5 cose dall’episodio 9 di “She-Hulk”, spiegate

ATTENZIONE: QUESTO ARTICOLO CONTIENE SPOILER

she-hulk episodio 9

Come succede per le altre produzioni dei Marvel Studios, anche la serie tv She-Hulk: Attorney at Law – che ha esordito il 18 agosto su Disney+ – presenta molti rimandi, citazioni, strizzatine d’occhio a fatti fumettistici (e non). Abbiamo così selezionato le curiosità più significative dell’episodio 9, l’ultimo della prima stagione.

L’incredibile intro

L’intro dell’episodio 9 di She-Hulk – come tanti di voi immagino avranno colto – è un omaggio alla sigla della serie L’incredibile Hulk del 1977, quella con Bill Bixby e Lou Ferrigno, per intenderci. Un omaggio fatto davvero molto bene, girato nello stesso stile, in formato 4:3, con immagini quasi sovrapponibili (ma ovviamente con Jennifer Walters e She-Hulk al posto di David Banner e Hulk).

Alla fine della intro, al posto di The Incredibile Hulk compare però The Savage She-Hulk, che è anche il titolo della prima serie a fumetti di Jennifer Walters, lanciata da Stan Lee nel 1980 e poi durata 25 numeri, fino al febbraio 1982 (Panini Comics ha di recente pubblicato un volume della collana Marvel Masterworks contenente le prime 14 storie).

K.E.V.I.N.?!

No, non quello di Mamma, ho perso l’aereo, anche se la mia espressione alla sua apparizione è stata probabilmente la stessa di sua madre quando scopre di averlo lasciato a casa. Il K.E.V.I.N. dell’episodio 9 di She-Hulk è un’intelligenza artificiale che idea le trame per tutte le produzioni dei Marvel Studios. Ma in realtà Kevin è anche Feige, colui che nella realtà idea davvero le trame per tutte le produzioni dei Marvel Studios, nonché una delle persone attualmente più potenti di Hollywood.

Per un attimo, mentre She-Hulk va alla sua ricerca, ho pensato che Kevin Feige potesse davvero apparire nell’episodio e diventare magari un novello Stan Lee, con cameo in tutti i film e tutte le serie tv. Per fortuna il pericolo alla fine è scampato, e la bonaria presa in giro è stata tutto sommato divertente, anche se probabilmente chi è meno fissato con queste cose non avrà colto proprio tutto.

La quarta parete, che rottura

Rimanendo in tema: in pratica She-Hulk risolve tutte le trame della serie rompendo la quarta parete e riscrivendo il finale a proprio piacimento. Un’idea decisamente oziosa, che non ho apprezzato granché, anche se è stata realizzata piuttosto bene, con situazioni e battute meta-narrative che mi hanno fatto sorridere. Ora, visto che, se mi fermassi qui, probabilmente qualcuno mi verrebbe a dire «ignorante, faceva la stessa cosa nei fumetti di John Byrne, dovresti studiare di più», meglio specificare una cosa.

Nelle storie di John Byrne, la rottura della quarta parete era usata in modo più calibrato, serviva a dare una forma alle storie, non era la sua sostanza. Se togli quell’aspetto, rimangono comunque delle ottime storie. Un po’ più piatte, magari, ma comunque ottime. Se togli tutta la questione della rottura della quarta parete in questo episodio, invece, che cosa rimane? Questo considerando come pure tutta la vicenda dell’Intelligencia e di HulkKing si sia sgonfiata all’improvviso, senza nessun colpo di scena e senza soddisfare l’hype che poteva aver generato.

Skaar da Sakaar

Nel finale dell’episodio 9 di She-Hulk fa il suo ritorno dal pianeta Sakaar Hulk (Mark Ruffalo), presentandosi al pranzo di famiglia con suo figlio Skaar (Wil Deusner). Nei fumetti di Marvel Comics, questo personaggio apparve per la prima volta nel gennaio 2008 su World War Hulk 5, albo scritto da Greg Pak e disegnato da John Romita Jr. Skaar nacque dalla relazione fra Hulk – che all’epoca faceva il gladiatore su Sakaar – e Caiera, detta “l’impetuosa”, guardia del corpo dell’imperatore del pianeta.

Quando Caiera morì in un incidente provocato dagli Illuminati – il super gruppo composto da Tony Stark/Iron Man, il Professor Charles Xavier degli X-Men, Reed Richards/Mr. Fantastic dei Fantastici Quattro, Namor il Sub-Mariner, Freccia Nera degli Inumani e Doctor Strange che operava nell’ombra per manovrare la comunità dei supereroi – Hulk tornò sulla Terra in cerca di vendetta. Suo figlio, cresciuto velocemente all’interno di un bozzolo, lo seguì poco dopo.

Come suo padre, Skaar possiede (oltre al colorito verde) forza e resistenza immense, anche se non al livello di quelle di Hulk. Da sua madre ha invece ereditato la capacità di assorbire le energie dei pianeti per manipolare lava e pietre. Il personaggio è stato anche protagonista di una serie a fumetti tutta sua, Skaar: Son of Hulk, durata 17 numeri dall’agosto 2008 al gennaio 2010 e scritta perlopiù dallo stesso Pak, per i disegni di Ron Garney e Jackson Butch Guice.

Ri-Wong

L’ultimo episodio di She-Hulk: Attorney at Law presenta, come prevedibile, una scena fra i titoli di coda. Il protagonista è Emil Blonsky/Abomination (Tim Roth), tornato nella prigione di Damage Control dopo il finale della stagione. A un certo punto, però, si apre un portale magico, da cui spunta fuori Wong (di nuovo lui).

Wong si scusa per il ritardo, e Blonsky gli dice «ti hanno tirato dentro a un’altra serie, vero?», scherzando sul fatto che ultimamente il personaggio interpretato da Benedict Wong è quasi ovunque. «Siamo nell’epoca d’oro della TV», gli risponde lo stregone (in originale, «We’re really in an era of Peak TV»).

Prima di sparire entrambi all’interno del portale, diretti verso Kamar-Taj, Blonsky poi chiede se lì c’è il wifi. Questo sembra proprio un riferimento al primo Doctor Strange, in cui Mordo allungava un biglietto a Stephen Strange, appena arrivato a Kamar-Taj, e questi gli chiedeva «E questo cos’è, un mantra?», scoprendo invece che si trattava proprio della password del wifi.

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