
Questa settimana, Nona Arte porta in libreria l’edizione integrale di Modeste e Pompon, fumetto realizzato negli anni Cinquanta da André Franquin con la collaborazione ai testi di René Goscinny e Greg. È la prima edizione italiana in volume della serie, a quasi 70 anni dalla sua prima pubblicazione in Belgio.
I protagonisti sono una giovane coppia di sposi, al centro di tavole umoristiche autoconclusive basate su disavventure di vita quotidiana. Il loro modello, dichiarato esplicitamente dall’autore, erano le strisce di Blondie di Chic Young, commedie casalinghe della borghesia americana che pubblicate sui quotidiani statunitensi dagli anni Trenta (e in corso ancora oggi).
Quando Modeste e Pompon uscì fu un terremoto nell’editoria francofona: negli anni Cinquanta i due principali editori belgi Charles Dupuis, che pubblicava il Journal de Spirou, e Raymond Leblanc delle edizioni Le Lombard, che realizzavano Tintin, avevano l’accordo non scritto di non contendersi gli autori dei giornali, e Franquin era l’artista di punta del primo. Ma tra il fumettista e il suo editore nacque un diverbio, in parte per questioni economiche, in parte per ragioni di principio, e nel gennaio 1955 Franquin ridusse il suo impegno per Dupuis e si avvicinò al suo rivale.
Fu così che, nell’ottobre 1955, su Tintin iniziarono a comparire le storielle di Modeste e Pompon, firmate dall’autore di Etterbeek. Una cosa inattesa, un cambio di scuderia che fece scalpore nel mondo del fumetto franco-belga. Franquin aveva firmato un contratto quinquennale con Le Lombard. Nessuna esclusiva, perché continuava a lavorare anche per Spirou, ma ogni settimana realizzava anche una o due tavole per Tintin, spesso facendosi aiutare ai testi da due umoristi di razza come René Goscinny, che non aveva ancora creato Asterix con Albert Uderzo, e Greg, che nel 1963 avrebbe ideato Achellie Talon.
Dupuis non sopportava che il suo fumettista preferito pubblicasse anche per la concorrenza, e continuava a supplicarlo di tornare. D’altra parte lo stesso Franquin non era contentissimo: «Tintin era “la rivista dei giovani perbene”», confessò. «Il redattore capo, André Fernez, era un vero e proprio letterato, vivace, simpatico e affascinante. Ma a Spirou c’era Delporte! Lì c’era fantasia e io mi divertivo molto di più. Non c’era paragone con l’ambiente di Tintin, con il quale mi sentivo meno in armonia.» Lì, inoltre, dominava Hergé, creatore proprio di Tintin, che tentava di imporre a tutti i collaboratori il proprio stile grafico e narrativo.
Infine, anche Leblanc non era troppo soddisfatto. Si sentiva in colpa per lo “scippo” ai danni del concorrente che aveva rotto il gentlemen’s agreement tra loro. Così, nel 1959, un anno prima della scadenza del contratto, Franquin tornò “a casa” a pieno servizio da Dupuis, mentre i suoi personaggi passarono all’italiano, residente in Belgio, Dino Attanasio.
In Italia le storie di Modeste e Pompon furono pubblicate da testate come Corriere dei Piccoli, Il monello e l’edizione nostrana di Tintin, rinominati a seconda dei casi Modesto e Frullina, Modesto e Lillina o Evaristo Pompon.
Il volume pubblicato da Nona Arte – cartonato, 232 pagine a colori, 29,90 euro – è il primo a raccogliere tutte le tavole disegnate da Franquin. È disponibile dal 24 novembre 2022 e si può acquistare anche online qui.
Di seguito, alcune pagine in anteprima da Modeste e Pompon:










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