di Valeria Righele

Uscire dai cosiddetti schemi della “normalità” durante l’adolescenza può implicare una maggiore esposizione ad atti di bullismo. Lo sanno bene i quattro protagonisti de Il club dei disadatt.i.e, pubblicato in Italia da ComicOut: Martin, Edwige, Erwan e Fred sono quattro studenti delle medie, amici fraterni, continuamente presi di mira dai coetanei per la loro presunta diversità.
Martin, basso e paffutello, dopo la morte della madre vive da solo col padre depresso; Edwige, nerd della matematica, si preoccupa dei problemi economici della sua famiglia; Fred sogna di sfondare nel mondo della musica metal e in barba ai genitori si tinge i capelli di verde, indossando giorno e notte il chiodo; infine Erwan, il cervello del quartetto, sempre abbigliato come un piccolo lord.
Dopo Lo spogliatoio di Timothé Le Boucher, ComicOut ha scelto così l’opera dell’autrice svizzera Cati Baur – pubblicata in Francia per Rue de Sèvres nel 2021 – per tornare ad occuparsi di bullismo nella scuola raccontato a fumetti. Il club dei disadatt.i.e è un adattamento del romanzo dell’autore francese Martin Page intitolato Le club des inadaptés e uscito una decina di anni fa. Baur è rimasta fedele alla storia, ma ha riformulato le generalità del club (che in origine era composto di soli maschi) per rendere più facile la diffusione della storia tra un’ampia gamma di preadolescenti.

La variazione di desinenze sul titolo – tentativo di rendere più inclusivo il maschile sovraesteso – purtroppo non riesce a raggiungere la neutralità auspicata e rimane confinato al binarismo di genere senza superarlo. La traduzione italiana fatica ad affrancarsi da questo ragionamento e riporta fedelmente la macchinosa dicitura puntata “disadatt.i.e”. In ultima istanza, un più spinto “disadattat*” avrebbe reso meglio l’emarginazione giovanile qui descritta.
Tra loro si definiscono ironicamente “disadatt.i.e” (in originale “inadapté.e.s”) e per proteggersi dallo sguardo altrui hanno istituito il loro quartier generale in una capanna nascosta nel bosco, dove vige libertà assoluta di pensiero e azione. Fred strimpella, Erwan armeggia con le sue nuove invenzioni e così via. In questo luogo ameno cercano di convincersi che la vita non fa schifo, che un giorno i loro problemi scolastici finiranno. E i giorni per un po’ scorrono relativamente sereni, fino a quando Erwan non viene aggredito per strada e finisce all’ospedale.
A seguito dell’attacco, il ragazzo smette di frequentare la scuola e si rinchiude in casa per guarire le sue ferite fisiche e psicologiche. «Perché sempre a noi? Perché siamo noi che veniamo bullizzati, insultati, picchiati? Che ci ammaliamo? Perché sono i nostri genitori che muoiono? Che si trovano senza lavoro?» si chiede, affranto, verso la fine della sua convalescenza. Quello che i suoi compagni non sanno è che in realtà sta pensando di vendicarsi, con la sua personalissima immaginazione: creerà una “macchina equalizzatrice” in grado di ridistribuire la sfortuna e ristabilire l’uguaglianza tra tutti.

Nonostante i dubbi e gli ammonimenti di Martin, Erwan installa la sua invenzione all’interno della scuola, e all’improvviso bizzarri incidenti iniziano a colpire gli studenti più popolari. È una coincidenza, una profezia che si autoavvera, o la strana macchina di Erwan ripristina davvero l’uguaglianza tra tutti gli studenti? Martin, Edwige e Fred non sanno più cosa pensare, ma gli rimangono vicini come dei piccoli e adorabili moschettieri.
Con il supporto di Christophe Bouchard al colore, Baur sviluppa nel suo abituale tratto morbido, sobrio e ordinato, temi complessi come le molestie scolastiche e le loro conseguenze, la disoccupazione, il lutto, la depressione e persino – con la figura anticonformista della docente Bonasera – l’alcolismo.
Il registro è positivo e confortante e, sebbene l’autrice non offra alcuna cura miracolosa al bullismo e al disordinato funzionamento della scuola come “microcosmo” della società umana, ne risulta un fumetto leggero e commovente, che comunica con efficacia ai lettori più giovani come l’amicizia possa diventare il miglior baluardo contro l’imbecillità.
Il club dei disadatt.i.e
di Cati Baur
traduzione di Boris Battaglia
ComicOut, giugno 2022
brossura, 96 pp., colore
16,50 € (acquista online)
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