
Nel 2021, con un anno di ritardo sul previsto a causa del Covid-19, ha avuto inizio la Fase 4 del Marvel Cinematic Universe, al momento composta da una manciata abbondante di film e da altrettante serie tv, le prime prodotte dai Marvel Studios. A differenza che in passato, dove tutto mirava fin da subito a un unico obiettivo – lo scontro finale contro Thanos – qui le direzioni intraprese sembrano molteplici, con nuovi personaggi apparentemente avulsi dal contesto e trame che si fanno più sfilacciate, mentre si sperimentano nuovi target e nuovi generi, come il fantasy (Shang-Chi), l’horror (Moon Knight) e la commedia teen (Ms. Marvel).
La serie tv Moon Knight, per esempio, non ha avuto alcun minimo aggancio al resto del Marvel Cinematic Universe, una prima volta per un prodotto dei Marvel Studios. Allo stesso tempo, il finale di The Eternals – con un Celestiale intrappolato nell’Oceano Indiano – non è stato citato in nessuno dei film successivi, nonostante la sua enorme rilevanza in termini narrativi (si pensi a come è stata invece trattata negli anni la Battaglia di New York di The Avengers, citata quasi fino allo sfinimento ancora oggi).
Intanto i fan di più vecchia data lamentavano il fatto che non ci fosse nessuna traccia degli Avengers – vecchi o nuovi – o di qualche altro supergruppo simile. Certo, c’è Wong che sbuca fuori praticamente ovunque come il Nick Fury degli inizi del Marvel Cinematic Universe, ma anche questo è sembrato finora non portare a nulla di concreto. Così in tanti, tra pubblico e opinionisti, hanno iniziato a pensare che per la prima volta i Marvel Studios potessero aver perso la bussola.
Se da una parte c’era chi, come Variety, parlava di «un caos di altissimo intrattenimento» e confidava nell’operato di Kevin Feige, il capo dei Marvel Studios, altri invece si erano già portati avanti ipotizzando che, come tutti gli imperi del passato, anche l’impero mediatico Marvel fosse destinato a «espandersi fino al punto da non riuscire più a sostenere la propria stessa grandezza, per poi sgretolarsi». L’opinione più ragionevole sembra essere nel mezzo: con cos’ tanti prodotti – considerando anche l’aggiunta delle serie tv – forse semplicemente la Marvel non riesce a tenere tutto assieme, e allora non ci prova nemmeno.
Lo stesso Feige è intervenuto nella discussione sulla Fase 4 affermando che «il logo dei Marvel Studios non promette un particolare gruppo di personaggi e un tono esatto. Promette uno spirito e uno stile e una sensazione e un’emozione, spero. […] È questo ciò che rende la Marvel nell’editoria e ora nel MCU così unica, la sua capacità di cogliere tutti quei toni e personaggi e stili differenti». A parte questo, una cosa era chiara: tutti i nuovi personaggi sono stati pensati per (cercare di) coprire il vuoto lasciato dall’addio di quelli più classici – Steve Rogers, Tony Stark, Natasha Romanoff su tutti – alla fine di Avengers: Endgame. E magari intercettare qualche nuovo spettatore, più maturo o più giovane.
La Multiverse Saga incombe su di noi
Poi è arrivato il San Diego Comic-Con, e i Marvel Studios hanno messo tutto nuovamente in prospettiva. Nel corso della conferenza dedicata, Kevin Feige ha annunciato tutti i film della Fase 5 e qualcuno della Fase 6, tra cui ben due nuovi film degli Avengers, entrambi previsti per il 2025. E soprattutto ha affermato che la nuova storyline che ha preso il posto della Infinity Saga – conclusa con la sconfitta di Thanos – si intitola Multiverse Saga e ha come nemesi principale un classico personaggio dei fumetti Marvel, il viaggiatore nel tempo Kang (se volete saperne di più su di lui, qui c’è il nostro approfondimento).
Come prevedibile, il multiverso quindi non è stato solo un modo per fare del fan service in Spider-Man: No Way Home e Doctor Strange nel Multiverso della follia, ma è destinato a crescere forse a dismisura fin da Ant-Man and Wasp: Quantumania, il primo film della Fase 5, in uscita a febbraio del 2023. Quella della Multiverse Saga sarà poi per la Marvel una lunga cavalcata fino al 2025, attraverso una decina di nuovi film e altrettante serie tv, live-action e animate. Del resto, come affermava Reed Richards nel recente film di Sam Raimi, «gli universi stanno collassando l’uno sull’altro, spazzando via interi mondi alternativi».
Questa era in sintesi anche la trama di Secret Wars, il crossover pubblicato da Marvel Comics nel 2015. Sceneggiato da Jonathan Hickman per i disegni Esad Ribić, raccontava di come tutte le varie dimensioni alternative all’universo Marvel principale venissero cancellate nel mezzo di un grande casino a livello cosmico (qui ne avevamo parlato in modo più approfondito). Il film che chiuderà la Multiverse Saga si intitolerà proprio Avengers: Secret Wars, quindi per i lettori dei fumetti Marvel è abbastanza evidente dove si andrà a parare anche al cinema.
Da qui al 2025 vedremo probabilmente nascere molteplici altre realtà alternative, che saranno infine distrutte per dare al Marvel Cinematic Universe un nuovo punto di inizio da cui ripartire. Magari riportando in scena anche personaggi classici come Iron Man, interpretati da nuovi attori, in un modo coerente.
Ma siamo sicuri che nel frattempo la strada da percorrere sia così scontata? Che proprio tutti i film e le serie tv saranno tasselli necessari per seguire quella direzione? D’accordo, magari personaggi come Moon Knight, Daredevil e Blade parteciperanno in qualche modo alla battaglia finale contro Kang, ma il loro ruolo in questa saga potrebbe essere diverso.
Parola d’ordine: diversificazione
A giudicare infatti da quanto visto finora nella Fase 4 e dagli annunci di ciò che invece ci sarà da qui al 2025, sembrerebbe che i Marvel Studios abbiamo cambiato strategia: se nelle prime fasi il Marvel Cinematic Universe era costruito su alcuni “sotto-franchising” forti – principalmente Iron Man, Capitan America e Thor, che poi a loro volta davano vita a quello degli Avengers – ora la squadra guidata da Kevin Feige sembra voler seguire varie direttive, magari non del tutto parallele fra loro, ma quasi.
La trama principale della Multiverse Saga sarà quindi legata ovviamente all’idea del multiverso, ma al suo fianco i Marvel Studios potrebbero sviluppare per esempio un filone horror, nato con Moon Knight e che potrebbe proseguire nello speciale di Halloween previsto per questo autunno su Disney+ – in cui dovrebbero esordire altri classici personaggi dei fumetti Marvel come Licantropus – e poi in Blade, con protagonista l’omonimo cacciatore di vampiri.
Oppure potrebbe esserci una saga di ambientazione galattica, appena accennata nel finale di The Eternals ma che potrebbe svilupparsi ulteriormente in Guardiani della Galassia vol. 3. Presumibilmente l’ultimo film di questo franchising, con l’uscita di scena di molti personaggi noti, ma nel quale esordiranno Adam Warlock e l’Alto Evoluzionario, che potrebbero benissimo ritornare in futuro. Senza dimenticare che poi ci saranno anche The Marvels – il seguito di Captain Marvel – e un sequel dello stesso The Eternals, oltre all’atteso reboot dei Fantastici Quattro, i cui fumetti hanno da sempre una dimensione molto cosmica.
E poi ci sarebbe il filone urbano, che ha avuto una sorta di prologo nella serie tv The Falcon and the Winter Soldier e in Black Widow – con la Contessa Valentina Allegra de Fontaine che ha iniziato ad arruolare alcuni nuovi personaggi – e che potrebbe coinvolgere titoli come Echo, Daredevil: Born Again e Captain America: New World Order, per poi sfociare magari in Thunderbolts. A fare da collante, in questo caso, potrebbe essere il personaggio di Kingpin/Wilson Fisk, che secondo alcune voci potrebbe presto diventare il nuovo sindaco della New York del Marvel Cinematic Universe, come già avvenuto nel recente passato nei fumetti di Daredevil.
Insomma, la sensazione è che con la Multiverse Saga i Marvel Studios vogliano percorrere strade diverse con prodotti diversi, pensati per target diversi. Non può essere un caso che a distanza di poche settimane, all’interno della stessa Fase 4, abbiamo visto una serie come Moon Knight, indirizzata per la prima volta a spettatori più maturi, e poi Ms. Marvel, indicata invece per un pubblico di adolescenti. Target opposti fra loro, all’interno di un unico universo narrativo.
Tutto questo è un bene o un male? È presto per giudicare, ma le premesse sembrano far propendere la bilancia verso qualcosa di positivo. Sta diventando infatti sempre più forte l’idea che non sia più necessario seguire tutto come in passato, anche se ci sono di sicuro tanti fan che lo fanno e che continueranno a farlo, proprio come è sempre stato per i fumetti di Marvel Comics. «La mancanza di coesione iniziale della Fase 4 è un beneficio, perché si avvicina al mondo della sua fonte a fumetti più che mai in passato», faceva per esempio notare solo poche settimane fa James Whitbrook su Gizmodo.
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