di Pierluigi Rota*

Tornato in Italia nel 2011, Art Spiegelman fece una vera e propria esortazione: «Università e biblioteche aprano le porte al fumetto!». L’autore del Maus vincitore di uno speciale premio Pulitzer si riferiva soprattutto al suo Paese, ma la questione potrebbe estendersi a tutti quanti, Italia compresa. Il fatto che, nella classificazione adottata nelle biblioteche moderne e “a scaffale aperto” (ovvero dove gli utenti si servono da soli), il fumetto sia relegato a una sottoclasse delle arti grafiche e non riconosciuta come narrativa la dice lunga sulla considerazione che le istituzioni abbiano della Nona Arte (definizione, peraltro come quella di graphic novel, nata nel 1964).
La classificazione decimale Dewey, che prende il nome dal suo inventore bibliotecario Melvil Dewey, risale all’Ottocento e il fumetto, particolare narrativa supportata da disegni che conosciamo oggi, a quei tempi era ancora pressoché inimmaginabile. Dalla prima redazione, apparsa nel 1876, la Dewey si è diffusa nelle biblioteche di tutto il mondo ed è stata modificata e accresciuta con 23 revisioni principali, l’ultima delle quali pubblicata nel 2011. La caratteristica base del sistema è di suddividere il sapere in 10 grandi classi (numerate da 000 a 999), con la possibilità di aggiungerne di nuove o di espandere quelle esistenti in maniera praticamente illimitata.
Il fumetto è finito in una sottoclasse delle “arti” (700), passando per le “arti decorative e minori” (740) e poi “disegno” (741) fino alla voce – con l’aggiunta di un decimale – “fumetti” (741.5). Nessun riferimento a contenuti letterari: la letteratura (800) e la narrativa (853, per indicare quella italiana), sono ben altrove. Poco importa se si tratta di un libro che contiene una storia a fumetti o il testo di un saggio o le voci in ordine alfabetico di un’enciclopedia sul fumetto: finisce tutto nel grande calderone della (sotto)classe 741.5. Proprio così! Lì trovate tutto, dall’imprescindibile Contratto con Dio di Will Eisner al saggio Tratti & ritratti di Luca Raffaelli, fino al volumone Corno della Enciclopedia Mondiale del Fumetto di Maurice Horn emendata da Luciano Secchi.
Emblematico è poi il caso di Cacciatori nelle tenebre, giallo di Gianrico Carofiglio. Secondo quanto c’è scritto in copertina (almeno per l’editore) è un romanzo come del resto gli altri che hanno come protagonista l’avvocato Guido Guerrieri: narrativa, quindi… Ma se lo sfogliamo, ci accorgiamo che si tratta di un fumetto, disegnato dal fratello dello scrittore, Francesco Carofiglio! Ma la Rizzoli ha deciso di mettere in copertina (inconsapevolmente?) la dicitura “romanzo”. Grazie a questa anomalia, questo volume, uscito nel 2007, è detentore di un primato: è il primo fumetto a essere entrato nelle classifiche italiane di narrativa. Un bibliotecario che si rispetti come lo catalogherebbe? Quale codice Dewey gli assegnerebbe? È narrativa italiana (853) o fumetto (741.5)?
Se si vuol essere precisi (in modo quasi maniacale), volendo indicare anche la provenienza geografica (riferita all’autore dell’opera), allora si devono aggiungere altre tre cifre. E così, se si vuole classificare, ad esempio, un volume a fumetti di un autore americano, dopo il punto e il 5 vanno inseriti, nell’ordine: un 9, un 7 e un 3 (ovvero 741.5973).
In Italia esiste il Catalogo collettivo delle biblioteche del Servizio Bibliotecario Nazionale. È possibile consultarlo sul web nell’OPAC (Online Public Access Catalogue). Si legge sul sito, accessibile liberamente: «Il catalogo del Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN) aperto al pubblico (Open Public Access Catalogue – OPAC) consente all’utenza di accedere con modalità di ricerca amichevoli al catalogo collettivo delle biblioteche che partecipano al Servizio Bibliotecario Nazionale.
SBN è la rete delle biblioteche italiane promossa dal Ministero della Cultura (MiC), dalle Regioni e dalle Università, e coordinata dall’Istituto Centrale per il Catalogo Unico (ICCU), finalizzata ai servizi agli utenti. Vi aderiscono attualmente biblioteche statali, di enti locali, universitarie, di istituzioni pubbliche e private, operanti in diversi settori disciplinari». Attualmente nell’OPAC sono presenti quasi 19.500.000 schede di prodotti editoriali (libri ma anche cd, dvd e periodici). Ma solo 6.100 risultano classificati come “fumetti”, ovvero lo 0,031% del totale: un’inezia.
La Biblioteca delle Nuvole di Perugia è l’unica biblioteca pubblica esclusivamente di fumetti a essere presente nel catalogo dell’SBN. Inaugurata il 27 giugno 2002, all’apertura conteneva circa 25.000 pezzi che costituiscono il primo nucleo della dotazione libraria, proveniente dalla collezione personale di Claudio Ferracci, fondatore e tuttora referente della biblioteca. Dal settembre 2020 la sua sede è stata trasferita in piazza Vittorio Veneto, davanti alla Stazione Fontivegge di Perugia e oggi può contare su 70.000 pezzi tra albi, riviste a fumetti, volumi monografici a fumetti ed illustrati, libri d’arte, grafica, graphic design, manualistica relativa al disegno e alle arti visive.
Quelli attualmente catalogati e inseriti nell’OPAC dell’SBN sono appena 4.700, in maggior parte saggi e monografie di singoli autori. E questo perché, nonostante la biblioteca dal 2005 sia diventata pubblica, tutti gli operatori che si occupano della catalogazione, del prestito e di tutte le attività all’interno della struttura (tra cui corsi, conferenze, dibattiti sul fumetto) sono esclusivamente volontari – in alcuni casi, cassintegrati – che prestano gratuitamente la loro opera nel tempo libero.
Un’altra biblioteca pubblica composta soltanto da fumetti è quella del Centro Fumetto “Andrea Pazienza” di Cremona con i suoi 60.000 pezzi, che non sono però presenti nell’OPAC del SBN ma esclusivamente in quello del Polo Bibliotecario Bresciano e Cremonese. Tra le biblioteche generaliste più fornite di fumetti c’è la prestigiosa Salaborsa di Bologna, che utilizza per la collocazione dei volumi a scaffale aperto la classificazione Dewey. Non vi nascondiamo la grande difficoltà nell’individuazione precisa delle “coordinate” del volume da parte di chi lo intende prendere in prestito o semplicemente consultare, nonostante la Dewey dovrebbe facilitare (negli intenti e sulla carta) la ricerca da parte dei frequentatori abituali e il lavoro degli operatori della biblioteca.
Accade invece che tutti i volumi che hanno come autore Will Eisner (li abbiamo contati: sono ben 34), sistemati uno a fianco all’altro sul medesimo scaffale (con quale ordine? boh!), presentano la stessa identica collocazione: FUMETTO 741.5 EISNW. Accade quindi che il volume di Dropsie Avenue, il saggio Conversazione sul fumetto (uno splendido dialogo con Frank Miller) e la sua biografia ufficiale Will Eisner. Una vita per il fumetto (curata da Bob Aldeman con traduzione di Andrea Plazzi, pubblicata nel 2013 da Double Shot) alla Salaborsa siano etichettati tutti allo stesso identico modo.
«La Dewey? È un lusso che non possiamo permetterci per la collocazione dei nostri volumi! Abbiamo solo un bibliotecario professionista che ci dà una mano, sempre come volontario – ci ha spiegato Ferracci – e l’individuazione di un volume dev’essere qualcosa di quanto più semplice e veloce possibile.» E così, i 34 volumi di Eisner, che alla elegantissima Salaborsa di Bologna hanno la stessa identica collocazione, alla Biblioteca di Perugia verrebbero etichettati semplicemente: EISNEWI 1, EISNEWI 2… fino a EISNEWI 34. Molto più semplice da individuare sugli scaffali con quell’etichetta applicata sul dorso.
«Tante biblioteche generaliste ci chiedono consigli su come catalogare e collocare i fumetti – ha continuato Ferracci – ma noi non siamo bibliotecari professionisti. Da una delle biblioteche di Perugia, in periferia ma molto fornita e frequentata, ci chiamarono e ci chiesero se potevamo dargli una mano a “separare i fumetti dalle graphic novel”. Cercai in ogni maniera di rimanere serio… Tutto sommato le mie colleghe, ammettendo di non saperne nulla e avendo cura di chiedere a chi ne sa di più, almeno si sono poste il problema di come suddividere e collocare materiale che per la Dewey è tutto uguale, dimostrando apertura mentale e anche di preoccuparsi del servizio che danno all’utente. Semmai si stigmatizza l’abuso a fini commerciali di certi termini.»
Con il Decreto n.2 dell’8 gennaio 2020 della Direzione Generale Biblioteche e Istituti Culturali del MiBACT (il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo oggi divenuto MiC, Ministero della Cultura) è stato istituito un tavolo tecnico sul fumetto italiano. L’attività del tavolo è entrata nel vivo dall’autunno 2020 con la creazione di diversi sottogruppi. Il primo per la “Catalogazione”, il secondo per la “Mappatura collezioni pubbliche e private”, il terzo che si occupa della “Promozione”e il quarto delle “Figure professionali della filiera”.
Compito del primo gruppo (formato da Enrico Fornaroli, Michele Ginevra, Matteo Stefanelli e funzionari e direttori dell’ICCU e delle biblioteche statali Estense di Modena, Nazionale di Firenze, Nazionale Centrale di Roma, Nazionale Braidense di Milano e Universitaria Alessandrina di Roma) è quello di stilare linee guida sulla catalogazione dei fumetti, risolvendo una serie di aspetti fondamentali.
Prima di tutto, l’ordine di preferenza delle fonti: in base a quali criteri ricavare le informazioni dalle copertine e dai frontespizi degli albi e dei libri a fumetti, quindi la responsabilità (ovvero quali figure autoriali e professionali possono essere indicate come autori delle pubblicazioni, soprattutto in presenza di opere realizzate con numerosi apporti artistici) e infine il livello, in quanto non sempre si riesce a stabilire se un documento può essere catalogato come monografia o periodico: molti seriali che vengono classificati come tali in quanto periodici, ad esempio, sono in realtà collane di monografie. Riusciranno i nostri eroi a tramutare l’amore impossibile tra biblioteche e fumetto in un matrimonio di interesse (comune)? Lo speriamo vivamente!
*La versione originale di questo articolo è disponibile sul mensile Fumo di China 320/321, ora in edicola, fumetteria e online.
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