti. In famiglia non va molto meglio, perché i genitori si limitano a creare problemi e addossare responsabilità senza fornire un minimo di sostegno. Gli amici d’altro canto sono persone piacevoli con cui ubriacarsi, ma poiché sarebbe strano confidarsi troppo con loro, quando si ha un problema è meglio rivolgersi ai forum online (anche se gli utenti non fanno che dichiarare ovvietà che mal si adattano alle situazioni reali).

Questo scenario diventa quasi distopico quando l’attenzione si sposta sul mondo patinato di idol e influencer, professionisti giovanissimi che rinunciano per contratto ad avere una vita privata o si circondano di amicizie finte e inutili al momento del bisogno, svengono per il troppo lavoro o soffrono di disturbi alimentari, accarezzano più volte l’idea del suicidio quando si sentono imprigionati nel tritacarne mediatico eppure, nonostante tutto, restano i vip che attirano più ammirazione e sentimenti di emulazione.

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È forse a partire da questo spaccato sociale e culturale così brutale (e che sicuramente non rende l’idea della complessità della città reale in cui la serie è ambientata, Seoul) che va inquadrato il modo tutto sommato per niente consolatorio con cui Yaongyi affronta il tema della bellezza. Un tema che tocca l’autrice da vicino, visto che, prima di sbancare come fumettista, ha lavorato come modella, si è sottoposta a piccoli ritocchi chirurgici ed è diventata famosa anche come influencer.

Il fulcro della vicenda di Jugyeong resta sempre e comunque la vergogna di non possedere naturalmente quegli standard fisici che il contesto in cui vive le impone di esibire. Eppure si tratta di un canone vistosamente artificiale, potenziato da filtri fotografici e costruito anche grazie a lenti a contatto colorate e adesivi che danno alle palpebre una forma più occidentale: un ideale di bellezza che già in partenza è impossibile da incarnare nella realtà ma che in nessun modo si può mettere in discussione e tanto meno ripensare. 

Nessuna dichiarazione d’amore appassionata può suonare all’orecchio di Jugyeong più dolce della frase, reiterata fino allo sfinimento dai poveri Suho e Seojun, «per me sei sempre la più bella». In True Beauty, insomma, trionfano tanti cliché e luoghi comuni, ma sicuramente non c’è spazio per il vecchio, rassicurante adagio per cui basta essere belli dentro.

Le istanze modaiole del contesto in cui la serie è ambientata sono parte integrante dello stile grafico di Yaongyi, che, anche per assecondare i ritmi forsennati di produzione degli episodi settimanali, punta all’essenziale senza perdersi in fronzoli e ricercatezze formali. Come impone il formato webtoon, in cui la lettura avviene attraverso lo scroll dello schermo dello smartphone, la sequenza narrativa comprende vignette di forma regolare (con i balloon all’esterno della cornice) alternate a immagini più lunghe che richiedono più di uno scroll. 

Le ambientazioni sono tratteggiate con rapidità, mentre le figure sono rappresentate in poche inquadrature ricorrenti, in particolare in primo piano o a figura intera in posizione frontale, in pose che ricordano quelle di modelli e modelle. I personaggi “belli” e anche la stessa Jugyeong in versione truccata sono ritratti con il collo lungo e stretto, gli occhi grandi o intensi, il viso ovale, stilemi che ricordano i figurini asettici dei videogiochi online di make-up, mentre per le scene ironiche l’autrice sceglie le miniature pucciose oppure un’esasperazione grottesca che rimanda a un certo filone di meme.

Poiché tutto quello che passa attraverso uno smartphone è parte integrante della quotidianità che True Beauty vuole raccontare, la sequenza narrativa si completa con stralci di chat, conversazioni da forum, commenti ai post social, sequenze esplicative di make-up, selfie, foto foodporn, fotogrammi di programmi televisivi o di dirette video, schermate di videochiamate. Yaongyi riesce in pratica a creare un tipo di narrazione che sembra essere del tutto contigua agli altri contenuti che, come i webtoon, sono fruibili attraverso lo smartphone.

Leggere True Beauty è in sintesi un’esperienza ambivalente. Da una parte spinge a chiedersi come una serie qualitativamente così scarna possa raccogliere un pubblico così vasto senza annoiarlo (e anzi guadagnando in patria un adattamento a serie tv live-action). Dall’altra ci porta a una conclusione poco rincuorante: la comfort zone narrativa creata da Yaongyi forse non è che il corrispettivo di quel paradiso artificiale proiettato da certi account social, fatto di continuo splendore e grottesca ripetizione e in cui tutti vorremmo perderci nel momento in cui premiamo il tasto follow.

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