
Rizzoli Lizard pubblica L’incidente di caccia di David Carlson e Landis Blair, vincitore del Fauve D’Or 2021, ovvero il prestigioso premio per il miglior fumetto dell’anno assegnato dal Festival International de la Bande Dessinée d’Angoulême, una delle più importanti manifestazioni mondiali dedicate al fumetto.
L’incidente di caccia è un fumetto di quasi 464 pagine, originariamente edito negli Stati Uniti da First Second nel 2017 con il titolo The Hunting Accident e tradotto nel 2020 in Francia da Sonatine con il titolo L’accident de chasse.
Il libro è pubblicato da Rizzoli Lizard in fumetteria e libreria dal 4 ottobre 2022, ma si può anche acquistare online qui.
Di seguito presentiamo le prime pagine del volume:






Ispirato a una storia realmente accaduta, il fumetto è ambientato a Chicago tra gli anni Venti e Sessanta e racconta del rapporto tra il giovane Charlie Rizzo e suo padre Matt, da cui si trasferisce dopo la morte della madre. Il genitore è una persona mite ma misteriosa, che in passato ha abbandonato la famiglia senza spiegazioni. Matt lo ritrova a condurre una vita ordinaria da assicuratore, scrittore e amante della letteratura e scopre che è cieco a causa di un incidente avuto durante una battuta di caccia.
Leopold era un ricco studente universitario dal quoziente intellettivo sopra la media, che nel 1924 assieme al suo compagno di studi Richard A. Loeb assassinò il quattordicenne Bobby Franks con la motivazione di voler compiere “l’omicidio perfetto” attraverso un elaborato un elaborato piano che prevedeva il rapimento, l’assassinio e la richiesta di riscatto. I due, scoperti, evitarono la pena di morte ma furono condannati all’ergastolo al termine di quello che la stampa dell’epoca definì “il processo del secolo”.
Come scrivevamo dando notizia del premio ad Angoulême, l’idea per la storia è venuta allo sceneggiatore David L. Carlson, regista e musicista qui al suo primo fumetto, dopo che Charlie Rizzo, suo amico, gli ha raccontato la storia del padre. Inizialmente, Carlson avrebbe voluto creare un progetto transmediale adattandolo in spettacolo teatrale, musica e film, ma, dopo aver incontrato diverse difficoltà e in seguito al suo incontro con Landis Blair, ha scelto di realizzare un fumetto.
Blair è un illustratore americano che vive e lavora a Chicago e che ha impiegato circa quattro anni per completare i disegni de L’incidente di caccia, stimando quasi 3.600 ore di lavoro. Il suo segno, caratterizzato da un fitto tratteggio, si ispira a quello di Edward Gorey, illustratore statunitense tra i più noti e apprezzati del Novecento, conosciuto in particolare per il suo stile cupo ed evocativo.
Il fumetto contiene inoltre diversi riferimenti alla Divina Commedia di Dante, testo molto amato da Matt Rizzo, che lo studiò in prigione grazie a Nathan Leopold. Come racconta la storia, Rizzo, una volta arrivato in carcere, già cieco a causa dell’incidente, iniziò a pensare al suicidio. Leopold, allora, strinse un patto con lui: se Rizzo avesse imparato il Braille e avesse letto l’Inferno di Dante, allora lui lo avrebbe aiutato a suicidarsi. Rizzo iniziò quindi a studiare e a leggere, finché non scoprì una vera e propria passione per la letteratura che lo allontanò dall’idea del suicidio e lo portò in seguito a voler diventare uno scrittore.
«Quello che mi ha colpito – ha spiegato in un’intervista lo sceneggiatore David Carlson – è che questo ragazzo cieco di 22 anni, rinchiuso in una cella di 9 metri quadrati, riesce, nonostante tutto, a trovare la luce nell’oscurità. E quello che trovo ancora più notevole è che questa luce gli è stata accesa dal suo compagno di cella, che ha imparato a leggere il Braille solo per insegnarglielo, dandogli accesso alla grande letteratura che gli avrebbe salvato la vita.»
«Il personaggio principale è cieco – ha detto Landis Blair riguardo alla cupezza dei suoi disegni – il che implica l’oscurità nella sua vita. Credo che la freddezza del bianco e nero amplifichi la durezza della sua nuova vita in prigione».
Il processo di disegno di Blair consiste sostanzialmente nel tracciare i contorni degli sfondi, dei personaggi e degli oggetti, per poi andarli a riempire con una serie di tratteggi intricati. «Le matite sono state la parte più difficile e spiacevole dell’intero processo», ha spiegato in un’intervista. «Il lavoro effettivo avviene nel gettare le basi per ogni pagina, quindi se le basi sono sbagliate, l’intera pagina può cadere a pezzi. […] Viceversa, nonostante l’inchiostrazione sia la parte più laboriosa del processo, il modo in cui lavoro con il tratteggio incrociato mi sembra quasi di riempire un libro da colorare.
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