RubricheSofisticazioni Popolari"Heartstopper" e il miracolo di Alice Oseman

“Heartstopper” e il miracolo di Alice Oseman

Tendenze e direzioni della pop culture viste da chi non riesce a farne a meno, anche se vorrebbe. "Sofisticazioni popolari": una rubrica di Fumettologica a cura di Marco Andreoletti. Ogni 15 giorni riflessioni sullo stato dell’industria dell’intrattenimento, cercando di capire come sopravvivergli.

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heartstopper netflix oseman

Alla Truham Grammar School Charlie Spring è un quattordicenne piuttosto popolare. Bravo a scuola come negli sport, discreto musicista e gentile con tutti. «A scuola tutti ti amano» gli dice un personaggio che da lì a poco diventerà centrale nella sua vita. Eppure nel suo passato più recente ha dovuto sopportare brutti episodi di bullismo a seguito del suo coming out. All’inizio del nuovo anno scolastico, a causa di un’attività di gruppo interclasse, si trova a dividere il banco con Nick Nelson, capitano della squadra di rugby. A dispetto delle aspettative più disastrose il nuovo compagno di lavoro si dimostrerà amabile e aperto, oltre che un vero amico. Tra i due adolescenti scatterà fin dai primissimi istanti una scintilla, con tutta l’ansia e la confusione che ne consegue.   

Se ci volessimo limitare a commentare i numeri di Heartstopper ci sarebbe già da rimanerne impressionati. Un milione e trecentomila abbonati su Webtoon, duecentosessanta milioni di letture, più di un milione di copie vendute della controparte cartacea (pubblicata in Italia da Mondadori). Un successo impressionante a cui si aggiunge anche quello recente della serie Netflix, uno dei pochissimi prodotti ad attirare spettatori in un momento storico in cui la piattaforma non fa che perderne. Si parla di oltre ventiquattro milioni di ore di streaming nella sola settimana di debutto, prima che il passaparola lo rendesse qualcosa di ancora più enorme. A dire il vero però è l’intero percorso produttivo del fumetto di Alice Oseman, debuttante a soli diciassette anni per la HarperCollins con il romanzo Solitaire (in Italia: Solitarie: Senza nuvole, Newton Compton Editori, 2015), a rappresentare un caso di studio perfetto per capire le evoluzioni più moderne del fumetto.

Tutto nasce con un Tumblr, dove Heartstopper diventa fin da subito un fenomeno seguitissimo. La prima raccolta cartacea delle strisce viene finanziata in poche ore su Kickstarter, seguita a breve da un contratto con la Hachette e milioni di copie vendute. La controparte digitale passa così a Tapas e al gigante sudcoreano Webtoon, dove il pubblico si allarga ulteriormente. Lo stesso anno arriva anche il Patreon – a oggi siamo oltre gli ottomila sostenitori – confermando il percorso della fumettista come entità perfettamente aderente al prototipo di autore nato e cresciuto sfruttando ogni possibilità di autoproduzione data dal web

heartstopper fumetto

Oseman, oltre a raccontare una storia in cui si riconoscono adolescenti di tutto il mondo, riesce a creare una comunità viva e pulsante di cui le tenere vicende di Charlie e Nick ne sono il cuore. Il successo istantaneo della trasposizione live-action, con hype alle stelle fin dall’annuncio dello scorso anno, arriva soprattutto dal coinvolgimento diretto della fumettista come unica sceneggiatrice della serie. Nessuna diramazione del mondo di Heartstopper deve cadere troppo lontano dal ceppo originale, pena il rischio di rompere quel patto di incondizionata fiducia che da sempre lega l’autrice e i suoi fan.

Eppure, a primo acchito, il webcomic da cui tutto è partito non ha nulla di particolare. Si tratta di una minuscola storia d’amore tra il mingherlino Charlie Spring e il nerboruto – ma, sotto sotto, dolce e sensibile – Nick Nelson. Un canovaccio che non fa nulla per distanziarsi da cliché e storie già sentite. Per una volta però tutto si svolge senza drammi, personaggi problematici o eventi traumatici. In Heartstopper tutto va come deve andare, senza troppi patemi. Questo non significa che non si finisca per parlare di argomenti seri o che non ci sia nessun intoppo, ma ogni cosa è affrontata con positività e leggerezza. Anche la struttura dei singoli episodi e il tratto dell’autrice vanno nella stessa direzione, rafforzando ulteriormente la sensazione di avere tra le mani un prodotto che voglia prima di tutto fare star bene i suoi lettori.

Il disegno è semplice e pulito, simula matite e pastelli nonostante la sua essenza puramente digitale e non lesina di soluzioni grafiche – cuoricini, stelline, foglioline svolazzanti che legano una vignetta all’altra – che lo rendono ancora più vicino ai disegni che potreste trovare sul diario di un adolescente qualsiasi. Un pò come succedeva con il Prison Pit di Johnny Ryan, ma senza sbudellamenti, turpiloquio e autofellatio con mostri ributtanti. 

Come vuole il metodo di fruizione tipicamente da mobile i capitoli sono brevissimi, minuscole pillole dall’alto tasso di saccarina dove succede davvero molto poco. I due protagonisti si prendono la mano, chiariscono un malinteso o escono con i loro amici. Il fattore di inclusività è alle stelle – il cast comprende ogni tipologia di personaggio LGBT+ e anche la diversità etnica è molto variegata – senza mai rendere pedante o paternalistica questa scelta. Il vero miracolo di Alice Oseman è mantenere piacevole, autentica e appassionante una narrazione che in mano a chiunque altro sarebbe stata quantomeno urticante, oltre che opportunista e forzatamente contemporanea.

Quella di un approccio così empatico e rassicurante è una tendenza molto presente nel mondo dei Webtoon (come già ho raccontato su queste pagine). Sull’edizione statunitense di Vanity Fair Kate Wickman scriveva, a proposito della trasposizione in video di Heartstopper: «Se qualcuno ti chiedesse di disegnare un diagramma di Venn che mostri la sovrapposizione tra Ted Lasso ed Euphoria, potresti pensare che ne uscirebbero due cerchi distinti. Ted Lasso, dopotutto, è la commovente storia da pesce fuor d’acqua di un americano cronicamente vivace che allena una squadra di calcio inglese in difficoltà. Euphoria, nel frattempo, è una storia scintillante e iperconnessa che ci fa chiedere se siamo più spaventati dalla Gen Z di quanto lo siano loro da noi. Ma la sovrapposizione, per quanto lieve possa essere, esiste e la nuova serie di Netflix Heartstopper risiede solidamente e dolcemente all’interno di quella scheggia».

Se consideriamo che il webcomic e il prodotto per lo streaming condividono ampie sezioni praticamente identiche – le differenze più grosse tra le due versioni rimangono il fatto che nella serie Netflix Charlie Spring è molto meno popolare e che il suo gruppo di amici ha molto più spazio – si capisce come il discorso valga benissimo anche per il materiale originale. Oseman ce lo conferma all’interno della stessa intervista «[È] una specie di concetto fondamentale di cosa sia Heartstopper, ed è esattamente lo stesso nei fumetti», dice. «Si tratta di esplorare problemi reali che possono essere problemi oscuri, cose vere e serie che accadono alle persone, mantenendo allo stesso tempo un tono positivo e ottimista. È davvero difficile trovare il giusto equilibrio.»

heartstopper netflix oseman

Considerando il successo di pubblico ottenuto praticamente da subito possiamo intuire che questo bisogno di una narrazione più dolce e meno spigolosa sia piuttosto diffuso, soprattutto tra gli adolescenti che hanno vissuto gli ultimi anni in maniera piuttosto difficile. E infatti era a loro che la produzione della serie televisiva puntava in maniera più decisa, evitando per una volta ogni forma di ammiccamento al pubblico più adulto. Lo confessa la stessa fumettista a Buzzfeed: «Il nostro obiettivo con Heartstopper era che piacesse principalmente agli adolescenti. Ci sono molti programmi per adolescenti che in realtà sono per adulti, ma Heartstopper è principalmente per un pubblico più giovane. Penso che le persone di tutte le età possano apprezzarlo, ma gli adolescenti e i preadolescenti sono le persone a cui volevamo parlare e per cui renderlo accessibile».

Tornando per un attimo alla versione originale di Heartstopper, quella di webcomic, viene da riflettere ancora una volta su quanto sia difficile trovare un esempio più moderno di fumetto, dal punto di vista produttivo come da quello di forma e contenuti. Nato dal basso sfruttando di volta in volta la piattaforma digitale maggiormente vantaggiosa per l’autrice, ha trovato successo immediato per la capacità di parlare in maniera chiara e diretta con il pubblico più giovane. E lo ha fatto scegliendo temi impegnativi e realistici, prediligendo al contempo un approccio morbido e rassicurante, costruttivo senza il minimo accenno di paternalismo o pedagogia. 

Un adolescente o un pre-adolescente vede in Alice Oseman un’amica e una pari, non un adulto che vuole spiegarti come vivere la vita. Scriveva The Gamer che «Heartstopper è stato accolto così bene perché non ha paura di presentarsi come una sdolcinata esplorazione di temi e relazioni LGBTQ+, rendendo chiaro come le identità dovrebbero essere valorizzate invece di essere viste come qualcosa di cui vergognarsi».

Oltre a soluzioni grafiche smielate come cuoricini svolazzanti o scintille e fuochi d’artificio durante i primi approcci tra Charlie e Nick, evidentemente Heartstopper porta al banco qualcosa di più. La rappresentazione di una nuova sensibilità che non aveva ancora trovato una forma così compiuta e slegata dal mondo degli adulti, oltre che una narrazione orgogliosamente piccola e involuta. Intima come il diario di un adolescente qualsiasi. Forse il presente, così torrenziale e frastornante, ha davvero bisogno di essere raccontato in una maniera diversa da quella che ci aspettavamo. Lontano da gigantismi, eccessi e urla. 

Nonostante sia chiaro a chi è indirizzato, in realtà Heartstopper parla a chiunque e lo fa senza alzare la voce una sola volta, senza provocare o risultare scomodo. Si tratta di una soluzione scontata, buonista e da fiocchi di neve, come la definirebbero certi guerrieri da forum anonimo. Eppure l’importanza di Charlie e Nick per tanti adolescenti e pre-adolescenti in giro per il mondo ormai è palese, e la loro influenza non finirà per esaurirsi di certo in una singola, fortunata stagione.

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