
Un ufficio pieno di semplici impiegati – il volto meno terribile ma comunque insidioso di una dittatura – è il contesto in cui si dipana Le buone maniere, graphic novel con cui Daniel Cuello prosegue la narrazione dell’immaginario distopico iniziata in Residenza Arcadia e Mercedes.
Anche questa storia è ambientata infatti in una nazione governata da un regime dittatoriale, dove ogni parola (libri, canzoni, notizie ecc.) deve essere soppesata e censurata per non creare scompiglio e nella quale persone ordinarie, che in apparenza non fanno alcun male, in realtà reprimono per conto del governo ogni spazio di libertà individuale. Ma il male – come direbbe Anna Arendt – si nasconde proprio nella banalità delle vite di persone normali, innocue e apparentemente innocenti.
Il neo direttore Teo Salsola e i suoi collaboratori dell’ufficio 84 (evidente rimando a 1984 di George Orwell) nulla hanno di diverso dallo stereotipo degli impiegati pubblici, costretti come sono a usare timbri nominativi per firmare i testi esaminati e corretti seguendo le regole del Vademecum, che impone un pensiero uniforme e tranquillizzante, mentre il mondo fuori dall’ufficio anela alla libertà. Dietro alla routine dell’ufficio 84 si nasconde la violenza di un regime, ma soprattutto il mostruoso conformismo degli impiegati, che agiscono tra timbri, macchinette del caffè che non funzionano, assurde catene di comando, in una comoda cattività da scrivania.

L’ufficio è un recinto in cui confluiscono vicende personali, ambizioni nascoste, senso del dovere, paure, desideri repressi e rassegnazione allo stato delle cose. Il bonario protagonista Salsola, tormentato ogni giorno da ricordi d’infanzia che lo feriscono e lo bloccano, per ventidue anni lavora a testa china senza chiedersi se ciò che fa sia giusto o sbagliato, fingendo di non vedere gli abomini del regime. Ma a ridosso della pensione, un incontro inaspettato con un amico di gioventù lo costringerà a rivedere le sue posizioni, a scardinare quelle “buone maniere” che hanno sempre governato la sua impeccabile carriera.
Ovviamente, il tema centrale della vicenda non sono tanto le “buone maniere”, ma la libertà concessa agli individui: una libertà cercata da tutti, proprio tutti, i personaggi di questo fumetto dolcissimo e crudele. Quanto siamo disposti a infrangere le regole e le convenzioni, prendere coscienza e posizione per il bene collettivo e non solo individuale. Cosa siamo disposti a rischiare per far prevalere il “bene”? Perché è più semplice accettare il presente anche quando ci fa stare male, piuttosto che cercare di cambiarlo? Cosa c’è di peggio che trovarsi in un posto che ci fa sentire inutili, intercambiabili da una macchina?

La dittatura non ben specificata che fa da cornice agli eventi consente all’autore di mettere in luce le implicazioni che ha sulla personalità dei protagonisti, componendo un quadro ben definito della loro psiche e del particolare rapporto con l’ideologia del regime. Diversi pezzi sono tenuti insieme da un filo conduttore che crea continuità nell’intreccio: l’obbedienza cieca alle rigide convenzioni sociali e l’immobilità del protagonista Salsola.
Diverso è l’atteggiamento assunto invece dal suo unico amico, Sandro, un collega che a un certo punto mollerà il lavoro per provare a cambiare le cose e uscire dalla gabbia delle norme sociali in cui è immerso, unendosi ai ribelli e rimettendoci una mano per una causa in cui crede.
C’è un equilibrio naturale che conferisce a Le buone maniere un’atmosfera rarefatta di sospensione, un andamento oscillatorio che vive di una leggerezza quasi volatile, e di improvvise accelerazioni nelle quali esplode la violenza dei ricordi o degli eventi. Un’opera complessa, dalle consistenti stratificazioni sugli effetti del regime, sull’aberrazione del potere, sulle dinamiche che si sviluppano tra chi domina e chi è dominato, sull’assurdità dell’esistenza e sull’inesorabilità del corso degli eventi. Una riflessione satirica sui paradossi dell’umanità, in una dittatura immaginaria che ha più di un punto in comune con la nostra, apparentemente più libera, democrazia.
Le buone maniere
di Daniel Cuello
Bao Publishing, maggio 2022
cartonato, 224 pp., colore
21,00 € (acquista online)
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