
Chi è Cornelius Dark? Non sappiamo nulla di lui. Non sappiamo per quale motivo è rinchiuso in carcere, quale reato ha mai commesso nella sua vita, o qual è il suo destino – se ne ha uno. Cornelius Dark è un uomo senza identità, condannato a vita in una prigione dalla quale prova spesso e inutilmente a fuggire, per poi essere sempre regolarmente ripreso e buttato per punizione in una cella di isolamento.
Cornelius Dark non ha un passato a cui affidarsi, né un futuro verso cui rivolgere una speranza. Il suo desiderio di libertà è concretamente fissato sul presente. Per questo motivo si aggrappa alle cose che vede o che ha visto, forse, in qualche sua vita precedente. Oggetti, immagini, esperienze reali che attingono alla sua memoria visiva e che attivano la sua immaginazione.
In questo perenne dialogo e scontro tra lo sguardo e la fantasia, tra rappresentazione e realtà, sta il principale fascino di Gli occhi e la mente: ogni storia delle sei firmate da Carlos Trillo e Alberto Breccia (originariamente pubblicate sulla rivista L’Eternauta nel 1982-83 e ora raccolte in volume da Alessandro Editore) è un viaggio puramente immaginario di un uomo chiuso dentro una cella.

La sua evasione è la costruzione di una storia a partire da una singola immagine: per esempio, un albero. “Immaginando”, ovvero letteralmente costruendo l’immagine di quel singolo albero nella realtà come farebbe il disegnatore di un fumetto, il prigioniero Cornelius Dark viaggia nel tempo e nello spazio fino al Medioevo Cinese, al tempo della guerra con i Mongoli. Qui incontra Lin, una fanciulla divenuta cieca e per questo ormai decisa ad abbandonare il suo grande amore, il guerriero Wan Tai, a sua volta costretto a coprirsi il volto sfigurato con una maschera.
In questa fiaba a lieto fine già emerge chiaramente il tema dell’inganno dello sguardo. La cecità di Lin, che ha perso la capacità di guardare la realtà così come appare, si accorda perfettamente al volto sfigurato, e quindi “smascherato”, di Wan Tai. Il guerriero in maschera non deve temere lo sguardo di Lin, ormai in grado, grazie alla sua cecità, di andare al di là dell’apparenza.
Dieci anni più tardi, Alberto Breccia affronterà lo stesso tema nella trasposizione del Rapporto sui ciechi, tratto dal romanzo Sopra eroi e tombe di Ernesto Sabato. Il protagonista di questo inquietante racconto scopre infatti un vero e proprio complotto ordito dai ciechi contro i vedenti: tutti i ciechi appartengono infatti a una setta in grado di cogliere la verità che si cela oltre l’apparenza del mondo come lo conosciamo. Il nostro mondo, il mondo che appare ai nostri sensi, non è che l’ombra del mondo reale: solo i ciechi sanno vedere ciò che esiste al di là del visibile. Nella sua indagine, il protagonista del racconto scende fino ai confini del mondo, in una sorta di viaggio a ritroso dell’umanità che è anche un viaggio nel tempo, all’origine della Terra, fino a mutare la propria forma in un essere primordiale, una creatura-pesce che adora un’antica divinità della morte.

Questa capacità di superare il tempo e lo spazio, di viaggiare a ritroso nella storia, è anche il dono di Cornelius Dark in Gli occhi e la mente: la sua immaginazione non ha nulla a che fare con una “ricerca del tempo perduto”, con una narrazione del proprio vissuto tramite la memoria, ma piuttosto rivela la capacità magica di creare la realtà, di svelare l’apparenza dietro le cose. Uomo senza passato, rinchiuso in una gabbia che gli impedisce di essere vivo, Cornelius Dark non può quindi usare gli oggetti del mondo per rivivere esperienze della sua infanzia, per tornare nel passato o proiettarsi nel futuro. Privato di memoria e di libertà, Cornelius Dark non può fare altro che immaginare: letteralmente, disegnare la realtà.
Cornelius Dark è Alberto Breccia: il suo segno non riproduce semplicemente la realtà, ma ne suggerisce un’altra oltre lo spazio e il tempo. Un portacenere lo proietta in un bordello ai primi del Novecento; una bandiera lo immerge nella Parigi del 1793, in piena Rivoluzione Francese, dove l’incontro con Carlotta Corday lo condurrà ad essere suo malgrado complice dell’omicidio di Jean-Paul Marat; ancora, un libro sulla Storia degli Stati Uniti d’America sarà lo spunto per testimoniare la vicenda di un padre e un figlio combattenti su sponde opposte durante la Guerra di Secessione.
Il segno di Alberto Breccia costruisce mondi immaginari e ignoti, elabora spazi in cui è facile perdersi; nel suo bianco e nero imprevedibile e visionario, la realtà assume contorni inquietanti e svela mondi al di là dell’apparenza. Gli oggetti che Cornelius Dark immagina ci costringono a dubitare della nostra vista, ci sradicano dal passato e dal futuro per proiettarci in una realtà immaginaria, che è forse l’unica possibile. Così il segno di Alberto Breccia svela l’inganno della percezione: nel contrasto inquieto delle sue forme ci fa forse intuire una verità misteriosa, una realtà più profonda oltre gli occhi e la mente.

Gli occhi e la mente
di Carlos Trillo e Alberto Breccia
traduzione di Giulia Beffa
Alessandro Editore, luglio 2022
cartonato, 80 pp., B/N
19,90 € (acquista online)
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