
Ogni autore ha probabilmente il suo progetto dei sogni. Per George Pérez, recentemente scomparso, si trattava dell’incontro fra la JLA/Justice League e gli Avengers, ovvero i due più importanti super gruppi rispettivamente di DC e Marvel Comics. Alla fine lui il suo sogno è riuscito a realizzarlo, ma non senza tribolazioni durante decenni. Perché JLA/Avengers, pubblicato dalle due case editrici nel 2003, aveva alle spalle una storia quasi ventennale fatta di litigi, false partenze e interruzioni improvvise.
Tutto cominciò all’inizio degli anni Ottanta, in seguito al grande successo ottenuto dagli scontri tra i più famosi personaggi di Marvel e DC che avevano esordito nel 1976 con Superman vs. The Amazing Spider-Man. Il progetto per un albo speciale con l’incontro tra la Justice League e gli Avengers partì allora sotto la direzione di Dick Giordano, all’epoca caporedattore di DC Comics, con l’intenzione di ultimare il progetto per l’agosto del 1983. A scrivere il soggetto della storia fu chiamato lo scrittore della Justice League Gerry Conway, mentre Roy Thomas si sarebbe dovuto occupare della sceneggiatura. George Pérez, disegnatore della serie Teen Titans per la DC, fu scelto per illustrarla.
Gli antagonisti della storia erano Kang il Conquistatore (proveniente dall’universo Marvel) e Epoch il Signore del Tempo (di DC Comics), che si imbattevano in una potente gemma nel flusso temporale e manipolavano la Justice League e gli Avengers perché si scontrassero fra di loro. «Quegli scontri mettevano eroi con poteri simili l’uno contro l’altro» avrebbe raccontato in seguito Conway. «Batman contro Capitan America, Superman contro Thor, Freccia Verde contro Occhio di Falco, Martian Manhunter contro She-Hulk, Atom contro Ant-Man, Flash contro Quicksilver e così via, concedendo agli eroi di ogni casa editrice lo stesso tempo.»
In seguito al ritardo da parte di Conway nel consegnare il plot, Pérez fu autorizzato da Len Wein – editor incaricato dalla DC di seguire il progetto – a cominciare il lavoro sui disegni, in attesa che dalla Marvel arrivasse l’approvazione. Questa però non arrivò, dato che Jim Shooter, caporedattore della Marvel, bocciò la sceneggiatura adducendo come motivi la presenza di vistosi buchi narrativi e il fatto che membri degli Avengers di primo piano venissero facilmente sconfitti dai personaggi della casa editrice rivale.

Tra le critiche fatte da Shooter c’erano questioni del tipo che Ant-Man non dovesse far parte degli Avengers, che Quicksilver all’epoca abitava sulla Luna con gli Inumani e che non avesse senso la sua gara con Flash perché non era in grado di raggiungere la velocità della luce e che non venisse fatta menzione della moglie di Occhio di Falco. A quanto pare, però, il caporedattore della Marvel non era mai stato particolarmente convinto del progetto e trovò in questo modo una ragione valida per stroncarlo, nonostante Roy Thomas si fosse offerto di rimediare agli errori della trama. Negli albi di DC Comics, Giordano intitolò un editoriale di spiegazioni – e di accuse alla casa editrice rivale – “Justice League contro gli Avengers: la morte del sogno”.
A rimanere più deluso di tutti fu però proprio George Pérez, che aveva già disegnato le prime 21 tavole della storia quando ebbe da Giordano l’ordine di sospendere il lavoro. Durante la convention di San Diego dell’agosto 1983 (data in cui l’albo avrebbe dovuto essere pubblicato), il disegnatore si scagliò letteralmente contro Shooter, accusandolo di aver cercato di ritardare in continuazione la lavorazione e di aver avversato la sua nomina a disegnatore del progetto: «Non permetterò che Jim Shooter se la cavi così, e utilizzerò ogni mezzo disponibile per far sapere alla gente quello che ha fatto Jim. Anche se la gente non crede a quello che dico, almeno ho sputato fuori tutto». Shooter, dal canto suo, si limitò a negare tutto. Comunque stessero realmente le cose, il progetto naufragò.
Il giorno stesso in cui Jim Shooter fu rimosso dal ruolo di caporedattore di Marvel Comics, George Pérez inviò un biglietto a Dick Giordano per ricordargli che lui voleva ancora disegnare JLA/Avengers. Per la cronaca, circa 15 delle tavole già disegnate da Pérez furono in seguito acquistate da Rob Liefeld, che le portò per diversi anni in giro per le convention, in modo da mostrarle ai fan.
Dopo alcuni anni di gelo, la collaborazione fra le due major del fumetto americano riprese nella seconda metà degli anni Novanta con una nuova serie di team-up di successo, Marvel contro DC in testa. Ben presto si ricominciò a parlare di una storia con protagonisti di due gruppi. Nel 1999, Kurt Busiek e Tom Brevoort, all’epoca rispettivamente sceneggiatore e editor della testata degli Avengers, concepirono una storia in quattro parti da scrivere in collaborazione con l’allora scrittore della JLA Grant Morrison. I disegnatori della miniserie sarebbero dovuti essere gli stessi delle serie regolari dei due gruppi, George Pérez e Howard Porter, ma Morrison non fu interessato alla proposta.
Intanto l’attesa dei lettori era alta. Secondo un sondaggio condotto in quegli anni dalla testata americana Wizard, l’evento editoriale più desiderato dagli appassionati di supereroi era risultato proprio l’incontro tra i due super gruppi di Marvel e DC Comics. Questo possibile progetto ebbe addirittura più preferenze di un improbabile seguito di Watchmen sceneggiato da Alan Moore in persona.

Questa volta per un rilancio fu necessario aspettare solo il 2000, quando Joe Quesada, appena diventato caporedattore della Marvel, ripropose il progetto al suo corrispettivo in DC Mike Carlin, che se ne dichiarò entusiasta. A coordinare il lavoro furono incaricati gli editor delle due serie, il già citato Tom Brevoort e Dan Raspler, sostituito poco dopo dallo stesso Carlin a causa di contrasti intercorsi con i due autori della storia, Kurt Busiek e George Pérez. L’annuncio ufficiale fu dato alla Convention di Orlando del 2001. La data di uscita, poi rispettata, fu invece fissata per la fine del 2003.
La storia prese infine la forma di una miniserie in quattro parti, due pubblicate dalla Marvel e altrettante dalla DC. Al posto di Kang ed Epoch c’erano il Gran Maestro e Krona, e soprattutto la trama prevedeva il coinvolgimento, in un modo o nell’altro, di tutti coloro che fino ad allora erano stati membri di entrambi i gruppi. Entusiasta per il coronamento di un sogno ventennale, Pérez si impegnò in maniera straordinaria, tanto da provocarsi un’infiammazione al tendine della mano destra per disegnare e chinare la doppia copertina del terzo numero, raffigurante tutti i personaggi che avessero mai fatto parte dei due gruppi, 208 in tutto.
Non è un caso che, dopo che il disegnatore a dicembre 2021 dichiarò di essere gravemente malato e con una prognosi di pochi mesi, Marvel e DC abbiano nuovamente disseppellito l’ascia di guerra in suo onore, ripubblicando dopo diversi anni JLA/Avengers in una nuova edizione a tiratura limitata, con il ricavato che è andato a favore di The Hero Initiative, organizzazione non profit che si occupa di supportare gli autori di fumetti in difficoltà.
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