Chip Zdarsky, all’anagrafe Steve Murray, è un fumettista diventato noto come disegnatore di Sex Criminals e per lo stile irriverente e sagace delle sue sceneggiature. Negli anni, si è dimostrato capace anche di gestire il registro drammatico curando i testi delle testate di Spider-Man e Daredevil – per non parlare dei fumetti che realizza su Substack.
La sua gestione di Daredevil, in particolare, ha raccolto un vasto consenso, e così DC Comics l’ha chiamato per scrivere le storie del suo personaggio di punta, Batman. Dopo alcune storie di rodaggio, Chip Zdarsky ha firmato Batman: The Knight – racconto degli anni giovanili di Bruce Wayne, su disegni di Carmine Di Giandomenico – e a giugno ha varato una nuova gestione della testata ammiraglia Batman, a partire dal numero 125.
Abbiamo così intervistato Chip Zdarsky per farci raccontare le sue idee, presenti e future, per la serie.

Qual è stata la prima idea o immagine che ti è venuta in mente quando ti hanno offerto l’incarico?
Ogni volta che un editore mi offre un incarico il mio primo pensiero è sempre «ho una storia da raccontare?». Nel caso di Batman, non ho detto subito sì. Avevo bisogno di riflettere e pensare a cos’era stata la serie ultimamente e cosa sarebbe potuta diventare. Il relativo invecchiamento del personaggio mi ha dato la possibilità di esplorare un Bruce Wayne più maturo, ed è stato interessante specialmente perché avevo appena scritto Batman: The Knight, una storia con un Bruce giovane e inesperto.
Nel primo numero della tua gestione c’è un flashback relativo alla morte del secondo Robin, Jason Todd. E come dicevi tu hai anche scritto Batman: The Knight, che pesca dalle atmosfere di Anno uno. Sei un lettore di lunga data di Batman?
Sono un lettore di lunga data, sì! E penso che la bellezza di una serie mensile sia che puoi, e devi, giocare con le storie del passato. Le storie nuove devono essere anche a misura di lettori neofiti, ma quegli stessi lettori si potrebbero divertire a scoprire le storie vecchie, stimolati da quelle che stanno leggendo ora.
Hai scritto personaggi importanti come Daredevil e Spider-Man, ma Batman è la serie di punta di DC Comics. Il fatto di gestire il personaggio bandiera di un editore ti mette nella posizione mentale di pensare a trame da blockbuster?
Scrivo le storie che penso siano interessanti da leggere. Nel caso di Batman siamo partiti con il piede sull’acceleratore perché volevamo dare una scossa ai lettori e giocare con il talento di Jorge [Jiménez] per le scene d’azione. Sono sempre consapevole che gestisco il titolo di punta di DC Comics, ma non posso permettere che questa posizione condizioni il tipo di storie che voglio raccontare.

Spider-Man e Batman sono i due marchi di supereroi più popolari. E anche Amazing Spider-Man è appena ripartita con una nuova direzione, ma mi sembra che sia più rivolta ai fan del fumetto, mentre Batman, anche per lo stile di disegno, mi sembra che cerchi un pubblico più vasto.
Non sono d’accordo sul tuo giudizio di Amazing Spider-Man, secondo me la nuova gestione è incredibilmente accessibile. È divertente, drammatica, con scene d’azione incredibili. Piuttosto, mi sembra che la gestione di Nick Spencer fosse rivolta più ai lettori di lungo corso del personaggio, perché giocava molto con la Storia di Spider-Man e costruiva dinamiche che soddisfavano quel pubblico. Io sto cercando di scrivere una serie che sia soddisfacente per i lettori storici ma anche accessibile a quelli nuovi. Solo il tempo potrà dirci se ci sono riuscito!
Ogni albo contiene anche una storia breve che sviluppa una sottotrama con protagonista Catwoman. Come è nata quell’idea?
[Questa risposta contiene uno spoiler] Era un’estensione naturale della storia che stavo raccontando. Sapevo che c’era questo spazio aggiuntivo con cui giocare e volevo mostrare le conseguenze della morte del Pinguino. Amo Catwoman, quindi utilizzarla come personaggio che fungesse da punto d’entrata della storia mi sembrava la scelta migliore. E poi collaborare con Belén Ortega è stato un sogno!
James Tynion IV, che ha scritto Batman prima di te, ha preferito concentrarsi sui suoi progetti personali. Tu invece stai differenziando molto: lavori per Marvel e DC, ma pubblichi anche con Image Comics e Substack. Si tratta soltanto di esuberanza creativa o è una strategia professionale?
In tutta onestà, non ho mai accettato incarichi o creato serie con l’idea di portare avanti una “strategia professionale”. Il mio problema è che non posso fare tutto e quindi devo davvero essere convinto del progetto per imbarcarmici. Ho dovuto rifiutare un paio di offerte da sogno, di recente, e mi è dispiaciuto, ma non troppo, perché alla fine ogni cosa che faccio è “un’offerta da sogno”.

Che orizzonte temporale ti sei dato per la tua gestione?
Ho un anno di storie approvato e sto lavorando alle idee per il secondo. Ho un obiettivo a lungo termine in mente ma so che potrei non raggiungerlo, perché dipende da molti fattori. Non voglio fare come Babe Ruth e puntare agli spalti per poi mandare la palla a centrocampo. Finora lavorare a Batman è stata un’esperienza incredibile e sarò contento di restare finché mi vorranno.
Leggi il rilancio di Batman di Chip Zdarsky commentato numero per numero da Andrea Fiamma
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