Ogni appassionato e collezionista di fumetti che si rispetti fa delle librerie un motivo di identità, se non di orgoglio, della propria abitazione. Le librerie sono intese non semplicemente come un posto dove sistemare alcuni oggetti, ma uno spazio per esporre quanto si ama di più. Disporre o mettere in ordine i propri fumetti in libreria può anche assumere connotati mistici (il nostro Tonio Troiani ne sa qualcosa). Ciascuno ha, giustamente, il proprio metodo: per editore, per autore, in ordine alfabetico, per colore. Ma vale anche il contrario: il puro caos.
I fumetti, però, vivono di formati editoriali molto diversi tra loro. Rispetto ai libri, che di solito sono stampati in formati standardizzati, come ad esempio il “romanzo hardcover” o il “tascabile”, i fumetti sono alti, stretti o lunghi, sono spillati, brossurati o cartonati, vanno dalle dimensioni ridotte – comuni a manga, Topolino e Diabolik – a quelle più slanciate dei comic book, per arrivare ai grandi volumi “alla francese” e culminare infine con gli imponenti “omnibus” di mille pagine o veri e propri esperimenti cartotecnici oversize.
Per questa loro varietà nelle forme, i fumetti necessitano di librerie pronte a tutto, potremmo dire. Scaffalature spaziose e mensole profonde sono alcuni dei requisiti principali che ogni collezionista di fumetto solitamente ricerca. I costi per ottenere tutto ciò, quindi, sono dei più disparati: si va da soluzioni economiche ma funzionali fino a quelle più sofisticate e costose, realizzate anche su misura.
Nella redazione di Fumettologica, tra di noi, ci siamo spesso divertiti ad affrontare questo argomento. Spesso ci ritorniamo sopra, e ci scambiamo anche foto dei nostri scaffali. Abbiamo quindi pensato di mostrarvi alcune delle nostre librerie personali, che sono tutte molto diverse tra loro: hanno caratteristiche ben precise, e ognuna rispecchia la necessità di ciascuno (o quantomeno, ci prova).

Il redattore Andrea Antonazzo ha una libreria componibile di marca Lema (se vi piace qui ce n’è una molto simile a un prezzo decisamente minore), che, oltre a essere quella principale ci spiega essere anche quella solitamente più ordinata. «Amo molto la simmetria delle cose, quindi i ripiani sono tutti uguali, ma allo stesso tempo non mi piace che le file di libri siano perfettamente in bolla, per cui tendo a diversificare le dimensioni dei fumetti in ogni mensola, optando anche per due file (con manga, bonelliani e altri formati più piccoli che nascondono velatamente alcune cose preziose, per chi voglia approfondire). In orizzontale, invece, si può scorgere qualcosa che in verticale non entrerebbe», racconta.
La libreria di Antonazzo contiene prevalentemente fumetto americano e i volumi sono «tendenzialmente divisi per aree geografiche o tematiche: i francesi su un ripiano, i Disney su un altro, gli umoristici tutti insieme, Marvel da una parte, DC dall’altra. Ad alcuni autori ho dedicato quasi dei piccoli altarini, come per esempio Alan Moore, che è praticamente tutto raccolto su un unico ripiano. Uno dei miei autori preferiti, Frank Miller, è invece presente quasi ovunque, visto che un solo spazio non sarebbe stato sufficiente (e così la produzione Marvel è separata da quella DC, che si trova a sua volta da un’altra parte rispetto a Ronin (in edizione Milano Libri), Sin City e gli altri fumetti indipendenti».
«Sono pieno anche di spillati», afferma, «che però si trovano in una libreria secondaria (più “da battaglia”, come mi piace definirla), ma anche nei ripiani inferiori, quelli chiusi da una portella, dove si possono trovare anche diversi numeri di Tex e Dylan Dog». Il tipo di sistemazione in ogni caso non sembra essere definitivo: «Ogni tre o quattro anni cambio però (quasi) tutto, perché pulire e riordinare la libreria, magari seguendo nuove esigenze, è una cosa molto zen che ogni tanto ho bisogno di fare per riordinare anche la mia mente, in un certo senso».

La mitica libreria Billy di Ikea è sicuramente una delle più vendute al mondo. Siamo onesti: chi non ne ha mai posseduta una? È economica, grande e spaziosa. È prodotta in varie misure e permette di tenere una grande quantità di libri. È sicuramente una delle soluzioni più funzionali e a buon mercato che esistano. Soprattutto per quanto riguarda la scelta presente nelle grandi catene, ma anche online, dove non mancano certo le offerte. Mentre scriviamo, ad esempio, su eBay per un periodo di tempo limitato c’è uno sconto su una grande scelta di librerie di vari modelli e formati che potrebbero fare al caso vostro.
Il nostro collaboratore Alberto Brambilla possiede più di una Billy, come vedete nella foto, ma anche librerie Ikea del modello Kallax, più robuste ma anche un pelo più costose. Certo, per la sua casa nuova ha ben altre ambizioni, ma per ora va benissimo così: «Sogno ancora la libreria che avevo a casa dei miei, fatta costruire apposta larga per due file di fumetti Bonelli e alta quanto Watchmen nell’edizione Planeta DeAgostini. È ancora lì, per archiviarci i Dragonero, Martin Mystère, Nathan Never, Dylan Dog e Topolino, mentre a casa mia sono costretto per ora ad arrangiarmi con quel che passa l’Ikea».
«Le Kallax sono anche abbastanza eleganti, infatti sono in salotto e ospitano le edizioni più di prestigio, ma non hanno la flessibilità delle Billy, che permette di stiparle di carta in ogni centimetro, catalogando i libri per formato prima che per genere. Sono loro le regine dello studio, su tre pareti su quattro, farcite di fumetti secondo criteri pratici e non estetici, così da essere in grado di recuperare quello che serve nel minor tempo possibile.»
«Visto che la polvere non basta mai, ogni spazio libero (sia i ripiani visibili in foto, sia quelli coperti, sia quelli nelle altre stanze) deve essere stipato di paccottiglia, pupazzetti, action figure, confezioni di shampoo a forma di Gengar… ma anche di oggettini di cui sono molto fiero come le statuine dei personaggi della Fortezza», racconta.
Se state pensando di comprare una Billy, ci sentiamo di darvi un piccolo consiglio: evitate i modelli con i ripiani larghi 80 cm e preferite quelli dai ripiani più piccoli, larghi 40 cm. Probabilmente dovrete prenderne più di una per mettere tutti i vostri fumetti, e quindi spendere un po’ di più, ma le dimensioni contenute eviteranno ai ripiani di imbarcarsi sotto il peso dei volumi, proprio come si vede nella foto di Brambilla.

Andrea Fiamma, tra i principali collaboratori di Fumettologica, noto per articoli monstre come questo o questo, ha un’intera stanza foderata da librerie, di cui in questa foto vedete solo una piccola parte. Una sorta di sancta sanctorum personale del fumetto, in cui realizza anche la maggior parte del suo lavoro. «Qui una volta ci dormivo, poi mio papà valutò che c’erano cose più preziose che meritavano di riposare nella stanza, e adesso ci sono fumetti a tutte le pareti, collocati su librerie su misura fatte da un qualche artigiano paxxo che col senno di poi penso avrebbe preferito iscriversi allo Iuav per diventare chief designer di Ikea», racconta.
In queste librerie ci sono per la maggior parte fumetti di supereroi, collezionati in anni di letture. Ma quelle in questa stanza non solo le uniche librerie stracolme di fumetti presenti in casa di Fiamma: «Come raccontavo tempo fa ogni libreria di casa è codificata con un genere di appartenenza. In alto ci stanno le cose random che occupano poco spazio (Agenzia Alfa, la collezione Classici del fumetto di Repubblica e così via). Sono anche abbastanza indisposto dall’arlecchinata dei volumi 100% Marvel, forse andrebbero messi in ordine cromatico ma credo siano in ordine cronologico e quindi non li tocco».
«Certo, manca forse un po’ l’aria ma vi mancherebbe molto di più l’aria se non sapeste dove mettere tutte quelle annate di L’Uomo Ragno Deluxe», scherza. «Lo scaffale con i volumi di Spirit, con i numeri mancanti non per volere mio ma dell’editore (che pensó a torto “ehi saltiamo direttamente agli anni più belli della serie che sicuramente venderanno e poi torniamo indietro a recuperare gli altri quando ormai il pubblico è fidelizzato”), è probabilmente la manifestazione fisica del momento in cui ho smesso di fidarmi delle persone.»

Marco Andreoletti, opinionista di Fumettologica e autore della rubrica Sofisticazioni popolari, ha almeno una libreria in ogni ambiente della casa e confessa di riporci i volumi in ordine rigorosamente casuale, senza nessuna distinzione tra narrativa, fumetti, saggi o libri d’arte.
«Per quanto mi riguarda è già un miracolo che almeno tutti i volumi delle serie stiano assieme», spiega. «Per fortuna non sono un grande amante dei ninnoli e degli oggettini in mostra, così il disordine è perlomeno contenuto. Tra le poche eccezioni una primissima edizione di un dob di Takashi Murakami, un Doraemon sempre personalizzato dall’artista giapponese, un teschio di tasso trovato nel bosco vicino a casa (pulito dai brandelli di carne dal sottoscritto, dopo avergli fatto un bel bagno nell’acqua ossigenata), un cervello parte di un espositore di Chupa Chups diventato portavaso.»
Da buon millennial ha piante ovunque – e non è il solo in redazione. «Mi rendo conto che il pothos sulla libreria grande, che è prodotta dalla tedesca Tojo, sembri messo piuttosto male, ma in realtà si sta riprendendo dopo aver passato qualche mese in un angolo piuttosto ingrato della casa. Anche se in foto non si vede non mi sono fatto mancare neppure l’irrinunciabile monstera, tanto per non rafforzare nessuno stereotipo sul senso estetico della mia generazione.»
«Lego, joypad vari, giochi abbandonati in giro e pile di magazine disordinati sono gentile concessione dei miei figli. Proprio fuori dalla loro camera è posizionata una libreria sgangherata carica di manga. Si tratta di un mobile presente in casa fin dal primo giorno quando, finiti i soldi in seguito a una disastrosa ristrutturazione, per riordinare i libri si era ripiegato su una scaffalatura da garage. Oggi una piccola porzione di quegli scaffali ospita i volumi dei ragazzi – prevalentemente shonen che il loro noioso papà non apprezza proprio – e qualche mia serie non conclusa. Si tratta di un accrocchio ingiallito dal sole, malamente riverniciato da me, reso instabile da continui smontaggi e riposizionamenti, eppure ha trovato ancora una volta il modo di rendersi utile. Penso non ce ne libereremo ancora per moltissimo tempo.»

Il caporedattore Andrea Queirolo ha operato una scelta drastica: quella minimale. «Dopo una recente ristrutturazione del salotto di casa, ho voluto dare un taglio alle grandi librerie che mi rubavano luce e spazio. Inoltre, mi sono reso conto di avere troppi fumetti e libri in giro negli spazi abitativi: era decisamente il caos. Quindi ho scelto di eliminare i vecchi mobili anni Ottanta che avevo, limitare la presenza di fumetti in certi spazi e prendere una libreria che scomparisse e che stesse bene con il resto del nuovo arredamento in stile rigorosamente nordico e moderno. La mia quindi è stata una scelta più estetica che funzionale, ma anche di sopravvivenza potrei dire, per fare una battuta.»
La libreria di Queirolo è il modello Krossing prodotto dall’azienda milanese Kriptonite. È composta interamente in piani e tubi di alluminio e si monta direttamente alla parete. «L’ho vista per la prima volta in una casa che avevo affittato per una vacanza in Valle D’Aosta e mi è piaciuta subito. È stata la prima soluzione a cui ho pensato quando ho deciso di sbarazzarmi delle vecchie e ingombranti librerie. Sparisce una volta inseriti i libri e ne contiene un buon numero.»
La libreria è modulare, quindi si può espandere a piacimento. «Per ora ne ho acquistato solo un pezzo, ma ho idea di ampliarla nel tempo. I ripiani sono profondi 15 cm, non molto, ma sono perfetti per tenere i manga e i libri tascabili in generale. Certo, non si possono mettere cartonati o volumi di grandi dimensioni, ma più per il peso che per altro. I fumetti infatti pesano molto di più dei libri e questa libreria è montata a parete, quindi meglio non esagerare.»
«In un’altra stanza ho anche una mitica Billy di Ikea, di quelle basse, ma in salotto mi piarebbe presto mettere anche una libreria angolare, bianca, semplice e discreta (eccone un esempio). Ma tutti gli altri miei fumetti sono disposti per terra in lunghe e rigorose file verticali nella stanza in cui lavoro», spiega. «Può sembrare strano ma è così. Per me ha senso, perché ogni volta che ne cerco uno in particolare sono obbligato a spostarne molti altri. Così facendo maneggio spesso i fumetti, che non rimangano mai fermi come farebbero in una libreria. Riprendo quindi in mano volumi che di volta in volta possono stimolarmi nel trovare idee per possibili articoli.»
«I fumetti più vecchi, che non mi serve tenere sottomano o che semplicemente ho tolto per far spazio al nuovo, li ho portati in garage, dove li ho sistemati per bene in scatoloni di plastica dell’Ikea. Alla fine in qualche modo bisogna pur sopravvivere», dice scherzando.

Il direttore di Fumettologica Matteo Stefanelli ha delle librerie fatte su misura, caratterizzate dai materiali con cui sono state realizzate: assi di legno grezzo e barre di ferro non zincato. «La scelta dei materiali, delle forme e delle finiture di superficie è mia – errori inclusi: la superficie delle assi è irregolare e ruvida, lavorata a “taglio sega”, quindi nei casi di maggiore ruvidezza i volumi hardcover rischiano di “grattuggiarsi” se estratti con troppa forza», spiega.
«La progettazione della struttura nei dettagli è stata fatta da un architetto insieme a un mobiliere. Io ero in ansia grossomodo come in una sala parto. Se c’è una cosa che ho capito dopo anni di librerie svedesi o brianzole, è che le forme canoniche “inscatolano” la bibliodiversità dei formati fumettistici in un modo che non sopporto. Banalizzano la bellezza e la vivacità dei libri/albi anche come oggetti. Quindi ho ragionato al contrario: la libreria non deve solo ospitare e contenere libri/fumetti, ma deve esistere in loro funzione, adattando le proprie forme alle forme dei libri. Il mio problema era che non sopporto nemmeno i trick di design, come le “librerie invisibili” tipo la pure leggendaria Ptolomeo di Ciatti.»
Le altezze di alcune scaffalature delle librerie di Stefanelli sono state progettate una ad una, appositamente per formati editoriali e/o fumettistici: alcune nascono sul formato manga o Topolino; altre sul formato romanzo; altre sul formato Bonelli; altre sul formato magazine/rivista; altre sul formato cataloghi/artbook; altre sui formati giga tipo i libri di Chris Ware.
«Ovviamente, dopo 10 anni, molti libri sono entrati e alcuni usciti, e molti criteri di organizzazione si sono affinati, dunque qualcosa andrebbe modificato, ma è il bello di un oggetto vivo come le librerie domestiche», spiega. «Non metto tutte le foto della libreria qua, un po’ per la sua privacy – come se fosse un bimbo – e un po’ per non spoilerarla agli amici fumettòfili che mi verranno a trovare (dandomi forse del folle, d’ora in poi).»

«La libreria è, lo dico con orgoglio, la regina della casa», racconta infine la nostra collaboratrice Mara Famularo «È la prima cosa che si vede quando entri, ed è così imponente da stornare l’attenzione da tutto quello che manca nella stanza (tipo il lampadario). Ma questo ruolo di prestigio libri e fumetti se lo sono guadagnato dopo decenni di scaffalature arrangiate, di seconda mano e sbilenche, riempite fino a incurvare i ripiani. Una volta cambiata casa, io e il mio compagno abbiamo deciso di dare alle nostre letture, in costante aumento, la sistemazione che meritavano.»
Inutile dire che in redazione ci siamo letteralmente sciolti quando abbiamo visto la scala, che fa davvero la sua bella figura: «Volevo una libreria come quella del film La bella e la bestia. Ecco, questa non è proprio uguale (mi manca il castello) ma c’è la scala! E questo mi consente facilmente di prendere anche i volumi che risiedono nelle postazioni più remote».
«Una buona metà della libreria è occupata da romanzi e racconti, mentre l’altra metà è assegnata ai fumetti», racconta spiegando come è stata realizzata la libreria e il criterio con cui sono ordinati i volumi. «Le mensole più in alto sono state progettate proprio a misura di manga, e vista la loro profondità ospitano già una doppia fila (l’antro dei titoli deludenti). Gli scaffali di maggiore ampiezza, sopra il televisore, sono per i libroni, come le raccolte cartonate e i cataloghi di artisti. Lo scaffale più basso è il deposito degli ultimi arrivati in attesa di collocazione, che vengono parcheggiati lì dopo esser stati letti (e dopo aver passato vari mesi sul tavolo accanto al divano o sul comodino). L’ordine in cui sono disposti i titoli segue criteri misti: per formato, editore o anche a sentimento (i fumetti più cari sempre in vista, pronti a essere ripresi). Questo fa sì che spesso cercare un volume diventi una vera e propria caccia al tesoro, ma forse di fronte a questo problema non c’è libreria che tenga.»
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