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Il film del Doctor Strange che non avete mai visto

dr strange film marvel 1978
La copertina del DVD del film

Negli anni Settanta, gli unici supereroi dei fumetti che avevano avuto successo al cinema o in tv erano, in casa DC Comics, Batman, Wonder Woman e Superman, e, in Marvel, Hulk e Spider-Man, entrambi beniamini del pubblico televisivo. A questi ultimi due per poco non si aggiunse il Doctor Strange, protagonista di Dr. Strange, un film per la tv del 1978 che avrebbe dovuto lanciare una serie per il piccolo schermo. Il fallimento del progetto fu uno dei tanti buchi nell’acqua che gettò una cattiva luce sugli eroi dei fumetti, considerati materia inadattabile in produzioni dal vivo.

Dietro Dr. Strange c’era Philip DeGuere, sceneggiatore che aveva lavorato in televisione su serie come La squadriglia delle pecore nere e La donna bionica e che in seguito avrebbe creato Simon & Simon e preso parte a Max Headroom, NCIS – Unità anticrimine e JAG – Avvocati in divisa. Prendendo lo spunto da L’incredibile Hulk, DeGuere cercò di dare al film un taglio realistico che limitasse al minimo gli aspetti più pop e stravaganti, anche per una questione di budget (ma non solo).

Dr. Strange racconta la lotta tra Strange e Morgan le Fay, una strega proveniente da un’altra dimensione, per uccidere lo Stregone Supremo Tomas Lindmer. Le Fay arriva sulla Terra prendendo possesso del corpo di una donna, Clea Lake. Quest’ultima inizia a soffrire di disturbi dovuti alla possessione e si rivolge allo psichiatra Stephen Strange. Lindmer contatta Strange per avvisarlo che Lake avrà bisogno di cure che la scienza non potrà offrire e gli rivela che ha il potenziale per diventare il proprio successore in virtù di abilità e oggetti ereditati da suo padre. Le Fay tenta di sedurre Stephen, promettendogli amore, potere, salute e conoscenza, se solo il dottore si toglierà l’anello del padre. Stephen rifiuta e ingaggia una battaglia con la maga, sconfiggendola. Lindmer offre la possibilità a Strange di rimanere un mortale o di diventare lo Stregone Supremo e difendere l’umanità.

DeGuere curò ogni dettaglio del progetto al meglio delle sue capacità. Assoldò John Mills, premio Oscar nel 1971 per La figlia di Ryan, per la parte di Lindmer, e portò sullo schermo Wong evitando gli stereotipi che avevano caratterizzato tanti personaggi asiatici, a partire dal costume, un elegante tre pezzi lontano dal finto folklore orientale. «Non dovevo correre in giro con tuniche esotiche, e parlavo con accento americano» raccontò al The Hollywood Reporter Clyde Kusatsu, l’inteprete del personaggio.

Soprattutto, DeGuere preferì Peter Hooten, attore di tv che aveva da poco preso parte a Quel maledetto treno blindato, a qualche nome più rinomato, puntando su quello che gli sembrava l’attore più magnetico per il ruolo. «Mi sembrava che vedendolo la gente avrebbe percepito che era in qualche modo un predestinato» disse in un’intervista a Starlog nel 1978. «Voleva che tutto fosse perfetto» riferì al The Hollywood Reporter Jessica Walter, che nel film interpretava Morgan le Fay. «Anche se era un film per la tv, tentava di renderlo il più spettacolare possibile.»

Insieme alle fantasmagorie delle avventure di Strange (ispirate a quelle che Steve Ditko aveva immaginato sui fumetti, in particolare Strange Tales 126), l’aspetto più difficile da tradurre nella realtà fu il costume del dottore. Caleidoscopico ed esagerato nelle forme, era uno degli abiti più esuberanti visti nei fumetti (rimanendo una sfida anche per i produttori dei Marvel Studios anni dopo). Per adattarlo allo schermo, DeGuere si rivolse a Frank Brunner, disegnatore che aveva lavorato in Marvel proprio sulla serie del Doctor Strange e che poi era passato a lavorare per cinema e tv come illustratore.

Brunner produsse diverse incarnazioni, tra cui una basata sul costume che aveva già proposto nei fumetti, con una stella oblunga sul petto. Alla fine, nel film Strange indossa due costumi, uno più simile all’originale, almeno nei colori, e uno più essenziale e ispirato «agli uomini che vanno a vedere l’opera a teatro, una delle poche occasioni in cui si può indossare un mantello senza sembrare ridicoli».

dr strange film marvel 1978
Uno degli studi di Frank Brunner

L’investimento fu considerevole, e le riprese sforarono di diversi giorni (con un costo stimato tra i 50.000 e i 100.000 dollari aggiuntivi) nel tentativo di realizzare al meglio le scene con gli effetti speciali, senza però la corretta pianificazione. DeGuere credeva così tanto nel progetto che riuscì a portare dalla sua parte tutto il gruppo di lavoro. L’autore trattò con assoluta serietà la storia e i personaggi, e lo stesso fecero gli attori. «DeGuere sperava davvero che il film si rivelasse un successo» commentò il compositore Paul Chihara. «Mi incoraggiò a scrivere delle musiche elettroniche, per l’epoca era molto avanti.»

Durante le riprese, la Mego Corporation, che all’epoca era una delle ditte con i designer migliori e che aveva già in piedi degli accordi di licenza con Marvel Comics, acquistò i diritti per produrre action figure tratte dal film. Mego realizzò un prototipo che non entrò in produzione, e il cui corpo venne riciclato per un altro personaggio.

Stan Lee – il co-creatore del personaggio, insieme a Steve Ditko – fu accreditato come consulente ma, di fronte al prodotto finito, sembra che la sua opinione non fu tenuta in grande considerazione. Lee stesso ammise in un’intervista del 1985 a Comics Feature che il suo difetto principale era quello di essere troppo buono e che «se pensavo che una cosa non andasse bene, non riuscivo a dirlo, perché mi preoccupavo di dare al cliente quello che voleva e farlo contento».

Girato negli studi della Universal a Los Angeles, il film sarebbe dovuto essere il primo di un dittico che avrebbe poi preparato il terreno per una serie tv. «Nel secondo film, Strange sarà coinvolto in una lotta cosmica per salvare la Terra» rivelò DeGuere a Starlog nel 1977. Dr. Strange andò in onda il 6 settembre 1978 sulla CBS, perdendo negli ascolti contro una replica di Radici. Fu un brutto colpo per DeGuere, che si sentì in parte responsabile per il flop, dato che era stato lui a insistere per avere Hooten al posto di un attore famoso. Dopo queste esperienze di segno alterno, la casa editrice varò Marvel Productions, una divisione per supervisionare e spingere i vari adattamenti fumettistici – anche se poi il controllo creativo restava nelle mani delle case di produzioni o delle emittenti.

Quando il film fu riscoperto grazie al passaparola di Internet, i pareri non furono lusinghieri. Le critiche impietose sottolinearono il ritmo soporifero (gran parte del film si concentra sul mondo ospedaliero, assomigliando più a un medical procedural che a un fantasy) e la confusione generale dei realizzatori, pur animata da buone intenzioni, che non aveva saputo evitare l’effetto pacchiano.

Peter Hooten, che pue fu criticato per la recitazione «assente e spaesata», confermò ad Ain’t It Cool News che il gruppo guidato da DeGuere aveva lavorato al massimo delle sue capacità per realizzare un prodotto che, evidentemente, avrebbe avuto bisogno di tempi più moderni per maturare. «Ci sono cose di cui mi pento, ma Dr. Strange è stata una delle esperienze più belle della mia vita.»

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