Il nido, di Marco Galli (Coconino Press)

Nel giugno del 1944, mentre gli alleati sbarcano in Normandia, Adolf Hitler è al sicuro nel suo rifugio incastonato tra le Alpi Bavaresi, in un luogo chiamato “il Nido dell’Aquila”. Intorno a lui si è radunata una corte composta da gerarchi nazisti, giovani ragazze piacenti e ovviamente Eva Braun, tutti intenti a scacciare l’idea che la fine del Terzo Reich sia vicina attraverso feste, banchetti e momenti di puro piacere.
Queste le premesse da cui parte Marco Galli (La notte del corvo, Dentro una scatola di latta) per raccontare la figura forse quella che è la più controversa del Novecento e rendendola più umana e banale possibile, con i suoi tic, le sue ossessioni e le sue manie. Non allo scopo di renderla simpatica o comprensibile, ma all’opposto per allontanarla da quell’idea che abbiamo a volte di lui come un malvagio bidimensionale, che però finisce quasi per procurargli un alibi. Il messaggio dell’autore, insomma, sembra essere quello che chiunque, nelle dovute condizioni, potrebbe fare quello che ha fatto Hitler, che non era posseduto da demoni ma era un uomo come tanti altri.
Quello di Galli è così un racconto che parte dalla Storia per arricchirsi di piccoli aneddoti – alcuni veri, altri inventati da lui – in cui la gabbia della tavola a fumetti diventa spesso una vera gabbia per i personaggi, che cercano di allontanare un destino in cui sono ormai confinato senza alcuna possibilità di speranza. Qui ci sono alcune pagine in anteprima dal libro.
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