ATTENZIONE: QUESTO ARTICOLO CONTIENE SPOILER PER AMAZING SPIDER-MAN 10

Nella scorsa puntata di questi recap dedicati ad Amazing Spider-Man, la serie ammiraglia del personaggio di Marvel Comics, vi raccontavo di un albo fuori dalla trama principale della serie e collegato all’evento mutante del Gala Infernale. Era un’occasione speciale, diversa dal solito, che una volta finita avrebbe poi lasciato spazio alle vicende imbastite da Zeb Wells per il rilancio di Amazing Spider-Man. Ecco, ora, è risuccesso.
Amazing Spider-Man 10, sempre sceneggiato da Wells ma con le matite di Nick Dragotta, è un altro numero tie-in, che si lega cioè a un determinato evento o crossover, in questo caso AXE: Judgment Day. In quest’ultima saga, gli Eterni si convincono che i mutanti siano una diramazione dei loro antichi nemici, i Devianti, e cercano quindi di sterminarli. Nel mezzo ci finiscono gli Avengers, la cui base risiede nel cadevere di un Celestiale, esseri potentissimi che hanno creato sia gli Eterni che i Devianti. E a quanto pare adesso il Celestiale Progenitore – quello che ha generato la razza umana – si è risvegliato.
Cosa succede nell’albo



Il Celestiale Progenitore ha inviato un messaggio a tutta l’umanità: gli umani hanno 24 ore di tempo per giustificare la loro esistenza, dopodiché saranno “giudicati”. Questo causa un’isteria collettiva che porta alcuni a compiere razzie e altri a prodigarsi in azioni caritatevoli pur di essere ben giudicati dal Celestiale. Quest’ultimo può apparire alle persone nella forma di loro famigliari o affetti. Nel caso di Peter Parker, il Celestiale ha l’aspetto di Gwen Stacy, la fidanzata uccisa anni fa da Norman Osborn.
Nel corso della sua giornata Peter prima aiuta Randy a trovare un vestito da sposo, poi aggiusta il rubinetto a casa di zia May (a cui il Celestiale appare come il marito Ben). Di fronte alla sequela di scuse che gli sciorina J. Jonah Jameson per aver parlato male di lui in tutti questi anni, lo perdona. Infine, dice a Miles Morales di essere fiero di condividere il titolo di Spider-Man con lui.
Dopo aver tentato di non andare in ufficio per evitare di vedere Gwen e Norman Osborn nella stessa stanza, si reca al lavoro e urla contro il secondo affinché non gli ronzi intorno. Spiega allora al Celestiale/Gwen che sta cercando di aiutare Norman a rigare dritto perché gli sembra che questa sia, per l’arcinemico, una possibilità di ricominciare da zero. «È una mia responsabilità aiutarlo» dice Peter. «È una mia responsabilità impedirgli di diventare l’uomo che ti ha uccisa.»
Il Celestiale giudica degno Peter e lo lascia con un regalo: un momento con la vera Gwen. La ragazza, spaesata, nota che Peter è invecchiato ma è contenta di vedere «il tuo bellissimo cuore aperto». Norman vede i due parlare e si accorge che quella è la vera Gwen. Impazzisce per un secondo, poi si contiene dicendosi che va tutto bene. Al suo fianco, anche il suo Celestiale, con lo sguardo torvo, assume i connotati di Gwen.
Appunti sparsi
Oh, io tutto mi aspettavo da ‘sto numero* meno che fosse una discreta bombetta. La scena in cui Peter tutto preoccupato dice a zia May che con questa storia del giorno del giudizio non c’è da star sereni e lei invece sta una crema perché il Celestiale le appare come zio Ben ed è contentona –> 💔💔💔.
{*In realtà non mi aspettavo proprio nulla perché non leggo anteprime, non cerco spoiler, non seguo le notizie minuto-per-minuto, e infatti Fumettologica è il mio stato mentale perfetto perché ti dicono solo le cose importanti da sapere per stare sul pezzo, però ammetto che appena ho capito che questo era un tie-in già mi stavo pregustando una bella lettura al gusto di fuffa.}
Nick Dragotta, la versione Aldi* di Marcos Martin, qui riesce anche a imitare bene Steve Ditko, pur con qualche espressione facciale un po’ straniante. Il segno esile, il tono sottile, la costruzione posata della tavola stanno bene con una storia intimista priva di grandi scossoni, se non quelli emotivi.
{*Non ho nulla contro la catena di supermercati Aldi, dico solo che sono molto convenienti ed economici rispetto a una Coop o un Aliper, e Dragotta ha uno stile come quello di Martin ma più a buon mercato.}
La scena tra Peter e Gwen invece non mi ha scaldato molto il cuore perché è la solita versione di Peter che incontra un fantasma del passato, già l’avevano fatto con zio Ben in Amazing Spider-Man 500 e le cose che si dicono non sono granché ispirate. Immaginate che all’improvviso vi succeda la stessa cosa. A me probabilmente non verrebbe da dire niente, piangerei e basta. Lacrimoni a parte, questo era un tie-in che funzionava, la premessa è spiegata senza troppe difficoltà, la vicenda è autoconclusiva e si integra bene alla storia principale. Rispetto al numero precedente, è tutto un altro tie-in in termini di fattura.
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